La congiuntura economica che si è venuta a creare in questi ultimi mesi nel settore ciclo riserva sorprese quotidiane, come quotidiani sono gli annunci di tagli di personale, sconti, listini rivisti, grida di allarme, ma anche grande fiducia nella “primavera che arriva” e che sarà salvifica. Forse.
Nel mentre registriamo l’ennesima reazione ad una realtà trasformata rapidamente, ed è quella delle opinioni e prospettive di Eric Min, ex vice presidente di JPMorgan Chase & Co. e fondatore di Zwift, la popolare piattaforma di ciclismo e corsa a piedi virtuale che dal 2020 ad oggi ha raccolto 620 milioni di dollari da finanziatori quali KKR & Co., Permira Holdings e Amazon’s Alexa Fund, raggiungendo un valore di mercato (stimato) di oltre 1 miliardo di dollari.
Ebbene, secondo quanto Min ha dichiarato a Bloomberg, l’abbonamento mensile a Zwift di 15 dollari “non è sostenibile ancora per molto”.
L’opzione che stanno valutando è quindi quella di vincolare gli utenti a un’iscrizione annuale, simile a quella del loro competitor più importante, ovvero Peloton (44 dollari all’anno) il quale però al contrario di Zwift vende innanzitutto bici da spinning connesse (il presidente Usa Joe Biden è stato un assiduo fan) e quindi poi fidelizza la propria clientela attraverso i piani di allenamento annuali dedicati al proprio hardware.
Zwift voleva contrastare il concorrente lanciando una propria smart bike di fascia alta, ma l’anno scorso ha abbandonato i piani di sviluppo di questo attrezzo per concentrarsi su dispositivi entry-level, materializzate nell’home trainer Zwift Hub. Zwift però resta una piattaforma aperta a tutti i produttori di home trainer o rulli che dir si voglia.
Ovviamente le ambizioni di crescita di Zwift (come di tutto il settore ciclo) basate sul periodo covid sono ora frustrate dal fatto che le persone sono tornate alle abitudini di esercizio precedenti alla pandemia, ovvero andare in palestra o a girare all’aperto, non più nel salotto di casa. Ed anche la smania di attività all’aperto per sfuggire ai lockdown sembra essersi “normalizzata”.
Min ha dichiarato che Zwift è ancora in crescita, ma non è redditizio, e la ristrutturazione dell’attività avvenuta l’anno scorso ha portato a tagli di posti di lavoro, nel contesto di un’ondata di licenziamenti e di riduzione dei costi che sta colpendo le aziende tecnologiche e di e-commerce statunitensi. L’azienda non ha confermato il numero di posizioni eliminate, ma ha detto che attualmente impiega tra le 500 e le 600 persone.
L’azienda, con sede a Long Beach, non divulga informazioni sull’attività degli abbonati, ma i dati forniti dall’applicazione di fitness tracking Strava hanno mostrato che il numero di Zwifter su Strava è cresciuto a un ritmo più veloce tra l’anno scorso e il 2019 rispetto al numero complessivo di ciclisti sull’applicazione.
“I mercati sono incerti, la domanda a volte vacilla e c’è molta incertezza nel mondo“, ha dichiarato Min. “Ma possiamo permetterci il lusso di andare avanti perché abbiamo molto capitale“.
Intanto però per gli abbonati potrebbe presentarsi da pagare il conto, stavolta annuale, per un servizio che invece normalmente ha una sua stagionalità.
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