Vai in libreria e compra "Minima Pedalia" di Emilio Rigatti.
Un uomo che ha deciso di abbandonare l'auto e usa solo la bici, trovando una nuova dimensione.
Nel libro parla proprio della sua quotidianità, dei pro e dei contro dell'abbandonare i mezzi a benzina.
Anch'io uso la bici per andare a lavoro, ma come Emilio, faccio un lavoro particolare. Lui è insegnante, ha degli orari piuttosto comodi, non deve affrontare una giornata di lavoro intenso, né mentalmente (ma su questo si potrebbe discutere), nè, soprattutto, fisicamente. Quando lavoravo come commerciante, 13ore al giorno tutti i giorni esclusa la Domenica, era impensabile sobbarcarsi anche la trasferta in automobile. Lo stesso potrei dire per mio papà che lavorava in fabbrica, o per tanti che qui in Trentino vedo andare al mattino a lavorare nei campi.
Insomma il sottoscritto, come Emilio e qualcun altro, siamo esempi particolari. certo è anche vero che non tutti quelli che sono nelle nostre condizioni abbandonano l'automobile per la bici, ma ci sono anche tanti fattori culturali da considerare, oltre a quelli logistici che, ad esempio, rendono le piccole realtà come Trento od i paesi di Rigatti, molto diverse da quelle di città medio grandi intasate dal traffico.
PS: Contrariamente a quanto dice Giancarla io non me la prendo cosi' duramente con chi non può staccarsi dalle 4ruote. C'è anche da considerare un mucchio di condizionamenti, bisogni indotti piu' o meno esplicitamente ed inoltre non posso certo sapere quali siano le condizioni di chi non si riesce a staccare della propria automobile.