Di riffa e di raffa l'unico vero problema è questo. E chi frequenta le gare da un pò e che sa con l'allenamento quale è la risposta di un fisico normale (quale quello degli amatori) sia come andamento nei mesi che come prestazioni di picco, sa perfettamente che le cose van male male. Purtroppo il requisito etico che nei fatti corrisponde alla squalifica a vita (tralasciamo le pieghe della cosa, la sostanza è questa), non ha minimamente arrestato nè limitato il fenomeno.
Per quei 10/20/30 che in effetti ce li siamo tolti dalle palle (che un male non è), altri ne sono venuti fuori e altri ancora ignorano il requisito, sia atleti, sia squadre e sia enti. Qui addirittura corrono impuni anche gli squalificati in corso di squalifica.
Come ero certo, non poteva essere la squalifica a vita il rimedio. Ci voleva un controllo costante del requisito etico, dei partecipanti e ovviamente e soprattutto dei controlli in gara.
Così fatte le cose, sanno, purtroppo, molto di italianata. Provvedimenti di facciata che servono a poco se non ad autoreferenziarsi. Sostanza zero (o quasi).