Come ho scritto altrove, non si può attribuire responsabilità alcuna a una moto di un gendarme che fa il suo lavoro in condizioni precarie. Tanto meno si può stabilire l'intenzionalità di speronare il corridore Nibali: è successo a lui, ma poteva accadere a Bardet, Froome, Landa, Thomas. Le responsabilità stanno a monte: l'organizzazione doveva predisporre delle protezioni a tutela degli atleti; le autorità preposte all'ordine pubblico (gli omologhi di Prefetto e Questore in Francia) devono garantirlo adottando tutte le misure necessarie. Quei soggetti esaltati ed esagitati che si vedono lungo le salite non sono tifosi ma delinquenti e come tali vanno perseguiti. È bene che a livello organizzativo si provveda a garantire la sicurezza dei corridori e che atleti e squadre alzino la voce nelle sedi opportune. Per quanto riguarda l'ordine pubblico è bene che chi aveva delle responsabilità venga rimosso.
Detto ciò il rammarico per Vincenzo è grande: oggi avrebbe potuto vincere e forse quest'anno era l'ultima occasione per conquistare il suo secondo Tour de France. Fossi in lui mi rivarrei nelle opportune sedi giudiziarie sull'organizzazione di corsa e mi costituirei parte civile nell'improbabile caso che un Pm francese aprisse un'inchiesta sui fatti accaduti oggi.