L’articolo è molto bello e descrive chiaramente la situazione attuale.
È altrettanto vero, però, che il ciclismo ha delle peculiarità che lo fanno amare e che lo rendono unico.
Il fatto che si corra su strada, per l’attuale modello economico è penalizzante, è vero. Però per l’appassionato è un plusvalore unico. In quale altro sport è possibile fare lo stesso percorso che fanno i campioni? Lo Stelvio, il Mortirolo, l’Alpe d’Huez, il Galibier, l’Izoard, è mille altri colli, sono lì e sono uguali per tutti... Il ciclismo è unico. Per questo chi lo ama lo ama davvero. Per questo sono convinto che, passata la crisi, il ciclismo ripartirà come e più di prima. Fausto Coppi e Gino Bartali, con le loro imprese e la loro rivalità, aiutarono gli italiani a lasciarsi alle spalle la guerra...
Oggi, fatte le debite proporzioni, sarà lo stesso. La gente continuerà ad amare il ciclismo perché rappresenta la vita. In una corsa uno solo vince, molti ci provano, ognuno fa la sua parte, ma tutti, dal primo all’ultimo fanno fatica; tanta fatica...
Da ultimo penso che le parole di Lefevere siano pro domo sua. Se il tour non si corre quest’anno, è il tour che ne esce indebolito; non il ciclismo.
Con la speranza di poter tornare presto ad uscire un saluto a tutti