L'economia del ciclismo professionistico
- Creatore Discussione BDC-MAG.COM
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articolo estremamente interessante, che fa molto riflettere sulle fragili basi del nostro sport preferito.
piccola nota a margine: considerati gli otto eventi principali (i tre grandi giri e le cinque classiche monumento), sette sono organizzati da due soli soggetti (ASO ed RCS).
per quanto riguarda RCS, credo che da tempo i ricavi dall'organizzazione delle gare ciclistiche contribuiscano a tenere in piedi i conti dell'editore (perlomeno, nell'epoca pre Cairo).
piccola nota a margine: considerati gli otto eventi principali (i tre grandi giri e le cinque classiche monumento), sette sono organizzati da due soli soggetti (ASO ed RCS).
per quanto riguarda RCS, credo che da tempo i ricavi dall'organizzazione delle gare ciclistiche contribuiscano a tenere in piedi i conti dell'editore (perlomeno, nell'epoca pre Cairo).
Questo aspetto, questa debole identità delle squadre, rappresenta quindi uno dei problemi maggiori per le squadre professionistiche, che sono sempre legate a doppio filo agli umori degli sponsor, e, nel caso di contratti di breve durata, alla perpetua ricerca degli stessi, senza poter mai consolidare il valore della propria squadra in quanto “brand”.
Il ciclismo è uno sport individuale, pensare che UNA SQUADRA di ciclismo sia come la Juve o i Celtics è una distorsione...
Penso che tutta questa confusione (atleti che fanno solo i grandi Giri prendendo milioni per vincere una tappa; difficoltà del pubblico ad affezionarsi e quindi degli sponsor ad avvicinarsi...), più che da una opportuna regolamentazione verrà risolta alla maniera storica cioè con l'avvento di un campione che faccia affezionare le persone ed inneschi un ciclo virtuoso. Pensate che l'anno scorso la ADRIATICA JONICA RACE (non la Liegi o la Roubaix) ha fatto il picco di ascolti e di popolarità perché c'era il nuovo fenomeno del ciclismo mondiale (che ha dato lo spettacolo da fenomeno).
Il ciclismo è uno sport individuale, pensare che UNA SQUADRA di ciclismo sia come la Juve o i Celtics è una distorsione...
Penso che tutta questa confusione (atleti che fanno solo i grandi Giri prendendo milioni per vincere una tappa; difficoltà del pubblico ad affezionarsi e quindi degli sponsor ad avvicinarsi...), più che da una opportuna regolamentazione verrà risolta alla maniera storica cioè con l'avvento di un campione che faccia affezionare le persone ed inneschi un ciclo virtuoso. Pensate che l'anno scorso la ADRIATICA JONICA RACE (non la Liegi o la Roubaix) ha fatto il picco di ascolti e di popolarità perché c'era il nuovo fenomeno del ciclismo mondiale (che ha dato lo spettacolo da fenomeno).
Senza squadra non è così facile vincere nemmeno per il corridore epocale. Vorrei vedere Bernal alla Androni o Evenepoel alla Katusha cosa avrebbero vinto
Grazie, un articolo che mi ha chiarito aspetti che solo intuivo. Mi piacerebbe leggere altri approfondimenti del genere. saluti sportivi.
e' vero anche che se il ciclismo riparte ci sara' sempre il vincitore pero'......credo che comunque lo sport in generale se parte una crisi economica mondiale vedra' calare e di tanto ingaggi,sia di calciatori che ciclisti......probabilmente si ritornera' sui livelli anni 70-80,ben pagati ma non piu' di con un enorme divario sociale
Sagan ci ha vinto 3 mondiali senza squadra e parecchie altre corse. Non ricordo molte corse che le abbia vinte grazie a qualcuno della sua squadra. Il giro vinto da Dumoulin, piuttosto che l'ultimo vinto da Contador, si può dire che se li siano vinti da soli. Diciamo che averla è meglio, in determinate situazioni può essere proprio determinante, ma personalmente, in molte occasioni gli do meno importanza di quella che molti le attribuiscono. Tante volte la squadra è stata anche controproducente, quando chi la gestiva non riusciva a mettere in riga i galletti.
Quante tappe e corse ha perso Sagan perché non aveva almeno un ultimo uomo decente?
Ricordo velocemente: in carriera Sagan ha 113 vittorie, 105 secondi posti e 51 terzi posti.
Forse con qualcosa in più a livello di squadra possiamo ammettere che potrebbe avere un palmares un pelo più ricco?
Il discorso squadra poi va aldilà dell'averne una molto forte come singoli (che comunque, da che mondo è mondo ha sempre fatto la differenza), ma anche il tipo di supporto che certi gregari possono dare ad un capitano, che possono essere di mille tipi, da quello di consigliere/stratega a quello di supporto psicologico/emotivo.
Tant'è che tantissimi campioni nei propri contratti ci infilano sempre dentro i propri gregari di fiducia. Il tuo amato Contador senza Jesus Hernandez non si è mai spostato da nessuna parte. E non era propriamente un fenomeno.
Detto questo, il senso del discorso non era "è importante avere una squadra forte?".
Certo che se Sagan lo mettevi con la Deceuninck al suo servizio avrebbe vinto di più....ma se mi dici che senza squadra è difficile vincere anche per un corridore epocale, io te ne cito uno che senza squadra ha 113 vittorie, 105 secondi posti e 51 terzi posti. Quindi la squadra meglio averla, specie in determinate situazioni, ma non gli attribuisco il valore che molti altri gli danno non tale da rendere così difficile vincere per uno che è forte e nemmeno epocale (cosa che Sagàn forse nemmeno è).
Per quello mi sono trasferito in Alto Adige. Contavo nell'aiuto di @rapportoagile per vincere almeno la Oetzy e la MdD, pur non essendo lui propriamente un fenomeno. Il problema è che è molto più scarso di quello che pensavo e mi sa che di vincere Oetzy e MdD non se ne parla.
Non e' neanche detto che Sagan in QS avrebbe vinto di piu'.....dividere con altri capitani molte volte ti puo' anche tappare le ali,quando magari vorresti fare azione ma c'e' un tuo compagno avanti.
Infatti ho detto la DC al suo servizio. Ho preso la DC come esempio di squadra forte. Che poi sia vero che lo è talmente tanto che le corse se le spartiscono (oggi io, domani tu) o che qualche corsa la abbia vinta non quello designato in partenza che si è trovato avanti per tattiche di gara (come il Fiandre di Gilbert) questo è vero.
Porca miseria! Dici che sono così scarso? Vaccaboia, non me ne ero reso conto. Pensavo di prepararmi per la Ötzi del 2021, quando avrò 60 anni, per cercare di vincere, almeno la classifica di categoria, ma ora mi hai smontatoPer quello mi sono trasferito in Alto Adige. Contavo nell'aiuto di @rapportoagile per vincere almeno la Oetzy e la MdD, pur non essendo lui propriamente un fenomeno. Il problema è che è molto più scarso di quello che pensavo e mi sa che di vincere Oetzy e MdD non se ne parla.
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Se le premesse è l'ambito dello svolgere delle gare ciclistiche sono così labili può essere la sua forza. Nei momenti di crisi serve flessibilità e agilità organizzativa per adattarsi ai cambiamenti e visto il DNA del ciclismo potrebbe essere lo sport che risenta meno dell attuale crisi. Sport dove ci sono società più legate a proprietà e strutturate potrebbero soffrire non poco nell adattarsi nel calcio si sta cercando di ridurre gli ingaggi cosa che nel ciclismo potrebbe fare la differenza nel bilancio di una squadra, cosa ben diversa in una squadra di calcio che i mancati incassi sui diritti TV e merchandising potrebbero portarle alla bancarotta.
L’articolo è molto bello e descrive chiaramente la situazione attuale.
È altrettanto vero, però, che il ciclismo ha delle peculiarità che lo fanno amare e che lo rendono unico.
Il fatto che si corra su strada, per l’attuale modello economico è penalizzante, è vero. Però per l’appassionato è un plusvalore unico. In quale altro sport è possibile fare lo stesso percorso che fanno i campioni? Lo Stelvio, il Mortirolo, l’Alpe d’Huez, il Galibier, l’Izoard, è mille altri colli, sono lì e sono uguali per tutti... Il ciclismo è unico. Per questo chi lo ama lo ama davvero. Per questo sono convinto che, passata la crisi, il ciclismo ripartirà come e più di prima. Fausto Coppi e Gino Bartali, con le loro imprese e la loro rivalità, aiutarono gli italiani a lasciarsi alle spalle la guerra...
Oggi, fatte le debite proporzioni, sarà lo stesso. La gente continuerà ad amare il ciclismo perché rappresenta la vita. In una corsa uno solo vince, molti ci provano, ognuno fa la sua parte, ma tutti, dal primo all’ultimo fanno fatica; tanta fatica...
Da ultimo penso che le parole di Lefevere siano pro domo sua. Se il tour non si corre quest’anno, è il tour che ne esce indebolito; non il ciclismo.
Con la speranza di poter tornare presto ad uscire un saluto a tutti
È altrettanto vero, però, che il ciclismo ha delle peculiarità che lo fanno amare e che lo rendono unico.
Il fatto che si corra su strada, per l’attuale modello economico è penalizzante, è vero. Però per l’appassionato è un plusvalore unico. In quale altro sport è possibile fare lo stesso percorso che fanno i campioni? Lo Stelvio, il Mortirolo, l’Alpe d’Huez, il Galibier, l’Izoard, è mille altri colli, sono lì e sono uguali per tutti... Il ciclismo è unico. Per questo chi lo ama lo ama davvero. Per questo sono convinto che, passata la crisi, il ciclismo ripartirà come e più di prima. Fausto Coppi e Gino Bartali, con le loro imprese e la loro rivalità, aiutarono gli italiani a lasciarsi alle spalle la guerra...
Oggi, fatte le debite proporzioni, sarà lo stesso. La gente continuerà ad amare il ciclismo perché rappresenta la vita. In una corsa uno solo vince, molti ci provano, ognuno fa la sua parte, ma tutti, dal primo all’ultimo fanno fatica; tanta fatica...
Da ultimo penso che le parole di Lefevere siano pro domo sua. Se il tour non si corre quest’anno, è il tour che ne esce indebolito; non il ciclismo.
Con la speranza di poter tornare presto ad uscire un saluto a tutti
situazione sempre più pesante per le squadre: https://www.lastampa.it/sport/2020/...-correre-molte-squadre-chiuderanno-1.38689382