a parte le chiacchiere, queste cose si risolvoo con la fisica del liceo... giustamente l'ingegnere ricorda che ilproblema è quanto lavoro devi fre per arrivare ad una data velocità, quindi quanta energia cinetica hai; questa è fatta da traslazionale (tutta la bici +ciclista) e rotazionale (ruote, lasciamo stare la guarnitura). Se non ho sbagliato i conticini per tenere conto che l'asse di rotazione istantaneo non è nel mozzo ma nel punto di contatto, siamo a (1/2)(M + 4 m) v^2 dove M è la massa complessiva della bici più il ciclista (vedete voi quanto è) e invece m è la massa di una ruota (l'ho messa tutta sul cerchio), sperando sia corretto che i fattori R per il raggio della ruota si cancellino (altrimenti c'è un m diviso R, quindi invece di 4 ho 4/R; cambia niente). Quindi è vero che diminuire il 10% su una ruota conta in proporzione di più che diminuire il 10% sul telaio, o se preferite tiraee giù due etti sulla ruota conta più che tirarli giù sul telaio, c'è il fattore 4;
però se vado a vedere l'effetto sul tutto, dato che la ruota pesa intorno al kilo, ed il cinghialone che pedala ne pesa tanti, siamo alle solite: tirare giù due etti sulle ruote costa una fortuna, e produce lo stesso effetto che tirare giù un chilo di panza, che non costa niente e anzi fa bene.
Poi se c'è qualcuno che si ricorda meglio di me la cinematica dei moti di rotazione e ci fa un ripassino, meglio; e magari ho cannato qualche bel fattore, e di chili di panza bisogna perderne due. Resta il fatto che almeno nel mio caso, la panza vince su tutto il resto, si nota solo la differenza tra un telaio di ghisa ed uno di un materiale più o meno corrente,fosse anche la bici di Coppi