Marco Pantani

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vmr56

Pignone
20 Dicembre 2006
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Canyon Aeroad - Trek Domane 6.0
Marco Pantani: ieri avrebbe compiuto 37 anni...Era nato il 13 gennaio del 1970, a Cesena. Ieri Marco avrebbe compiuto 37 anni. Invece, tra un mese, il prossimo 14 febbraio, Marco Pantani, uno dei più amati corridori di tutti i tempi, autentico genio delle due ruote, dovremo ricordarlo per il terzo anniversario della sua morte avvenuta in una stanza d'albergo di Rimini. :-(
 

JFB'07

Apprendista Scalatore
22 Novembre 2006
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ROMA NORD
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WORKS IN PROGRESS
Mi ha fatto emozionare e amare da morire questo sport...
con le sue imprese...
con la sua caparbietà nel tornare grande anche dopo gravi incidenti...
L'esclusione dal suo secondo giro praticamente vinto...
una carognata...
ematocrito alto e... che cosa??? Esclusione per salvaguardare la sua salute...

Come lui più nessuno

Ciao Marco... ci manchi
 

ClaudioMaria

Apprendista Cronoman
29 Agosto 2006
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New York
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BMC SLR01
Qualche anno fa, ho scritto questo mio pensiero per Marco:

Marco Pantani. Era il 1994, lascio il calcio dopo qualche delusione degli ultimi anni. Degli amici mi convingono di prendere la bici per passare un po' di tempo e fare qualcosa di alternativo al calcio. Fu cosi che conobbi uno sport bellissimo e un Campione che tutt'oggi e' rimasto nel mio cuore. Marco Pantani! Ancora oggi ricordo la sua prima vittoria al Giro d'Italia del 1994 dove stacco' un certo Indurain...........Avevo 24 anni e di idoli non ne avevo mai avuti. Con lui mi sono creato dentro di me un punto di riferimento, un qualcosa da imitare, in pratica stavo facendo quello che i miei coetanei avevano vissuto dieci anni prima.......Ma sentivo che era diverso...non era la stessa cosa che fanno le ragazzine quando vedevano...Madonna o Ramazzotti, ma avevo la percezione che quel personaggio li, aveva qualcosa in piu' degli altri. Ben presto il ciclismo divento' il mio sport di passione, feci delle gare e piu' lo vedevo vincere e piu' i miei allenamenti diventavano piu' duri, piu' lo vedevo gioiere e piu' ero contento, quando attaccava in salita i miei battiti salivano come se quella salita la facessi io.............Per me era tutto, per me era il campione, per me era Marco Pantani, il pirata. Rimarra' sempre cosi, perche' lui mi ha fatto conoscere questo sport fatto di sacrifici e dove il soffrire diventa un arma per vincere nella vita. Conquistare una meta diventa un segno di volonta' e sacrifici. Tutto questo mi ha aiutato nella vita! Oggi lui non c'e piu', ma lo sto rivedendo in Tv, sembra tra di noi.......fanno vedere le immaggine delle sue imprese, il mio cuore piange per un persona che ha saputo trasmettere tanto a chi lo seguiva ma anche a chi di ciclismo non capiva un granche'. Il suo sorriso contagiava un po' tutti e quando era sul podio era una festa per chi guardava il suo viso, con gli occhi sempre lucidi di emozioni. Un persona semplice come lo era ognuno di noi che guardava quei momenti. Ci si rivedeva in lui.......Questo e' quello che ha fatto amare Marco. Quando il 5 giugno del 1999 si e' voluto colpire il campione, hanno colpito milioni di appassionati, milioni di fans e tutti quelle persone che avevano imparato a soffrire con la volonta' e il sacrificio. Oramai tutti sappiamo che questo sport, per quanto sia bello....e' infangato dal Doping. Si il Doping! Dal quel famoso giorno Pantani fu ucciso. Perche'? Perche' il ciclismo per sua natura porta al doping. Perche' fare 600 e piu' di Km di allenamento settimanale non e' una cosa normale ma che purtroppo c'e' di bisogno per affrontare una stagione da professionisti e da protagonisti. Ma non tutti possono essere lassu' in cima per diventare Campioni, per questo esiste il gregario, colui che aiuta il capitano a vincere una corsa, colui che per fare il gregario si AIUTA come il capitano per arrivare alla fine della stagione ed avere un altro contratto per poter vivere.........come un lavoratore......piu' di un lavoratore, perche' a fine stagione si contano nelle gambe 50.000 km, come se fossero delle macchine.....! Per questo quel giorno del 5 giugno, fu colpito Pantani.....ma tutti sanno che pago' solo lui per tutti. Perche' lui avrebbe fatto notizia, perche' perseguitare e ricercare Pantani sarebbe stato paragonato come la ricerca e l'arresto di Toto' Reina....C'e solo una differenza, uno...non ha mai ucciso nessuno. L'altro....ha fatto tante stragi. Per questo, mio campione, ti ricordero' per sempre nel mio cuore. Per me sei e sarai sempre vivo.


U sceccu non po divintari cavaddu (l'asino non puo' diventare mai un cavallo)
Con doping non si diventa campione.....bisogna gia' esserlo di natura....Campioni!
 

isaia

Apprendista Passista
21 Aprile 2006
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Fino del Monte
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Coppi TIME
Da http://www.cyclingnews.com/news.php?id=news/2007/feb07/feb02news2

Il Pirata-Marco Pantani airs Monday
Actor Ravello on Pantani's Bianchi
Photo ©: Sirotti
A new film Il Pirata-Marco Pantani, based on the life of Marco Pantani, winner of the 1998 Giro d'Italia and Tour de France, will air Monday on Italian television Rai Uno. The fictional account of the last rider to win the Giro-Tour double was the work of Producer Bibi Ballandi and Director Claudio Bonivento, with 37 year-old Rolando Ravello as the leading actor.

"Sporting or not, it is important that the stories are worth recounting," said Bonivento. This February 14 will be three years since the death of the former cyclist portrayed in Bonivento's film. "I believe that Marco was a victim of prejudice ... and, at the end, abandoned."

"I rode 3500 kilometres, nothing compared to the professionals, but for a novice...," said Ravello of his preparations, Thursday, to La Gazzetta dello Sport during the films presentation.

"It was a beautiful and terrible voyage," Ravello continued. "I was fortunate enough to have the access to anything I needed for the part. We travelled all over Cesenatico and Madonna di Campiglio. I used Pantani's bicycles, I rode with his domestiques.

"The first day of shooting I felt the eyes of [Marcello] Siboni and [Fabiano] Fontanelli. Then, one time, I saw them spying on my gestures and one of them said to me 'You know that he did it this way?' It was the best compliment possible."

Local viewing time of Il Pirata-Marco Pantani is February 5, at 21:10 on Rai Uno.
 

Mik

Novellino
4 Marzo 2005
44
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l'unico vero eroe!!!!! grande marco!

devo postarlo xchè è bellissimo!........non è mio!

L'avevo postato il 14/03/2004.
Per chi non l'avesse letto.
Zac
___



Un cash and carry, la ferrovia, la strada, quattro aiuole, quattro pini,
poi un muro e nel muro due cancelli. Dentro il cimitero di Cesenatico.

Aperto tutti i giorni dalle 7,30 alle 16,30.

Prima c'era un'ora, intorno a mezzogiorno , in cui era chiuso.
Prima della morte di Marco Pantani. Adesso orario continuato.
Per fare entrare tutti.

Però è severamente proibito entrare con biciclette,
cani o qualsiasi mezzo non autorizzato.
I cani sono mezzi?

Nel dubbio, legittimo, qualche bici entra.


220 passi, i primi 170 dritti, gli altri 50 verso sinistra, sezione G, loculo 262.

Marcello Siboni va al cimitero di Cesenatico due volte la settimana,
10 Km e 220 passi ad andare, 10 km e 220 passi a tornare.


"Ho conosciuto Marco sulla strada, in bici, lui 16 anni io 21.
Lui ultimo anno da allievo, io primo da professionista.

Un gruppetto: Alfio Vandi, Claudio Savini, io più qualche dilettante e lui.

Ogni tanto si faceva anche la distanza,
sei sette ore con Fumaiolo e Carpegna, belle salite.


E Marco si capiva che aveva questa dote in salita, però ci ascoltava in silenzio
o domandava con educazione, gli occhi attenti che non ti mollavano mai,
come se dovesse leggere le labbra.


Più il tempo passava, peggio andava: per noi.

Lui si attaccava alla ruota,
poi sul più bello, per lui, sul più brutto per noi, ci mollava".

La facciata della tomba è bianca, la più bianca,
la più fresca e anche con l'aria più provvisoria.


Una fotina di Pantani in maglia girocollo e giacca,
una fotona di Pantani maglia gialla del Tour,
berretto sulla pelata, occhiali sul berretto.

Sia nella fotina che nella fotona sorride.

Siboni: E' il 1994, non riesco a trovare una squadra,
passo dal suo chiosco di piadine e Marco esplode:
- Sibo, vuoi correre con me?
I suoi occhi brillano, i miei piangono.

E io : -Guarda che non vengo a fare il portavaligie.
E lui:- Guarda che ti prendo perché so cosa vali e il lavoro che fai.


Quasi tutti i giorni insieme ad allenarci.
Il giorno prima dice:- Domani facciamo quel giro lì.


Poi spesso cambia programma, mai di meno, semmai molto di più.
Da tre ore si passa come niente a sei, con le salite.

Sulla facciata della tomba c'è un foglio e sul foglio c'è scritto tutto in maiuscolo:
MARCO PANTANI 13.01.1970 e sotto 14.02.2004.


C'è un orsacchiotto aggrappato come un sesto gradista aggrappato alla parete,
poi un letto di fiori e una dedica del Club Marco Pantani società sportiva Enzo:
Dalla terra dei camosci Paglieta saluta il camoscio d'Italia.


Siboni: In salita quando Marco si provava.. ciao.
Prima, sempre il San Marino, 7 km.
il punto di riferimento a metà, quando 100 volte su 100 mi staccava.

Il riferimento non era se mi staccava ma quanto mi dava.

Lo ritrovavo in cima, chiavi in mano, smanettava sulla sella, tormentava il manubrio,
si accaniva sui tacchetti delle scarpe.

Un'ossessione.

Una volta per certe viti siamo stati in ballo ore
prima di trovare un meccanico che ci aiutasse.

All'inizio quando lo vedevo fermo mettevo i piedi a terra anch'io,
un po' per rispetto, un po' per respirare.

Poi invece:- Hai bisogno?
Lui:- No. Vai pure. Mi riprendeva in discesa

Certi giorni, prima di qualche corsa cui teneva si tornava che era buio,
lui tirato a lucido, io svuotato.

I compagni a me: Non ti invidiamo.

Altri giorni andava via da solo,
aveva bisogno di stare da solo,
io tiravo il fiato però mi dispiaceva.


Prima di Giro e Tour il solito giro, liscio, 160 km.
Siccome non era mai liscio,
perché ci metteva qualche salita prima e per pareggiare qualche salita dopo,
i km passavano da 180 a 210.

A volte mi avvertiva mentre eravamo fermi a bere una bibita,
con quelle frasi sempre con il punto interrogativo.

E io:- Ma sei sicuro?
E lui: Sì.
A me cascavano le orecchie.
Poi bastava un suo sguardo per ripagarmi.


Cognomi da corridori nelle tombe accanto a quella di Pantani:
Fabbri, Crepaldi, Levati, Buratti, Zanetti, Poletti, Monti.
Come un gruppo, come il gruppo.

Siboni: Pantani mi faceva sentire importante,
la gente mi fermava per strada e mi chiedeva:
Come sta Pantani?

Mai che ci fosse uno che mi chiedesse: - E come stai tu?

Ma lo sapevo e mi stava bene,
quello era il mio ruolo e mi stava bene,
facevo parte della sua squadra, anzi facevo parte di lui.


Un piccolo grande uomo di 57 chili, quei lineamenti da italiano anni Cinquanta;
me lo vedevo in bianco e nero fra Bartali e Coppi;
e poi quelle imprese, quelle fatiche.


Per certe tappe del Giro o del Tour
la gente chiudeva baracca e burattini e si mangiava la TV..


E pensare che Marco era un anarchico del ciclismo,
un jazzista della programmazione.

Improvvisava.
Il cardio lo usava un po' all'inizio della preparazione,
poi via. Neanche il computerino.

Andava a ore, a percorsi, a sensazioni.

Una volta parte dopo aver fatto una colazione normale,
forse solo un caffè, come se andasse in ufficio.

Così becca una crisi di fame, si ferma in un negozio entra e dice:-
Sono Marco Pantani, non ho un soldo, mi può dare una barretta di cioccolato?
Domani ve la pago.

Gliene regalano 2, lui ne prende solo una.

A Savignano, 15 km da casa, altra crisi di fame:
- Sibo, ho attraversato il semaforo sulla via Emilia,
non so neanche se era rosso o verde.
Se solo avessi preso anche l'altra barretta...

Comunque il giorno dopo è tornato indietro e l'ha pagata.

16 passi a destra della tomba c'è una fontanella,
16 passi a sinistra un rubinetto.

Il cimitero ha un suo via-vai:
fiori, carriole, anime, foglie cadute, rami tagliati, vite spezzate,
lacrime, preghiere, sospiri, suoni del silenzio.


Siboni: Campionato italiano 1998, caduta, ematoma a un rene, salto il Tour.
Il penultimo giorno lo chiamo:
- Marco tranquillo, arrivi primo con una gamba sola, ci vediamo a casa.

Vado a prenderlo, si sta cambiando, magro come un chiodo,
ci abbracciamo, io e quel mucchietto di ossa;
però gli occhi, i suoi occhi.

- Sibo, non eri al Tour ma per 22 giorni eri lì, come se fossi stato con noi.


Sotto la tomba di Marco Pantani
c' è quella del nonno Sotero Pantani 3.1.1907; 30.6.1992.


A destra c'è un loculo vuoto: in fuga o non accasato?

Siboni: Dopo Campiglio è già il Pantani 2 .
Dopo Sanremo 2001 ( blitz negli alberghi) non è più lui.

Dopo il Giro 2003, in luglio, vuole che vada a trovarlo;
vado e lui è scappato a Saturnia.


Lo cerco, gli lascio messaggi, niente.

Finalmente lo incontro ai primi di dicembre a una festa,
alterna momenti di lucidità ad altri di assenza, non mi guarda dritto negli occhi,
non c'è.


La sera di San Valentino sono a mangiare fuori, mi arriva una telefonata:
- E' morto il Panta.
- E io:- ***** dici?
- Dicono che è lui!
- Ma se lo conoscono anche i muri sarà lui!.


Poi il funerale, la mia ultima corsa, mi viene la febbre, stringo i denti, tengo duro.

Altro che Mortirolo.
Per Marco il bello doveva ancora venire.

Ma Marco è vivo, c'è, esiste, sento l'eco delle sue parole,
anche se mi manca qualche chiacchierata.

- Cosa facciamo Sibo quando smettiamo di correre?
- E io: Un negozio di bici.
- E lui:Un ristorante.
- E io: Va bene, un'industria di bici.
- E lui:Ma no, un disco pub.
- E io: Dai, rimaniamo nell'ambiente.

-E lui: Sei tu che devi rimanere con me, sei tu il mio uomo di fiducia.
 
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