News Orbea comunica aumento di prezzi

bradipus

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qualunquemente
Se lasci al negoziante il margine giusto, vai pur sicuro che non sputtana più il listino con sconti che vanno dal 10 minimo al 25 come si vede in alcuni casi.
Se riescono a fare sconti di questa entità, vuol dire che il margine c'è, altrimenti applicherebbero il prezzo di listino...
 

Mauro1988

Passista
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Beh i social fanno parte dei media. GCN la fa da padrone sui social. Basta vedere la qualita' dei montaggi dei loro video (incredibile) per capire quanto investano nella produzione. Che ti dice che sponsorizzarne i video non costa poco.
Per quanto siano bravi, a giudicare dalle visualizzazioni, mica tanto "da padrone"...da noi i social sono per lo più roba da ragazzini ( o adulti rimasti tali) che piuttosto fanno fare un milione di visualizzazioni ad un video intitolato " ho schiantato la F12", "la mia ragazza guida la f12".
 
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Aliino

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Perché ognuno dei suoi soldi fa quello che vuole, e la soddisfazione che ricava dall'acquisto ha un valore che solo lui può dare.

Perchè coi propri soldi ognuno fa quello che vuole (se è legale).

Qua forse ho confuso i piani: ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole, e non ci piove. MA siccome viviamo in una società e siccome di azioni neutre non ne esistono, è evidente che le azioni che uno fa all'interno della società saranno valutate. Ognuno valuta ovviamente con il suo metro, così come ovviamente ci sono azioni che per il metro comune sono riprovevoli, sciocche, intelligenti, geniali (così accontento Mauro) e così via.

Il fatto che l'acquisto di una bicicletta da 10mila euro dia soddisfazione, così come l'acquisto di un orologio dello stesso costo, per molte persone non è riprovevole ma ridicolo. O non geniale, mettiamola come volete.
Allo stesso tempo se uno che ha tanti soldi li spende per fare del bene a chi ne ha di meno viene valutato come un benefattore, se li spende per bici costosissime, orologi costosissimi e che ne so io, no.

Comunque non c'entra niente con il discorso iniziale, finisco l'OT.
 

bradipus

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23 Luglio 2009
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Qua forse ho confuso i piani: ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole, e non ci piove. MA siccome viviamo in una società e siccome di azioni neutre non ne esistono, è evidente che le azioni che uno fa all'interno della società saranno valutate. Ognuno valuta ovviamente con il suo metro, così come ovviamente ci sono azioni che per il metro comune sono riprovevoli, sciocche, intelligenti, geniali (così accontento Mauro) e così via.

Il fatto che l'acquisto di una bicicletta da 10mila euro dia soddisfazione, così come l'acquisto di un orologio dello stesso costo, per molte persone non è riprovevole ma ridicolo. O non geniale, mettiamola come volete.
Allo stesso tempo se uno che ha tanti soldi li spende per fare del bene a chi ne ha di meno viene valutato come un benefattore, se li spende per bici costosissime, orologi costosissimi e che ne so io, no.

Comunque non c'entra niente con il discorso iniziale, finisco l'OT.
Il 'Metro comune' di cui parli mi ricorda tanto il 'comune senso del pudore' degli anni Sessanta...
 
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Mauro1988

Passista
31 Gennaio 2011
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Qua forse ho confuso i piani: ognuno coi suoi soldi fa quello che vuole, e non ci piove. MA siccome viviamo in una società e siccome di azioni neutre non ne esistono, è evidente che le azioni che uno fa all'interno della società saranno valutate. Ognuno valuta ovviamente con il suo metro, così come ovviamente ci sono azioni che per il metro comune sono riprovevoli, sciocche, intelligenti, geniali (così accontento Mauro) e così via.

Il fatto che l'acquisto di una bicicletta da 10mila euro dia soddisfazione, così come l'acquisto di un orologio dello stesso costo, per molte persone non è riprovevole ma ridicolo. O non geniale, mettiamola come volete.
Allo stesso tempo se uno che ha tanti soldi li spende per fare del bene a chi ne ha di meno viene valutato come un benefattore, se li spende per bici costosissime, orologi costosissimi e che ne so io, no.

Comunque non c'entra niente con il discorso iniziale, finisco l'OT.

ripeto...forse alcuni dovrebbero valutare meno le spese degli altri e farsi di più i caz.i propri, che non è obbligatorio nella società.

Ognuno ha passioni e ci spende i soldi guadagnati, faccio bene a spendere 10000€ di bici ma non li spendo per un PC da gaming, e se nella società vado a valutare quello che invece li ha spesi per il computer e in maniera poco educata mi dice di farmi gli affari miei, ha tutte le ragioni di questo mondo.
 
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martin_galante

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24 Ottobre 2017
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Per quanto siano bravi, a giudicare dalle visualizzazioni, mica tanto "da padrone"...da noi i social sono per lo più roba da ragazzini ( o adulti rimasti tali) che piuttosto fanno fare un milione di visualizzazioni ad un video intitolato " ho schiantato la F12", "Ho riparato la f12, il meccanico si incazza".
ok, ammetto che gli unici social che conosco sono questo forum ed un po' youtube. Tutto il resto mi e' ignoto. Noto solo che youtube mi propone tantissimi contenuti GCN, che propongono non so quanti video a settimana per canale, e ne hanno tanti con milioni di visualizzazioni. Poi appunto, il loro business sono le sponsorizzazioni non le visualizzazioni (e sono anche abbastanza precisi nel dichiararle).
 

martin_galante

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Che sciocchi Giant ed Orbea ad assumersi l'onere di dover alzare i prezzi. Bastava chiedere al forum per avere l'idea di ritoccare unilateralmente il prezzo ai rivenditori chiedendogli di assorbire la differenza.

Comunque Spec e BMC non hanno da preoccuparsi, troveranno qui ottimi candidati CEO per ristrutturare la rete di vendita aumentando i profitti. Però devono fare presto, che la panchina del Real Madrid potrebbe liberarsi a breve. Ed allora i nostri avrebbero una ghiotta alternativa lavorativa.
 
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samuelgol

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I listini comunque oggi sono già gonfiati, fossi nel distributore per l'Italia io non li ritoccherei, ritoccherei solo verso l'alto il listino riservato ai negozianti. Chissà che la finiscano una buona volta di farsi la guerra fra loro a chi sconta di più le bici. La situazione è questa, devi fare la differenza sulla bontà del tuo servizio e non sullo sconto che fai al cliente.
Andare a comprare una Specialized SL7 nel negozio di Canicattì o di Vipiteno deve costare sempre lo stesso importo, quello del listino al pubblico.
D'altra parte, quando vai dall'avvocato e lasci giù delle parcelle di valori paragonabili, mica vai da quello che ti fa più sconto, vai dal più bravo.
Ma che razza di ragionamento è quello dei prezzi imposti al negoziante. Ma dove siamo, in Unione Sovietica? Abolita la libera concorrenza sui prezzi?
Un negoziante fa lo sconto che la sua situazione economica e geografica permette, anche in rapporto alla realtà sociale dove vive. Un negoziante a Roma deve vendere la SL7 allo stesso prezzo del negoziante di Canicattì? O questo uguale a quello di Vipiteno? Io ho 500 mq di locale e devo fare lo stesso prezzo di uno che ha 50 mq di locale? Ho il negozio a Bolzano (zona benestante) e devo vendere un bene allo stesso prezzo che se l'avessi a Trapani? Ho una mega officina con cui fare un servizio post vendita e devo fare lo stesso prezzo di chi ha un bugigattolo e lavora da solo? Ho giro di 1000 bici all'anno e devo fare lo stesso prezzo di chi ne vende 10? ecc.ecc.ecc.
Ma manco Lenin mi sa che le pensava amenità del genere.
 

philthyphil

via col vento
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Per quanto siano bravi, a giudicare dalle visualizzazioni, mica tanto "da padrone"...da noi i social sono per lo più roba da ragazzini ( o adulti rimasti tali) che piuttosto fanno fare un milione di visualizzazioni ad un video intitolato " ho schiantato la F12", "la mia ragazza guida la f12".
non credo sia proprio così. YouTube non è un social di ragazzini (non più da un pezzo) che ne usano altri e si spostano velocemente da uno all'altro, il milione di visualizzazioni non ti fanno più fare soldi come una volta e sopratutto i ragazzini non sono propriamente il target ideale per una F12, non avrebbe senso sponsorizzarli per farlo

In questo caso GCN usa i canali social (YT - Instagram) per arrivare al suo target e a quello dei suoi inserzionisti, adulti con un po' di soldi da spendere in "minchiate" per il ciclismo. e se consideri il bacino di possibili utenti le visualizzazioni, gli iscritti ecc sono di tutto rispetto
 

leandro_loi

Velocista
20 Luglio 2019
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dovunque si possa pedalare
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mia
Ma che razza di ragionamento è quello dei prezzi imposti al negoziante. Ma dove siamo, in Unione Sovietica? Abolita la libera concorrenza sui prezzi?
Un negoziante fa lo sconto che la sua situazione economica e geografica permette, anche in rapporto alla realtà sociale dove vive. Un negoziante a Roma deve vendere la SL7 allo stesso prezzo del negoziante di Canicattì? O questo uguale a quello di Vipiteno? Io ho 500 mq di locale e devo fare lo stesso prezzo di uno che ha 50 mq di locale? Ho il negozio a Bolzano (zona benestante) e devo vendere un bene allo stesso prezzo che se l'avessi a Trapani? Ho una mega officina con cui fare un servizio post vendita e devo fare lo stesso prezzo di chi ha un bugigattolo e lavora da solo? Ho giro di 1000 bici all'anno e devo fare lo stesso prezzo di chi ne vende 10? ecc.ecc.ecc.
Ma manco Lenin mi sa che le pensava amenità del genere.
Mi dici che senso ha mettere un listino al pubblico di tot euro quando si sa che MINIMO c'è un 10% di sconto del negoziante? Non vale la pena mettere un listino al pubblico un 10% più basso e fare così in modo che i negozianti vendano a listino?
Ciò che scrivi comunque non è ciò che succede nella vita reale, dove vi è un certo calmiere sui prezzi. Se il negozio A si lamenta col distributore che il negozio B vende le bici del catalogo nuovo, appena arrivate, col 25% di sconto, il distributore è il primo ad alzare il telefono e chiamare il negozio B dicendogli: "che cazzo fai, perchè sputtani i prezzi in quel modo? Se continui, l'anno prossimo ti trovi un altro marchio da vendere". Col 25% puoi vendere i pezzi che ti sono rimasti in casa a fine stagione, non quelli appena arrivati.
Si chiama tutela della propria rete di vendita. Normalmente dal punto di vista del rivenditore, è considerato serietà da parte del distributore.
Ci sono marchi che non lo fanno, e finiscono nelle vetrine dei negozi più "rapaci".
 

golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
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Mi dici che senso ha mettere un listino al pubblico di tot euro quando si sa che MINIMO c'è un 10% di sconto del negoziante? Non vale la pena mettere un listino al pubblico un 10% più basso e fare così in modo che i negozianti vendano a listino?
No.. perchè in questo modo limiteresti la libertà del singolo venditore che attua le politiche di vendita in base alla zona, clientela, capacità ecc ecc.
Tu da bravo produttore consigli il prezzo, fai lo sconto al rivenditore e lui determina il prezzo di vendita che meglio crede con il ricarico a lui più consono in riferimento alle spese di base sche egli stesso ha scelto.
Come ti diceva Andrea.. un negozio sperduto in un paesello qualsiasi di 15 mq non ha le stesse spese (costi) di un negozio in centro di una grande città con un esposizione di 250mq così come non ha appunto le stesse potenzialità di fare numeri.. il libero mercato è questo e a questo chi produce si attiene, chi imposta prezzi fissi e scontistiche uguali è meglio che si faccia la propria catena di vendite.. sempre se ne è in grado e riesce a gestirla.
 

bradipus

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qualunquemente
Mi dici che senso ha mettere un listino al pubblico di tot euro quando si sa che MINIMO c'è un 10% di sconto del negoziante? Non vale la pena mettere un listino al pubblico un 10% più basso e fare così in modo che i negozianti vendano a listino?
Ciò che scrivi comunque non è ciò che succede nella vita reale, dove vi è un certo calmiere sui prezzi. Se il negozio A si lamenta col distributore che il negozio B vende le bici del catalogo nuovo, appena arrivate, col 25% di sconto, il distributore è il primo ad alzare il telefono e chiamare il negozio B dicendogli: "che cazzo fai, perchè sputtani i prezzi in quel modo? Se continui, l'anno prossimo ti trovi un altro marchio da vendere". Col 25% puoi vendere i pezzi che ti sono rimasti in casa a fine stagione, non quelli appena arrivati.
Si chiama tutela della propria rete di vendita. Normalmente dal punto di vista del rivenditore, è considerato serietà da parte del distributore.
Ci sono marchi che non lo fanno, e finiscono nelle vetrine dei negozi più "rapaci".
Se il negozio B vende col 25% di sconto ed A a prezzo di listino, vuol dire che B vende tanto e A poco.
Nessun imprenditore sensato taglierà mai il rapporto con B, casomai rinuncerà ad A se questo continua a rompere ed a vendere poco...

La politica dei prezzi imposti, oltre che essere contraria alla libera concorrenza, può essere praticata solo da chi domina il proprio segmento di mercato.
In Italia mi pare che solo Apple riesca a farlo, anche perché i ricarichi che consente ai rivenditori sono così bassi da non permettere loro di praticare sconto alcuno.
 

samuelgol

Flughafenwächter
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Mi dici che senso ha mettere un listino al pubblico di tot euro quando si sa che MINIMO c'è un 10% di sconto del negoziante?

Il senso te lo ho già spiegato. Non tutti i negozianti sono nella stessa situazione economica, geografica e sociale e dunque un unico prezzo non risponderebbe alle singole esigenze imprenditoriali, oltre che alle singole scelte.

Non vale la pena mettere un listino al pubblico un 10% più basso e fare così in modo che i negozianti vendano a listino?
No. Se valesse la pena lo avrebbero fatto. I produttori non stanno a far beneficenza.
Ciò che scrivi comunque non è ciò che succede nella vita reale, dove vi è un certo calmiere sui prezzi.
Forse sei tu che non sai cosa succede nella vita reale, altrimenti non avresti pariordinato un negozio di Canicattì a uno di Vipiteno. Un certo calmiere comunque c'è e ci sarà, ma tu stai parlando di prezzi imposti fissi, manco si parlasse di sigarette.
Se il negozio A si lamenta col distributore che il negozio B vende le bici del catalogo nuovo, appena arrivate, col 25% di sconto, il distributore è il primo ad alzare il telefono e chiamare il negozio B dicendogli: "che cazzo fai, perchè sputtani i prezzi in quel modo? Se continui, l'anno prossimo ti trovi un altro marchio da vendere".
Al produttore interessa molto poco a quanto il venditore vende e a quanto ricarico ci applica. Gli interessa quante bici gli compra e gli fa vendere. Per lui il prezzo, al netto di accordi fra loro, quello è, per cui 100 bici vendute per lui sono meglio di 10.
Col 25% puoi vendere i pezzi che ti sono rimasti in casa a fine stagione, non quelli appena arrivati.
Sinceramente sconti del 25% sul listino, salvo casi eccezionali, non ne conosco. Salvo casi eccezionali lo ripeto, prima che qualcuno mi dica che suo cugggggino ha comprato la tal bici col 30% (per le più disparate e spesso ignote ai più ragioni).
 

kfeldspato

Pignone
1 Gennaio 2009
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Siena
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CAAD 12
Ormai quello dell'aumento dei prezzi è un trend consolidato da quasi tutte le case, per un motivo o per l'altro. Devo però notare che i prezzi, da quando ho iniziato a pedalare, circa 10 anni fa, sono cresciuti esponenzialmente. E' vero che i materiali sono cambiati, la tecnologia è avanzata, c'è stata tanta ricerca e sviluppo, ecc. ma un top di gamma è sempre un top di gamma e rappresenta/rappresentava il massimo dell'espressione e dell'arte della bici, ciò è vero ora come 5 o 10 anni fa, solo che allora era venduto a prezzi che erano la metà o giù di li.
Quello che voglio dire, alla fine dei salmi, è che sicuramente ci sono degli aumenti nella filiera di produzione e commercializzazione, ma non sono così convinto che siano tali da dover ritoccare ogni volta i listini. Credo che i margini per limitarli ci siano ma semplicemente non gli interessa. Il nostro per certi versi è uno sport di "nicchia" (d'altronde non tutti hanno una o più bici da migliaia di euro in casa) e la mia sensazione è che non si paghi un valore reale in quello che compriamo, bensì un surplus legato alla passione viscerale che spesso abbiamo in questo sport.
 
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leandro_loi

Velocista
20 Luglio 2019
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dovunque si possa pedalare
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Sinceramente sconti del 25% sul listino, salvo casi eccezionali, non ne conosco. Salvo casi eccezionali lo ripeto, prima che qualcuno mi dica che suo cugggggino ha comprato la tal bici col 30% (per le più disparate e spesso ignote ai più ragioni).
Certo, al distributore che guarda a oggi e non a domani. Perchè domani con la guerra dei prezzi sputtani il brand e ti ritrovi a distribuire un brand che nessun negoziante vorrà rivendere in quanto il margine, al netto degli sconti che tutti si ritrovano a fare su quel brand, è inesistente.
Oggi si assiste a delle differenze di sconto abnormi, a parità di modello e allestimento di bici venduto in due province adiacenti della stessa regione, in particolare per un marchio famosissimo.
E già chi apre una nuova attività si guarda bene da prendere accordi con l'agente di zona di quel brand, in quanto sa che si ritroverà di fronte suoi clienti fidati che gli diranno: "guarda, la bici la compro da xyz perchè è troppa la differenza di prezzo a suo favore".
 

max_max

via col vento
17 Giugno 2013
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Napoli
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Trek Emonda SL8 DA
Dico solo che questo sermone sul prezzo di listino da mantenere e sugli sconti da eliminare dovrebbe dare un'occhiata a quello che avviene nella filiera alimentare, dove il pacco di biscotti CROCCOLOSO viene venduto sottocosto all'ipermercato ed a prezzo pieno nella salumeria sotto casa. Poi, dopo aver contato quanti ne vende l'uno e quanti l'altro, potrebbe chiedere al distributore se pensa di tagliare la fornitura all'ipermercato o alla salumeria.

Penso che basti questo a chiudere la discussione, perché l'esempio Apple è l'eccezione che conferma la regola.
 
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Spanner

Apprendista Cronoman
13 Agosto 2020
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Qui
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Dico solo che questo sermone sul prezzo di listino da mantenere e sugli sconti da eliminare dovrebbe dare un'occhiata a quello che avviene nella filiera alimentare, dove il pacco di biscotti CROCCOLOSO viene venduto sottocosto all'ipermercato ed a prezzo pieno nella salumeria sotto casa. Poi, dopo aver contato quanti ne vende l'uno e quanti l'altro, potrebbe chiedere al distributore se pensa di tagliare la fornitura all'ipermercato o alla salumeria.

Penso che basti questo a chiudere la discussione, perché l'esempio Apple è l'eccezione che conferma la regola.
Apple fa margini risicati ai terzisti per non cannibalizzare le vendite nei propri store.
se anche i produttori di bici vendessero con store propri be vedresti le stesse politiche. Per fortuna ci sono tanti rivenditori che vendono plurimarca e prendono un marchio in funzione dello sconto sul listino
 
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