Io credo (mia convinzione personale) che per arrivare a certi livelli ci voglia una determinazione fuori dal comune.
Spesso questo collima con una furia agonistica spesso sopra le righe.
Paradossalmente trovo meno grave Cavendish che sclera col meccanico rispetto all'imbecille che mi si incolla al culo in autostrada facendomi gli abbaglianti per farmi spostare con la corsia di destra occupata dai camion.
Poi, nel corso della carriera questa "furia agonistica" può stemperare, ad esempio Federer agli inizi era fumantino e rompeva racchette, poi si è trasformato in un signore.
Altri invece mantengono questo carattere.
Immagino che per un velocista sia quasi un "must" essere esplosivi in tutti i sensi.
Gli si chiude la vena, la storia è piena di gomitate, testate e altro.
Può piacere o meno, ma se scindiamo l'uomo dal gesto atletico risulta più facile essere "bilanciati" nei giudizi.
Un atleta ti può stare immensamente sulle palle come uomo ma il valore del gesto atletico rimane.
Le vittorie di questo tour sono senza macchia, niente scorrettezze, pulite e meritate.
Giustificare la propria gioia per una sua sconfitta con quel momento di rabbia mi sembra solo un modo per esultare senza vergognarsi.
Niente a che vedere con la sportività.
Non è che assegnavano il nobel per la pace, si parla di una volata.