Quello che non capisco, è mi sembra molto contraddittorio quello che affermano molti di voi che leggo da anni, è che la Bastianelli, in pratica, ha dato della frustrata alla Van Vautlen perché svolge la sua PROFESSIONE al meglio, e sembra che questo sia corretto ed accettabile. Quando solo si accenna alle frustrazioni sociali dei granfondisti che hanno vita sociale zero per arrivare esimo in una gara amatoriale, apriti cielo... "solo invidia. Se vi poteste allenare lo fareste anche voi. Le Gran fondo sono una gara, se non volete gareggiare andate in bici per conto vostro" etc. Nella MIA concezione di sport, quello professionistico dura dieci anni e richiede il massimo impegno, quello amatoriale può essere praticato tutta la vita ed è un piacevole passatempo, non una fonte di stress o isolamento sociale. Il succo dei vostri ragionamenti è che un uomo DEVE impegnarsi al massimo nello sport, anche solo che amatoriale, altrimenti deve tacere se non vince o solo rimane in mezzo al traffico in una granfondo perché i primi si prendono troppo sul serio. Le donne, invece, poiché destinate a fare la mamma, debbono svolgere la professione all'ottanta percento così si realizzeranno in quello che è il loro fine ultimo, la maternità, questo indipendentemente che una donna desideri diventare mamma. In pratica non ha scelta, la società le impone quel destino. Il ragionamento, dal mio punto di vista, è molto sessista. Per altri, ho l'impressione che, se quell'intervista fosse in olandese contro l'italiana, avrebbero idee diverse in proposito. Hinault si è ritirato a 32 anni, non ha chiesto agli altri di non allenarsi, o forse lo ha fatto ma l'epoca degli sceriffi in gruppo era finita, anche Moser si è ritirato in quegli anni e le montagne sono tornate al Giro. Si è ritirato relativamente giovane, come molti campioni, ormai logori ed appagati.