Al contrario, ha perfettamente senso: una realtà spesso dimenticata consiste nell’adagio che vuole che il ciclista contenga moltitudini. Ha perfettamente senso prediligere il meccanico all’elettronico (o viceversa), il disco al pattino (o viceversa), l’acciaio al carbonio (o viceversa), etc. indipendentemente da marca e modello: la (discutibile, per ragioni di marketing e non sempre di funzionalità) necessità di innovare può talvolta collidere con l’adagio che vuole che se una cosa funzioni non la si debba toccare – a prescindere, s’intenda, dalle preferenze (e, perché no, dalle tasche) personali.
Detto questo è interessante osservare come il soggetto originale del post (Campagnolo fuori dal World Tour… e con questo? Insomma, anche la blasonata Scuderia Ferrari è mancata da diverse competizioni) è stato quasi immediatamente distorto dalle campane funeree per l’azienda Vicentina: certo, errori (a diversi livelli) ne sono stati fatti, ma la (parafrasando Twain) notizia della sua morte è stata grandemente esagerata
Una nota personale (condivisibile o opinabile che sia, rammento che è la semplice opinione del verecondo scrivente): Campagnolo ha raggiunto l’apice tecnologico nel 2009-2010, dopodiché c’è stata una caduta libera della qualità e, quasi a rapporto di proporzione inversa, un aumento inspiegabile (le spiegazioni ci sono eccome, ma... semplifichiamo) dei prezzi.
P.S.: Mi trovi in perfetto accordo con le tue preferenze estetiche