Se mi chiedi "Lumi" sul perchè faccio ciò che ho scritto, sono ben disposto a farlo. Se proclami le tue convinzioni (errate) come verità assolute, sei tu che dovresti argomentare.
In ogni caso: la grandezza fisica che descrive la capacità di un corpo di assorbire e smaltire (meglio, accumulare e rilasciare) il calore è definita capacità termica, ovvero la quantità di calore necessaria per innalzare la sua temperatura di una certa quantità (joule per grado Celsius J/°C o calorie per grado Celsius cal/°C). La capacità termica di un qualsiasi oggetto dipende principalmente da due fattori principali: la massa ed il materiale. Il loro legame è descritto dalla funzione:
Q=m⋅C⋅ΔT
dove "Q" è il calore assorbito (o rilasciato), "m" è la massa dell'oggetto, "C" è la capacità termica del materiale, "ΔT" è la variazione di temperatura.
Vien da sè che maggiore è la massa di un oggetto, più alta sarà la sua capacità termica, è quindi sarà necessaria più energia per la stessa variazione di temperatura. Più energia che, nel nostro caso, a parità di tutti gli altri fattori di forma, materiale e costruzione, è rappresentata dalla maggiore decelerazione applicata alla bici tramite il freno in oggetto, sia per una maggiore forza applicata, sia per una maggiore durata della decelerazione o per una combinazione di entrambe le cose.
Ciò è anche facilmente comprensibile anche senza fondamenti di fisica, ma per intuizione. Ragioniamo per assurdo: secondo te, a parità di forza frenante applicata, si scalderà prima un disco di spessore infinitesimale o lo stesso disco (inteso come materiali e costruzione) di spessore enormemente maggiore (facciamo 1cm per rendere l'idea)? la risposta è lapalissiana.
Oltre alla questione della capacità termica, ma comunque in parte legata a questa, ci sono gli aspetti strutturali e meccanici. Un disco con pista frenante di spessore minore sarà più soggetto a deformarsi e a innescare vibrazioni e risonanze. Ciò perchè, a parità di tutti gli altri fattori costruttivi e di materiale (ovvero stesso modulo di elasticità), un minor spessore influisce (diminuendola) sulla rigidezza, a maggior ragione all'aumentare della temperatura. Questa grandezza fisica (la rigidezza) descrive la capacità di resistere alla deformazione in seguito all'applicazione di una forza, ovvero la capacità di ripristinare la forma originale dell'oggetto (in questo caso la pista frenante) dopo essere stato distorto. Un disco metallico con una maggiore rigidezza tenderà a vibrare meno e sarà meno incline a innescare risonanze (anche questo è abbastanza intuito).
Tutto ciò è il motivo (principale, non unico) per il quale il produttore indica un limite di consumo della pista frenante, oltre il quale il disco non garantisce più le prestazioni e la sicurezza d'uso per il quale è stato prodotto.
Questo decadimento delle caratteristiche è sostanzialmente lineare (non del tutto, ma assumiamo che sia così per immediatezza del ragionamento), ovvero le prestazioni del disco saranno massime da nuovo e decadranno progressivamente con il consumarsi della pista frenante ed il diminuire del suo spessore, ferme restando le altre caratteristiche strutturali (ovvero che non abbia subito danni, deformazioni o modificazioni dovute ad altri fattori). Questo fino a raggiungere il limite minino fissato dal produttore, oltre il quale il disco andrebbe sostituito.
Ora, per concludere questo pippone noioso, avendo tu 2 dischi uguali in origine, uno nuovo e l'altro con vita utile dimezzata poichè già utilizzato, come li disporresti sulla bici? Visto il minimo sbattimento per eseguire l'operazione, IO preferisco di gran lunga avere il disco nuovo (o nella prima parte di vita utile) all'anteriore, dove la forza frenante applicata è maggiore, lo sono le sollecitazioni e lo stress termico, l'esigenza di costanza di rendimento e sicurezza, e quello consumato al posteriore, laddove sono richieste performance minori.
Certo, tutto ciò ha un qualche senso se i freni si usano correttamente e spesso intensamente, ovvero su discese lunghe e impegnative.
Spero di aver chiarito sufficientemente