che cosa è e come nasce la crisi? Come mai ogni tanto capitano le famose giornate no nonostante non ci siano problemi evidenti di salute? Dove va ricercata la risposta? Sono stati mai fatti studi scientifici?
colgo l'occasione , agganciandomi al quesito di Plata, inserendo anche... perche' la crisi a volte sopraggiunge pure non essendo una giornata no magari a meta' di una corsa o di un giro impegnativo ma come tanti altri ...? ( che sia solo un problema alimentare ? )
Ciao Roberto anchio sposo la domanda di Plata, proprio stamattima dopo un periodo in cui sentivo la gamba girare benone stamattina ero assolutamente affaticato e poco reattivo eppure dormito bene la sera prima , solita colazione eppure non era giornata......ho dato colpa al caldo improvviso che è arrivato ma una debacle cosi non me l'aspettavo......
Allora devo cominciare subito :)
Primo argomento, alquanto difficile e laborioso, è la FATICA:
esistono diverse forme di "fatica" e affaticamento, tra l'altro già menzionate nelle vostre domande, classificandole sono almeno 5 le categorie da assegnare a questo significato:
1) la crisi, la "cotta" improvvisa
2) la fatica post esercizio/allenamento/gara
3) la compensazione post carico allenante (microciclo/settimane di carico allenante)
4) fatica da sovrallenamento
5) Fatica da patologia, non necessariamente legata all'allenamento ma potenzialmente esacerbata da esso.
1) è dovuta essenzialmente a due fattori: deplezione delle riserve di glicogeno (depositate nei muscoli e in parte predominante anche nel fegato) e da fattori biochimici intrinseci dalla cellula muscolare.
Nel primo caso si DEVE prevenire sia con un carico glucidico ottimizzato precedente l'allenamento/gara, sia con
un apporto costante e continuo di alimenti (sotto sforzo anche ad alto indice glicemico), soprattutto in eventi della durata >90-120'.
Sotto tale durata non sussiste in genere una deplezione che comporti una crisi di questo genere
Interessante come anche l'allenamento debba essere finalizzato anche ad un adattamento in senso "digestivo" =
http://blog.trainingpeaks.com/2011/03/training-the-gut.html.
La fatica "neuromuscolare" invece consiste, semplificando all'osso, in un accumulo di ioni H+ , in questo caso la spiegazione è più complessa e spesso legata più ad un fattore di durata/endurance oltre che ad una deplezione delle riserve energetiche. Un utile e relativamente di facile comprensione in
queste slide
L'allenamento induce un miglioramento biochimico cellulare sprattutto a livello mitocondriale. Essenzialmente queste vere e proprie centrali "energetiche" diventano più efficaci. Un esempio banale è la capacità di sopportare un uscita dopo uno stop anche prolungato (es inverno) e fase di picco della stagione: gli adattamenti non sono solo aerobici (miglioramento capacità cardiache, cardiovascolari, capillarizzazione...) ma anche e soprattutto a livello enzimatico specifico.
pg 88
Importante come anche il caldo in questo caso sia un fattore determinate, le maggiori ricerche in ambito di recupero sono proprio sul fronte dell'
abbattimento della temperatura corporea durante lo sforzo.
2) è una normale risposta all'esercizio e indica "l'innalzamento dell'asticella", cioè dei propri limite, fattore essenziale di ogni allenamento e sport, modelli e teorie in tal senso si sono abbastanza standardizzati negli ultimi decenni. Già gli antichi greci conoscevano
questo concetto :)
Per ora non mi soffermo su questo punto
3) complementare a 2 è necessaria per l'aumento della prestazione, ha durata variabile da pochi a 10-15 gg ed è associata a riduzione delle capacità massimali e performance "quotidiane" anche di attenzione.
Alcuni dei casi sopra esposti nelle domande molto probabilmente rientrano in questo ambito o nella somma di fatica "acuta" (punto 1 e/o associato a 2)
4) fatica persistente e prolungata che può protrarsi per settimane e anche mesi con decadimento della prestazione
La sottile linea tra 3 e 4 può essere influenzata da:
- inadeguatezza di riposo/sonno
- viaggi, alimentazione
- stressor quotidiani
Monitorare allenamenti e prendere alcuni riferimenti (i più semplici) e utili per non incorrere in overtraining sono:
- monitorare FC a riposo
- controllo e monitorazione degli stati d'umore
- aumento della consapevolezza dei segnali/sensazioni percepite
5) correlata a fattori patologici (malattie febbre) e molto spesso legata ad un calo delle difese immunitarie
Come si può notare l'argomento è vasto e richiederebbe un singolo approfondimento per ogni punto.
La crisi può arrivare anche in una giornata positiva, in questo caso rientra in un ambito di crisi "non cronica" ma legata, molto spesso ai fattori 1 e 2.
Capita spesso anche in gara che queste "crisi" siano passeggere e compensate se adeguatamente e tempestivamente controllate (es assunzione corretta di liquidi e zuccheri).
Non ho risposto magari a 360° ma la prima domanda va a toccare un argomento molto vasto :)