Oppure che oltre che ad essere mutate alcune situazioni, tra cui la valenza delle cronometro che costringeva gli scalatori disperati a tentare l'impresa, non ci sono quei campioni disperati (Pantani per fare un esempio citato sempre da tutti come l'eroe delle imprese) che per sperare di vincere potevano solo attaccare da lontano essendo poi piuttosto deboli (crono?) in altri campi. Al momento un Contador che più va avanti e più penso che sia un campione clamoroso (che questo Tour potrebbe anche non vincerlo però), non ha alcuna ragione di attaccare da lontano. Gli basta 1 minuto qua e 1 là e poi consolidare pure a cronometro, perchè è un campione completo. Idem Evans, sebbene su un livello ben più basso. In salita va bene, a cronometro va bene, in discesa va bene, sugli strappi (vedi 3 tappa) va bene ed è in grado anche di vincere corse di 1 giorno. Perchè mai dovrebbe partire da lontano rischiando di saltare.....gli Schleck anche sono ottimi corridori che non avrebbero bisogno dell'impresa epica, ma solo di un'altra testa e una maggiore convinzione quando è il loro momento: ma non sanno mai coglierlo. Basso non è al meglio, altrimenti penso varrebbe gli Schelck e se la giocherebbe anche con Evans, come ha dimostrato anche al Giro del 2010.
In sostanza, l'impresa è tale perchè riesce una volta ogni mai e tante altre volte invece porta ad un botto devastante, tanto più devastante in gare a tappe in cui si corre tutti i giorni e viene tentata solo da chi è disperato e con le spalle al muro: nelle classifiche di oggi con le spalle al muro non c'è nessuno e chi è già distante lo è perchè era ampiamente previsto che lo fosse e non ha le gambe e non le avrà mai, per cavar fuori un ragno dal buco.
Del resto anche nel passato, attacchi da lontano di campioni veri ne ricordo pochini e Armstrong e Indurain ad esempio non mi pare li si potesse definire mezzi corridori.