23 km, da Les Essarts a Ls Essarts. Un paesino disperso in mezzo alla Vandea, regione bucolica del Nord della Francia, che in un giorno è diventato da impassibile a in fermento, tutti si sono riversati sulle strade per vedere i 198 corridori al via della seconda tappa del Tour.
Una cronosquadre così, si pensava, sarebbe servita a fare distacchi veri in classifica generale? Abituati alle cronometro-fiume dei tempi di Indurain e di Lance Armstrong, ci troviamo catapultati in questa nuova era dove le cronometro sono sempre meno influenti sulla classifica generale e, proprio nel Tour con meno cronometro della storia, non poteva che essere così. E infatti il team peggiore, la Euskaltel-Euskadi di Samuel Sanchez (che con una cronometro a squadre classica di 60 km avrebbe già dovuto dire addio al podio, mentre ora ha ancora varie possibilità di conquistarlo), ha perso "solo" 1'22" dalla
Garmin-Cervelo del gigante, Thor Hushovd, scortato alla grande da tutti i suoi compagni, compreso Tyler Farrar con cui già dallo sprint di oggi a Redon si dovrà confrontare. E il norvegese ha conquistato anche la maglia gialla, non la prima (vinse anche il prologo del Tour 2006) ma sempre bellissima: dopo la maglia a pois, un pò a sorpresa sulle spalle di un velocista così imponente, arriva il simbolo del primato e Thor non può che esserne contento.
E gli altri team favoriti?
Sono tutti lì, in 10", a prova del fatto che questa crono si è decisa nell'impostazione delle curve e qualcuno ha pagato qualche incidente di percorso. Seconda, la grande sorpresa, la BMC di Cadel Evans che zitto zitto inizia a guadagnare sui diretti rivali. Però il Tour si deciderà sulle grandi montagne e lì Cadel rischia di perdere tutto il vantaggio che sta accumulando finora: ma intanto si va giorno per giorno e già Martedì potrebbe prendersi la maglia gialla, dopo due giorni da secondo (perfetto per lui, eterno piazzato). Poi gli uomini Sky, autori comunque di un'ottima prestazione, mentre quarta con una buona prova la Leopard, letteralmente trainata dallo svizzero Fabian Cancellara: e così i fratelli Schleck, che oggi sono sembrati impotenti, restano lì vicini pronti alla battaglia già (forse) dal massiccio centrale. Con lo stesso tempo la HTC Highroad, che paga la caduta di Eisel nel primo chilometro e parte con l'handicap: forse senza quella scivolata tutto sarebbe andato diversamente.
Poi il Team RadioShack: il bistrattato team americano, da tutti sottovalutato e non considerato come dovrebbe probabilmente, è autore di una buona prestazione, penalizzato dall'età media dei suoi corridori e quindi dalla mancanza di reattività rispetto agli altri che in un percorso del genere decide tutto. In recupero nel finale, chiudono a 10" senza perdere praticamente niente e quindi va bene così, missione compiuta per loro.
Perde, ma meno del previsto, Contador e la sua Saxo Bank Sungard, prima a partire, al traguardo con 28" di ritardo: certo, sempre più da recuperare, ma di montagne ce ne sono veramente tante e se lo spagnolo sarà superiore e lo dimostrerà potrebbe arrivare a Parigi anche con qualche minuto di vantaggio. Deciderà tutto la squadra. Deluso invece Ivan Basso, 15° con la Liquigas a 57": considerato che il team era attrezzato per non perdere qui non è un buon risultato ma niente di irreparabile. Damiano Cunego perde qualche secondo, ma se la condizione è quella del Giro di Svizzera un buon piazzamento potrebbe esserci. Il punto è: ne vale la pena o è meglio andare a caccia di tappe?
Intanto guardiamo ad oggi, 198 lunghi e pianeggianti chilometri da Olonne-sur-mer a Redon. Gli ultimi 30 km esposti al vento, che dovrebbe andare a circa 30 km/h, potrebbe dare fastidio e per quei big che sono arrivati in ritardo Sabato è importante non continuare a regalare secondi, altrimenti davvero si rischia di dire addio alle speranze di vittoria o piazzamenti. Gli italiani sperano in Alessandro Petacchi, in forma però non ottimale. Favorito Mark Cavendish, com'è ovvio che sia, mentre sarà interessante vedere la sfida in casa tra la maglia gialla Hushovd e Farrar: chi tirerà l'altro oppure ognuno farà lo sprint per sè?
E attenzione a Boasson Hagen
Questo un mio articolo sulla tappa di ieri...