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Alto Adige: paradiso per salitomani!
Testo
<blockquote data-quote="rapportoagile" data-source="post: 2244534" data-attributes="member: 10802"><p>Spero che <strong>Mabon </strong>non si arrabbierà se "rubo" la descrizione dal suo bel blog, anche perchè la decisione di prove questa salita, l'ho presa proprio dopo averlo letto.</p><p>Tra l'altro, una volta arrivato a casa dopo il lavoro alle 16.30, mi sono messo a vedere l'arrivo della tappa del Giro. Inoltre il vento fortissimo mi aveva giá convinto di rimandare a "data da destinarsi" e di infilare le pantofole e starmene a casa. Invece, "l'eroico neurone"<span style="color: Red"><strong>*</strong></span> mi ha costretto ad uscire; al limite solo a fare un "giretto". Ho preso la direzione di Rencio, pensando che comunque nessuno mi obbligava a salire, e avrei potuto anche pedalicchiare in pianura fino a Campodazzo e ritorno. Poi, invece, sempre "lui" (l'eroico neurone) mi ha convinto a provarci.</p><p>La salita che ho fatto ieri è questa:</p><p><span style="color: Blue"><em> Da Rencio si sale per i primi due chilometri della strada provinciale per l'altipiano del Renon. Un paio di centinaia di metri dopo un primo bivio giungiamo all'inizio della, è proprio il caso di dirlo, nostra fatica. Si svolta a sinistra in direzione Signato imboccando subito un breve tratto piuttosto duro, ma non è che l'antipasto. Una spianata serve solo per dare la possibilità di mettere bene a fuoco il cartello che annuncia l'inquietante pendenza del 16%... e non siamo nemmeno al primo chilometro! Per la verità quella percentuale si raggiunge solo per un centinaio di metri, poi cala di qualche punto pur restando sempre sopra il 10% fino ad un gruppo di case. Qui ci avviciniamo al secondo chilometro; la carreggiata è poco più larga di una normale corsia e sarà così fino in cima. Qualche strappetto alternato a momenti di respiro e poi, in vista di un bel tornante panoramico, di nuovo una rasoiata che mette in croce le gambe di chi non ha gestito bene le proprie forze. Fino al pese di Signato, un paio di chilometri più sopra, la strada concede poche possibilità di recupero, ma ci si può consolare con l'ottima vista sulla sottostante valle dell'Isarco e sulla conca bolzanina. Si entra nella piccola località (a chi può interessare, di fronte al ristorantino c'è una bella fontana, anche se un vero ciclista si ferma solo in cima...) e si prosegue tra strappi e brevi tratti più dolci fino in vista della sbarra che annuncia la zona a traffico limitato. Qui viene servito il "piatto forte" con tre-quattro impennate da brivido nel giro di poco più di un chilometro. Altre "cunette", poi una baracca in legno annuncia gli ultimi 500 metri: è fatta! Dopo circa 9 km dal bivio di Rencio si sbuca sulla strada che porta a Soprabolzano (distante un paio di chilometri). Girando a destra, invece, in duecento metri di discesa si raggiunge il Lago di Costalovara. Come ormai sarà chiaro, gran parte dell'ascesa è caratterizzata da una alternanza di strappi, anche molto duri, e brevi pause. E' questo che rende la salita particolarmente ostica: non appena trovato il ritmo giusto, è già tempo di variare nuovamente rapporto e frequenza della pedalata. Anche i più esperti, se non in buona giornata, rischiano un calvario davvero poco piacevole! </em></span></p><p></p><p>Beh, che dire, è proprio come l'ha descritta Marco (Mabon) e credo che sia fattibile solo in primavera o autunno, oppure in estate, ma molto molto presto, perchè è molto esposta al sole. </p><p>Non ho preso il tempo, anche perchè ero convinto che a metà avrei girato la bici e invece sono pure riuscito a non mettere il piede a terra, anche se la tentazione era forte in più di un'occasione. comunque indicativamente un'oretta.</p><p>Il bello è che mentre le stradine del fondovalle e le salite "facili" sono piene di ciclisti, qui non ne ho visto "uno", come d'altronde in altre "mie" salite. Segno che effettivamente siamo in pochi ad apprezzarle.</p><p>Conosco gente forte, che non le fa, perchè sostiene che "rovinano la gamba" e sono poco allenanti, e probabilmente hanno ragione.</p><p>Il mio computerino ha riportato da Rencio 8,7 km e 900 m di dislivello.</p><p>Bon, un'altra "tacchetta" nella mia stecca delle salite.</p><p></p><p><span style="color: Red"><strong>*</strong></span>A proposito: per chi non sapesse chi è "l'eroico neurone", e avesse voglia di sorbirsi un'altra lettura, è qua:<a href="http://www.bdc-forum.it/showthread.php?t=94837" target="_blank">http://www.bdc-forum.it/showthread.php?t=94837</a></p><p></p><p><span style="color: DarkOrange"><em>P.S. Vince, scusa se non ti ho avvisato come eravamo d'accordo, ma come avrai letto ho deciso di farla solo in tardo pomeriggio e comunque c'era il rischio piuttosto marcato, che una volta giunto a casa, mi sarei "accasciato" o "accasato"<img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_mrgreen.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":mrgreen:" title="Icon Mrgreen :mrgreen:" data-shortname=":mrgreen:" />..... La prossima volta ti avviso....giuro giuro giuro....</em></span></p><p><span style="color: DarkOrange"><em></em></span></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="rapportoagile, post: 2244534, member: 10802"] Spero che [B]Mabon [/B]non si arrabbierà se "rubo" la descrizione dal suo bel blog, anche perchè la decisione di prove questa salita, l'ho presa proprio dopo averlo letto. Tra l'altro, una volta arrivato a casa dopo il lavoro alle 16.30, mi sono messo a vedere l'arrivo della tappa del Giro. Inoltre il vento fortissimo mi aveva giá convinto di rimandare a "data da destinarsi" e di infilare le pantofole e starmene a casa. Invece, "l'eroico neurone"[COLOR=Red][B]*[/B][/COLOR] mi ha costretto ad uscire; al limite solo a fare un "giretto". Ho preso la direzione di Rencio, pensando che comunque nessuno mi obbligava a salire, e avrei potuto anche pedalicchiare in pianura fino a Campodazzo e ritorno. Poi, invece, sempre "lui" (l'eroico neurone) mi ha convinto a provarci. La salita che ho fatto ieri è questa: [COLOR=Blue][I] Da Rencio si sale per i primi due chilometri della strada provinciale per l'altipiano del Renon. Un paio di centinaia di metri dopo un primo bivio giungiamo all'inizio della, è proprio il caso di dirlo, nostra fatica. Si svolta a sinistra in direzione Signato imboccando subito un breve tratto piuttosto duro, ma non è che l'antipasto. Una spianata serve solo per dare la possibilità di mettere bene a fuoco il cartello che annuncia l'inquietante pendenza del 16%... e non siamo nemmeno al primo chilometro! Per la verità quella percentuale si raggiunge solo per un centinaio di metri, poi cala di qualche punto pur restando sempre sopra il 10% fino ad un gruppo di case. Qui ci avviciniamo al secondo chilometro; la carreggiata è poco più larga di una normale corsia e sarà così fino in cima. Qualche strappetto alternato a momenti di respiro e poi, in vista di un bel tornante panoramico, di nuovo una rasoiata che mette in croce le gambe di chi non ha gestito bene le proprie forze. Fino al pese di Signato, un paio di chilometri più sopra, la strada concede poche possibilità di recupero, ma ci si può consolare con l'ottima vista sulla sottostante valle dell'Isarco e sulla conca bolzanina. Si entra nella piccola località (a chi può interessare, di fronte al ristorantino c'è una bella fontana, anche se un vero ciclista si ferma solo in cima...) e si prosegue tra strappi e brevi tratti più dolci fino in vista della sbarra che annuncia la zona a traffico limitato. Qui viene servito il "piatto forte" con tre-quattro impennate da brivido nel giro di poco più di un chilometro. Altre "cunette", poi una baracca in legno annuncia gli ultimi 500 metri: è fatta! Dopo circa 9 km dal bivio di Rencio si sbuca sulla strada che porta a Soprabolzano (distante un paio di chilometri). Girando a destra, invece, in duecento metri di discesa si raggiunge il Lago di Costalovara. Come ormai sarà chiaro, gran parte dell'ascesa è caratterizzata da una alternanza di strappi, anche molto duri, e brevi pause. E' questo che rende la salita particolarmente ostica: non appena trovato il ritmo giusto, è già tempo di variare nuovamente rapporto e frequenza della pedalata. Anche i più esperti, se non in buona giornata, rischiano un calvario davvero poco piacevole! [/I][/COLOR] Beh, che dire, è proprio come l'ha descritta Marco (Mabon) e credo che sia fattibile solo in primavera o autunno, oppure in estate, ma molto molto presto, perchè è molto esposta al sole. Non ho preso il tempo, anche perchè ero convinto che a metà avrei girato la bici e invece sono pure riuscito a non mettere il piede a terra, anche se la tentazione era forte in più di un'occasione. comunque indicativamente un'oretta. Il bello è che mentre le stradine del fondovalle e le salite "facili" sono piene di ciclisti, qui non ne ho visto "uno", come d'altronde in altre "mie" salite. Segno che effettivamente siamo in pochi ad apprezzarle. Conosco gente forte, che non le fa, perchè sostiene che "rovinano la gamba" e sono poco allenanti, e probabilmente hanno ragione. Il mio computerino ha riportato da Rencio 8,7 km e 900 m di dislivello. Bon, un'altra "tacchetta" nella mia stecca delle salite. [COLOR=Red][B]*[/B][/COLOR]A proposito: per chi non sapesse chi è "l'eroico neurone", e avesse voglia di sorbirsi un'altra lettura, è qua:[URL]http://www.bdc-forum.it/showthread.php?t=94837[/URL] [COLOR=DarkOrange][I]P.S. Vince, scusa se non ti ho avvisato come eravamo d'accordo, ma come avrai letto ho deciso di farla solo in tardo pomeriggio e comunque c'era il rischio piuttosto marcato, che una volta giunto a casa, mi sarei "accasciato" o "accasato":mrgreen:..... La prossima volta ti avviso....giuro giuro giuro.... [/I][/COLOR] [/QUOTE]
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