Quello sicuramente, anzi diciamo che è stato l'unico motivo per cui ha deciso di pubblicarlo secondo me, appunto per il modo in cui si pone per tutto il libro snaturandone anche il titolo che, invece per un libro di denuncia vero sarebbe stato perfetto.Probabilmente aveva bisogno di realizzare e un (bel) libro di denuncia, fatto da un nome di primo piano del ciclismo internazionale, poteva avere buone vendite.
La reazione del "anche gli altri fanno così" è naturale, umana, mi ha fatto specie appunto quell'arroganza di fondo che a volte risultava fastidiosa.Bisogna sempre considerare il contesto in cui uno vive e ciò attenua molto certi comportamenti. Le responsabilità, però, sono sempre individuali, in particolare se sono fraudolente.
Nel suo caso anch'io farei così, senza arroganza, però. Se vivo in un contesto malato la volta in cui mi beccano la prima cosa che dico è: ma anche gli altri fanno così.
La colpa, se il contesto fraudolento dura a lungo, è di chi dovrebbe trovare soluzioni efficaci e non vuole applicarle.
D'accordissimo su chi fa lo gnorri quando invece dovrebbe risolvere questo problema.
Rimane nonostante tutto un bel libro interessante