che mi dite di questa curiosità???

Lanerossi

Maglia Iridata
22 Settembre 2004
14.984
272
43
Recoaro Terme (VI)
lanerossi.altervista.org
Oggi ho recuperato anch'io una Freschi Supreme, freni a bacchetta, da uomo. Me l'hanno regalata e sono contentissimo, anche se la forcella è evidente che ha preso un colpo in un frontale (la proverò, è piegata leggermente, ma ho visto di peggio).
Ha pure il cambio al mozzo, che devo capire come funziona, ma mi piace davvero tanto, è messa piuttosto bene per la sua età... Ora devo solo cambiare qualche raggio e il gioco è fatto.

Non è vecchissima, ha una guarnitura Ofmega in alluminio a corona singola (identica a quella da corsa d'imitazione Campagnolo), serie sterzo sempre Ofmega, cerchi in alluminio Nisi: per me è degli anni '70, anche se all'inizio pensavo fosse più vecchia.
 

Aqualung

Ammiraglia
21 Aprile 2004
16.408
139
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Bici
sì e ci pedalicchio

... hai detto le stesse cose che stavo per scrivere dopo aver visto ora questo telaio (a parte il rif.to a Rigi, che non conosco).

 

Fabio.Mazzari

Novellino
26 Gennaio 2009
2
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Padova
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La "bici corta" di Ri.Gi. (Rinaldi Giorgio) veniva costruita a Padova nelle officine Ri.Ma. (Rinaldi Mario) padre di Giorgio in via Tiziano Aspetti a Padova.
La Rima costruiva mobili, sedie, poltrone, ecc. di design per uffici, comunità, scuole, università, sale congressi o riunioni, ecc., quindi possedeva le necessarie maestranze per la lavorazione dei telai.
L'idea era quella di accorciare il più possibile l'interasse tra la ruota anteriore e posteriore con lo scopo di aumentare la velocità in curva (il raggio di sterzata di un veicolo corto è inferiore a quello di un veicolo lungo) e di aumentare lo scatto.
E' un telaio adatto a cronometro, pista con pignone fisso, salita.
Nelle gare era necessario prendere la mano quando si era in gruppo dato che quelli che erano davanti dovevano fare le curve più larghe.
Un punto debole era l'attacco del deragliatore che doveva essere ben solido dato che era saldato su una superficie stretta.
Inoltre, il tratto corto della catena tra volantina e ruote libere, costringeva a non usare alcune combinazioni di rapporti per non avere la catena troppo disassata anche se, una volta capito il meccanismo, si componevano ruote libere con numero di denti dei pignoni adatti.
Indubbiamente era più leggero ed assorbiva di più le vibrazioni sotto la sella data la aumentata elasticità.
Circa a metà dei due tubi era saldato un archetto orizzontalmente, di rinforzo.
Io possiedo ancora due telai nuovi mai usati ed ho corso da dilettante allievo e juniores dal '76 al '81 con questo tipo di telaio.
Il telaio Ri.Gi. ha vinto il compasso d'oro nel '79.
Giorgio Rinaldi è deceduto nel '93.
A proposito: era mio zio.

Fabio Mazzari
 
Ultima modifica:

Fabio.Mazzari

Novellino
26 Gennaio 2009
2
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Padova
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Ricordo di aver visto anni fa, dei supporti in lega di alluminio ricavati da uno stampo da sostituire al bracciale dei deragliatori Gian Robert e Campagnolo che avevano la sagoma del tubetto dal lato della volantina: sul tubetto c'era un foro filettato (come sul telaio di ciclista statunitense) e sul supporto c'era un foro asolato per poter far passare la vite e che andava avvitata al tubetto.
Successivamente sono stati creati dei telaietti da saldare al tubetto ai quali si avvitava il supporto di alluminio che però non aveva più la sagoma del tubetto ma quella del telaietto.
Proverò a guardare se ci sono ancora e vi farò sapere.
La Campagnolo prese spunto da questa modifica per fare i deragliatori senza bracciale e a quel punto si potevano montare deragliatori già fatti senza alcuna modifica.
Il telaio di ciclista statunitense, è un prototipo che porta le ruote da 26 per ovviare al carro più corto.
I prototipi successivi hanno le ruote da 28 in quanto il carro è rimasto quello per la 28, mentre i due tubetti e la sella sono stati spostati più indietro e si è accorciato il telaio, tantè vero che se si girava il manubrio si andava a toccare con la punta della scarba (bloccata dal fermapiedi) sulla ruota (quando il pedale era orizzontale in avanti).
Il pericolo che questo possa succedere in corsa è molto remoto, infatti è una posizione che in corsa non succede mai, lo si fa solo se ci si prova a farlo.

Fabio Mazzari
 

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