grazie!!!
quando ci vado ne scatterò tante e poi le posterò anch'io!
Purtroppo non sono riuscito a ritrovare le foto degli stambecchi e della strada del Nivolet. Comunque, quelle di Cima Coppi sono assai eloquenti.
Ho, invece, ritrovato un mio vecchio messaggio trasmesso ad un NG di ciclismo.
Lo ripubblico qui volentieri.
Sergio
Pisa
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Subject:
Il fiato al Nivolet
From:
Sergio SERVADIO <servadio@mail.df.unipi.it>
Date:
Wed, 31 Jul 2002 10:07:43 +0200 (CEST)
To:
cgatto@studiosynthesis.eu.com, senzafiato <senzafiato@libero.it>,
M.Lippa@ads.it
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
'Vengo anch'io!'
... e poi eravamo solo in tre: Davide, Massimo e Sergio.
Le famiglie a crogiolarsi al sole e tirar calci al pallone a Ceresole, siamo partiti per il Nivolet.
Una gran bella strada di montagna, ben tracciata e ben tenuta; un po' di
traffico di domenica, in compenso poche motociclette. Basta andare al proprio passo e in cima ci si arriva: non e' una salita di quelle da far paura, ogni tanto da' respiro e piu' vai su' piu' ti
tende la mano con qualche metro per rifiatare.
Massimo e' un omone alto e corpulento, Professore di Ginnastica, tri-atleta, proprietario e gestore di una ben avviata palestra.
Vox populi: 'Tratta bene i conoscenti al momento di assegnare posti per lo spinning unisex'.
Lui non ce la faceva proprio ad andare in salita senza forzare; cosi' se
ne e' andato avanti e l'abbiamo rivisto in cima.
Davide e' andato letteralmente 'in gloria', gia' che non
era mai stato cosi' tanto sopra i 2000. All'inizio era un po' preoccupato
per se' (non per niente si chiamava outofbreath) ma anche per la Tessiore.
La bici pero' si e' comportata bene, l'aria rarefatta non fa male al
carro in carbonio.
In discesa poi andava come una lippa.
L'asfalto era buono, pulito e asciutto; con le ganasce dual-pivot
faceva staccate all'ultimo e sorpassi d'auto adrenalinici.
Ieri ho finalmente capito il perche' dello scivolone di massa al
Superga-Day di vari mesi fa. Voi non ve ne eravate accorti: Davide e' un
discesista!
Mentre gli altri son rientrati a Torino, domenica io sono rimasto a
Ceresole e lunedi son tornato al Nivolet; zaino in spalla, ho portato
la Zapier giu' lungo il vallone dall'altra parte.
Scollinare dal Nivolet era sempre stato un mio sogno.
Se non l'avete mai sognato o se non ne avete necessita' non fatelo di
scollinare li' con la specialissima.
E' stato faticoso calare, qualche volta 'a doppia catena', la fidatissima Zapier con tanto di parafanghi giu' fino a Pont. A Villeneuve faceva un caldo boia; ho preferito aspettare il bus per Pre' Saint Didier. Son salito al Piccolo, una goduria pedalare di
nuovo al fresco dopo una simile giornata, e sono andato a dormire a La
Rosiere dai 'cuginetti' francesi.
La mia idea originale era di girare per il Col de la Seigne e tornare
dal Rifugio Elisabetta per concedermi il gran finale alla Maison di
Filippo, ovviamente lasciando il conto da pagare a Wally da Grugliasco.
Tutto abortito!
A fare quella discesa a gradoni mi si era stancato un Achille e un
quadricipite controlatelare; l'inevitabile effetto di andar giu' reggendo
la bicicletta sempre dalla stessa parte.
Ieri quindi ho preso la via del ritorno. Ad Aosta in bici poi in treno,
con visita amici a Borgofranco d'Ivrea, fino a Torino.
Pomeriggio nel Roero ad assaggiar vini, per ora solo un assaggio.
Infine a casa. In Autostrada con i bruciaculo che arrivavano da dietro a 200 km/h
e poi mettevano su' l'indice.
Non sapevano che il giorno prima qualche loro simile ci aveva mostrato i
pollici all'insu' con tanta ammirazione.
Rimane l'altro mio sogno da realizzare: il Col de la Seigne.
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Chi viene?
Sergio
Pisa