Conosci casi di sanzioni dei NAS nel mondo degli integratori?

TheGreek

Pignone
7 Marzo 2018
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Cassis
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BMC

È veramente un gran casino, riuscire a distinguere i prodotti validi dalla merda.
 
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Conosci casi di sanzioni dei NAS nel mondo degli integratori?

Sinceramente no, mi fa era uscita una storia. Non so quanto veritiera perché non ho mai letto niente di ufficiale che è un marchio italiano abbastanza famoso riciclasse barattoli scaduti tramite una politica di ritiro dell'invenduto dai negozi, ma solo voci.

Molto sequestri non ne conosco, diciamo che molto spesso soprattutto tanti anni fa gli importatori di marchi americani ti richiedevano di mandarli dietro un qualche prodotto, perché erano stati un po' troppo disinvolti nella notifica, e il ministero non l'aveva accettata, ma sono stati casi rari.

Un caso famoso fu un importatore che vendeva un prodotto in capsula con un dosaggio non ricordo neanche di che integratore è troppo alto per il limite italiani e la notifica diceva: "versare il contenuto della capsula in un bicchiere d'acqua e berne due terzi" e dopo tre o quattro mesi telefonata: "ciao pierani senti ne hai ancora di quel prodotto X? Dovresti rimandarcelo ti facciamo la nota di credito…"

Quando andavano di moda i Barrettoni americani, quelli da 80-90-100 g le mitiche myoplex EAS, met-rx ecc le notifiche con la modalità d'uso che diceva di usare mezza barretta al giorno si sprecavano..... Magari semplicemente perché in una barretta c'erano 4 mg di vitamina B6 e ai tempi se non ricordo male se ne potevano vendere 2,1 per porzione
 

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Quindi non c'è modo di arginare un po' i venditori di schifezze…

Il problema è che chi vende schifezze non vende schifezze......

Nel senso che praticamente sempre è tutto dichiarato chiaramente in etichetta, il grosso limite è che il cliente medio non sa leggere l'etichetta, con in più anche il fatto che certe furbate sembrano un miglioramento del prodotto.

A chi fai i controlli interessa che l'etichetta sia corrispondente al contenuto, non ci siano sostanze non ammesse alla vendita, chi produce il prodotto segua le norme HACCP e tutto il resto che deve avere chi produce integratori conto terzi, sulle etichette almeno in Italia, non puoi fare certe dichiarazioni eclatanti, ma devi rispettare i cosiddetti "claims" autorizzati dal ministero e stop.

Quindi, se vendi una proteina dove il 50% del prodotto, sono maltodestrine o aggiunte di aminoacidi vari, molto economici, se è dichiarato in etichetta non c'è nessun problema.

Il cliente non è preparato, in un whey pura, per esempio il contenuto di glicina e circa 1,5 g x 100 grammi, trovi quella che ne dichiara 18 e il cliente dice caspita qui ce n'è di più allora è meglio! Invece come uno che va a comprare la pizza a peso a un prezzo più basso e poi metà del prodotto è salsa di pomodoro, E magari anche un po' poco cotta, in modo che trattenga ancora un po' di acqua e pesi di più.
 
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marcopalla

Pedivella
26 Gennaio 2013
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colango

chiaro....
 

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Però bisogna dire che tutto sommato i controlli sembrano un po' pochi, giusto?

Dipende quanta gente c'è a disposizione per effettuare questi controlli che sono sempre difficili da fare, anche soprattutto nel mondo alimentare.

Tieni presente che l'Italia il paese numero uno al mondo per truffa e sofisticazioni alimentari e anche numeri uno per distacco, perché siamo quelli con il maggior numero di DOC, DOP, IGP, CCCP , PIRIPI E BIBIBI, il Business d'oliva extravergine è immenso, importiamo milioni di ettolitri d'olio da altri paesi che poi ricicliamo come nostro, l'altro grande Business è il parmigiano reggiano che praticamente dovrebbero riuscire a fare circa 15 mucche in una zona estremamente limitata e ne produciamo a tonnellate, senza contare vini con delimitazioni territoriali e quant'altro.

Per quanto riguarda il pistacchio di Bronte, Bronte, dovrebbe essere grossa il doppio di Los Angeles, idem per il basilico di Pra per il pesto

il mondo degli integratori al confronto è una micro caccola, e penso che gli sia data un'importanza proporzionale
 
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