Doping: chi vuol parlare?

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infatti anche la stessa wada avrà sicuramente "barattato" la tranquillità di qualcuno pur di avere la testa di armstrong.

poi se è vero che alcuni testimoni/pentiti abbiano fatto nomi di altri atleti e soggetti che utilizzavano tale sistema e di cui non sappiamo nulla se non qualche sussurro dei testimoni/pentiti stessi, è ovvio che la wada, che non ha accusato nessun altro oltre armstrong, abbia "coperto" o dimenticato in qualche modo alcuni fatti.

a chiara dimostrazione che anche un ente esterno sicuramente non sarebbe perfetto ma sempre meglio dello stato attuale.
WADA, USADA, UCI... "cane non mangia cane"...
Troppi conflitti di interesse, nessuno vuole far male all'altro.
Dovrebbero essere tre enti indipendenti tra loro, con la WADA a sovraintendere all'intero sistema antidoping.
Poi però, quando leggi certe notizie... capisci che "qualcuno" ha chiuso un occhio... o tutti e due. :ronf:
 

bach7

Passista
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Pinifarina
WADA, USADA, UCI... "cane non mangia cane"...
Troppi conflitti di interesse, nessuno vuole far male all'altro.
Dovrebbero essere tre enti indipendenti tra loro, con la WADA a sovraintendere all'intero sistema antidoping.
Poi però, quando leggi certe notizie... capisci che "qualcuno" ha chiuso un occhio... o tutti e due. :ronf:

l'uci dovrebbe essere il primo riferimento in quanto ad imparzialità, ma come ben sappiamo è probabilmente l'ultimo...

fin quanto ci sarà la possibilità che privati "finanzino" questi enti sarà sempre presente un certo conflitto di interessi...

quindi l'uci dovrebbe avere uno scatto d'orgoglio etico, mettersi contro sponsor, dirigenti e atleti, e credere fermamente nell'antidoping, spendendo molto in ricerca (nuovi protocolli per rintracciare le nuove sostanze dopanti magari con risultati disponibili in tempi minori) e creando (=finanziando) un ente esterno che effettui i controlli.

sicuramente si dovrebbe partire con un bel condono sugli eventi del passato, garantendo che nessuno avrebbe le minime conseguenze.
altrimenti chi nell'uci si autodenuncerebbe visto che molte responsabilità e coperture partono proprio da qui?

credere che dei testimoni/pentiti possano sputare nel piatto in cui mangiano mi pare davvero utopistico.
 

Fignon

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Ieri sul blog Pane e Gazzetta, curato da Marco Pastonesi, è stato pubblicato questo divertente articolo... ed è tutto vero, badate bene...

Doping: i cacciatori di balle

Antidoping. E se poi si viene beccati, l’importante è negare, e inventarsi una buona scusa.

La scusa più macabra è di Tyler Hamilton. Ciclismo. Nel 2004 lo statunitense, prima gregario e poi avversario di Lance Armstrong, dice che le cellule di sangue dopato inspiegabilmente trovate nel suo corpo sono da ricondurre a un fratello gemello morto prima della nascita.

La scusa più pulita – la pulizia è un concetto relativo, qui soprattutto – è di Dieter Baumann. Atletica. Il tedesco, vincitore dei 5000 metri all’Olimpiade del 1992, spiega che le tracce di nandrolone siano da attribuire a un tubetto di dentifricio.

La scusa più musicale, almeno per il cognome, e anche la più pungente, per l’accaduto, è di Santos Mozart. Calcio. Il brasiliano dichiara che la sostanza proibita rinvenuta nell’urina deriva da una crema applicata sulla pelle della figlioletta di tre anni, dopo una puntura di insetto.

La scusa più letteraria è di Mario De Clercq. Ciclocross. Agli inquirenti che hanno scoperto due suoi diari con la descrizione degli allenamenti e l’elenco delle sostanze illecite assunte, racconta che si tratta di un suo romanzo di fantasia.

La scusa più frequente riguarda l’alimentazione. Salvatore Monaco e Cristian Bucchi, calciatori, attribuiscono la colpa alla carne di cinghiale. Chiamato in causa, purtroppo il cinghiale non può più testimoniare. Alberto Contador, corridore spagnolo, lamenta una bistecca al clenbuterolo, e mette in crisi l’intero mondo degli allevamenti dei Paesi Baschi. Lenny Paul, bobbista britannico, accusa il macinato di vitello, e anche di nandrolone, usato per un ragù alla bolognese, anche in questo caso con il vitello in contumacia. Astrid Strauss, nuotatrice tedesca, se la prende con un cestino di fragole – se l’è mangiato tutto, cestino escluso – contenenti non solo tracce di vitamine C e A, ma anche testosterone in dosi industriali.

C’è chi scarica la colpa su una zia, come il corridore Gilberto Simoni: caramelle del Perù alla cocaina. C’è chi non risparmia la mamma malata, come Edita Rumsas, moglie del corridore lituano Raimondas Rumsas: nella macchina non c’è solo l’Arbre Magique, ma anche la magica epo. C’è chi accusa, come al solito, la suocera, come lo sciatore austriaco Christian Henn: l’alto valore di testosterone dipende dalla tisana alle erbe consigliata proprio dalla suocera per aumentare la capacità riproduttiva del genero. E chi si accanisce perfino sul cane, come il corridore belga Frank Vandenbroucke: quei medicinali proibiti non sono per sé, ma per il suo cane afflitto da asma.

Doping vegetariano, come quello sostenuto dal velocista inglese Linford Christie: giura che il nandrolone evidenziato nell’antidoping dipende dal consumo di avocado, ma i giudici vogliono saperne di più, e scoprono che Christie avrebbe dovuto mangiarne circa una tonnellata. Doping alcolico, come quello denunciato dal corridore americano Floyd Landis: birra e whisky per una notte ad alta gradazione prima dell’impresa di Morzine, anche se poi tratta di testosterone sintetico. Doping cosmetico, come quello del calciatore portoghese Fernando Couto, che parla di uno shampoo non alla mela verde, e neanche al tè verde, ma al nandrolone. Doping festoso, come quello del velocista americano Denis Mitchell, che parla di eccessi di birra (cinque lattine) ed eccessi di sesso (numerosi rapporti consecutivi con la moglie) per giustificare l’eccesso di testosterone. Doping erotico, come quello proposto dal calciatore romeno Adrian Mutu: la cocaina gli serve per migliorare le prestazioni sessuali. Doping ballerino quello del corridore tedesco Jan Ullrich: l’amfetamina gli è stata passata in una discoteca.

...tra i casi di doping erotico è stato dimenticato il caso del calciatore e della crema vaginale! :mrgreen:
 

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Jonathan Vaughters ‏@Vaughters 16h
Sad to see all these guys Rasmussen named scrambling to deny the truth. But the system, as it is, would spit them out if they admitted.
Eh si, le regole del Sistema sono ben precise, anche se non scritte. E vengono applicate fermamente.
Un po' come avviene per alcune Sette Segrete...
 

xtrncpb

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Michael Rasmussen continua a snocciolare fatti e aneddoti legati al doping, tutti riportati nella sua autobiografia intitolata "Yellow Fever".

"Al Tour de France 2007, la Gendarmeria venne sul bus della Rabobank per controllare se avessimo sostanze proibite. Avevamo fiale di EPO, ma per fortuna il nostro autista Piet ebbe l'intuizione di nasconderle nelle proprie mutande..."

"Al Tour 2005, la squadra si rifiutò di concedermi una seconda trasfusione di sangue. Senza quell'apporto, persi parecchio tempo dai miei avversari.
Come se non bastasse, il meccanico della Rabobank non sistemò al meglio la mia bici da crono per la penultima tappa, preferendo ubriacarsi di champagne e dimenticandosi di serrare manubrio e ruota posteriore. Presi 7 minuti di distacco dal primo, e in classifica generale scesi dal terzo al settimo posto. Gli avrei spaccato al faccia, mi trattenne Erik Dekker..."


"Nel 2004, il medico della squadra Geert Leinders mi suggerì di praticare una emotrasfusione tra me e mio padre, assicurandomi sul fatto che non vi fossero rischi e che la cosa aveva già dato ottimi risultati in passato su Michael Boogerd, che aveva ricevuto il sangue da suo fratello prima della vittoria di tappa al Tour de France 2002 a La Plagne.
Poi non se ne fece nulla perchè il gruppo sanguigno di mio padre non era compatibile con il mio."
 
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Pignone
17 Luglio 2013
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Scapin Oraklo 29 ARMY e wilier gtr
cambierà ben poco purtroppo, spero che almeno le mele marce che sono tutt'ora in mezzo al mondo del ciclismo e ne detengono ancora il potere vadano pian piano scemando a lascino un po di spazio alla gente che vuole fare le cose alla luce del sole, ma forse parlo di un futuro non così prossimo
 

Giammafix

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