Cari frequentatori del forum,
da un po' di tempo mi sento di polemizzare con gli insegnamenti tradizionali. A dire il vero, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la spudoratezza di un noto ciclista. In un articolo pubblicato su un'altrettanto nota rivista dava consigli sull'allenamento al quale si sottoponeva per entrare in forma a marzo. Ebbene, restai stupito dai suoi metodi: pochi chilometri, cura maniacale per l'alimentazione (al matrimonio della sorella solo i primi o i secondi...), una corsetta qua e là, e altre amenità del genere. Si era scordato di dire che a quel livello ci vuole pure il doping. O che comunque lui pensava bene di usarne. Tant'è che per un motivo o per l'altro non corre da due anni per problemini di questo tipo.
Ad ogni modo, la stessa vena polemica trova ultimamente bersagli meno illustri ma altrettanto fastidiosi: i luoghi comuni alimentari.
Eccone uno. Siamo sicuri che sia necessario spendere una fortuna per integratori e barrette? A parte l'inconfondibile sapore di plastica, e soprassedendo sul fatto che per aprirle ci vuole uno scassinatore (all'ultima Nove Colli ho dato il primo morso alla terza salita e le ho buttate nel cestino in cima al Gorolo), mi paiono proprio inutili. Per non parlare di quello che potrebbe esserci dentro... Così, quando sfioro i 200 km, mi porto pane e prosciutto o pane e miele, e se ci sono i fichi secchi. Comunque bevo solo acqua.
Una volta ho sfidato il buon senso e mi sono portato cioccolata e castagne lesse.
Non mi sono accorto di nulla. Non andavo meglio, ma neppure peggio.
Vi chiedo allora, sono forse un eccentrico o cosa?
Saluti
Mauro
da un po' di tempo mi sento di polemizzare con gli insegnamenti tradizionali. A dire il vero, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la spudoratezza di un noto ciclista. In un articolo pubblicato su un'altrettanto nota rivista dava consigli sull'allenamento al quale si sottoponeva per entrare in forma a marzo. Ebbene, restai stupito dai suoi metodi: pochi chilometri, cura maniacale per l'alimentazione (al matrimonio della sorella solo i primi o i secondi...), una corsetta qua e là, e altre amenità del genere. Si era scordato di dire che a quel livello ci vuole pure il doping. O che comunque lui pensava bene di usarne. Tant'è che per un motivo o per l'altro non corre da due anni per problemini di questo tipo.
Ad ogni modo, la stessa vena polemica trova ultimamente bersagli meno illustri ma altrettanto fastidiosi: i luoghi comuni alimentari.
Eccone uno. Siamo sicuri che sia necessario spendere una fortuna per integratori e barrette? A parte l'inconfondibile sapore di plastica, e soprassedendo sul fatto che per aprirle ci vuole uno scassinatore (all'ultima Nove Colli ho dato il primo morso alla terza salita e le ho buttate nel cestino in cima al Gorolo), mi paiono proprio inutili. Per non parlare di quello che potrebbe esserci dentro... Così, quando sfioro i 200 km, mi porto pane e prosciutto o pane e miele, e se ci sono i fichi secchi. Comunque bevo solo acqua.
Una volta ho sfidato il buon senso e mi sono portato cioccolata e castagne lesse.
Non mi sono accorto di nulla. Non andavo meglio, ma neppure peggio.
Vi chiedo allora, sono forse un eccentrico o cosa?
Saluti
Mauro