Che esperienza!
Martedì scorso ho fatto questa salita partendo da Riccione, passando da Morciano sia all'andata che al ritorno.
Alla fine mi sono portato a casa 1900m+ e 120 km tondi tondi.
All'andata, tra falsopiano e strappetti vari, si viaggia praticamente sempre in salita fino ai piedi di Carpegna, da dove inizia la salita vera e propria.
Per me, che sono un passista-velocista (scarso) di 82 kg, il Cippo è stato veramente duro, contando anche il dislivello che avevo accumulato nelle gambe già da Riccione.
Che dire però, esperienza al limite del mistico.
I numeretti sterili da cicloamatore della domenica, non possono raccontare nulla.
Salita alla quale ho portato il massimo rispetto. L'ho presa con un passo regolare e mi sono gustato ogni tornante, ogni cambio di pendenza, anche ogni buca.
Ho faticato tantissimo e più di una volta mi è venuto da mettere il piede a terra. Ma come si fa a mollare? Come si fa a tradire Marco, sempre presente con tutti noi durante l'ascesa? Ecco, il miglior modo per ricordarlo è proprio quello di rendergli onore, cercando di percepire il suo respiro e la sua fatica. Lui è ancora li.
Il ritorno, grazie a Dio, è stato tutto in discesa. Ho viaggiato tra i 40 e i 50 km/h fino al buffet dell'hotel, che ho prontamente divorato
Martedì scorso ho fatto questa salita partendo da Riccione, passando da Morciano sia all'andata che al ritorno.
Alla fine mi sono portato a casa 1900m+ e 120 km tondi tondi.
All'andata, tra falsopiano e strappetti vari, si viaggia praticamente sempre in salita fino ai piedi di Carpegna, da dove inizia la salita vera e propria.
Per me, che sono un passista-velocista (scarso) di 82 kg, il Cippo è stato veramente duro, contando anche il dislivello che avevo accumulato nelle gambe già da Riccione.
Che dire però, esperienza al limite del mistico.
I numeretti sterili da cicloamatore della domenica, non possono raccontare nulla.
Salita alla quale ho portato il massimo rispetto. L'ho presa con un passo regolare e mi sono gustato ogni tornante, ogni cambio di pendenza, anche ogni buca.
Ho faticato tantissimo e più di una volta mi è venuto da mettere il piede a terra. Ma come si fa a mollare? Come si fa a tradire Marco, sempre presente con tutti noi durante l'ascesa? Ecco, il miglior modo per ricordarlo è proprio quello di rendergli onore, cercando di percepire il suo respiro e la sua fatica. Lui è ancora li.
Il ritorno, grazie a Dio, è stato tutto in discesa. Ho viaggiato tra i 40 e i 50 km/h fino al buffet dell'hotel, che ho prontamente divorato