C'è il fuoco incrociato contro la Rai, ma Pancani e Martinello sono bravi, bravi in modo molto diverso dal duo Eurosport. Io, personalmente, mi diverto tantissimo con le telecronache di Eurosport ma conosco anche persone che sono infastidite da catene inchiattriccate, veglioni del tritello, ecc. Ci sono due canali, ognuno sceglie quello che preferisce.
Il differenziale in negativo per la rai, per me, sottolineo "per me", sono gli approfondimenti di De Stefano e compagnia con tutta la schiera di collaboratori alla Beppe Conti e vecchie glorie che a me hanno stancato e non hanno molto da dire se non inutili polemiche, esaltazione per l'"italiano" che vince ecc, ecc. Anche i collegamenti dalla moto sono superflui e inutili, ormai con 3 telecamere, uno o due elicotteri si vede tutto e il racconto dalla corsa dalla strada diventa superfluo. 40-50 anni fa invece erano molto importante, ma siamo nel 2018 e dovrebbero capire che è abbastanza inutile.
La Rai però fa un servizio essenziale sulla radio (per chi è in giro in auto), anche lì però con qualche difettuccio. Al tour invitavano un sacco di ex inutili al racconto (Moser, Argentin Fondriest, ecc, ecc) e il giornalista ha seri problemi con le lingue straniere che non siano francese e spagnolo. Il suo Greg Van Averma-ent fa accapponare la pelle, poi c'è Piter Sagàn (pronuncia alla trevisana, varda xè pasato Piter Sagàn), e Dani martin (perchè dani e non daniel vai a sapere). E come il solito il racconto della gara e orientato alla nostalgia (una volta attaccavano di più, una volta c'era più spettacolo, una volta ci si picchiava e nessuno di espelleva - Moser sul caso Moscon - ecc, un difetto costante del racconto del ciclismo in casa Rai, ma vale anche per tanti altri sport, calcio compreso).
Però al giro c'è Ghirotto sulla moto e prima o poi in una curva gli scappa un bestemmione, e noi fans del grande Ghiro siamo in attesta di quel momento.