Liegi-Bastogne-Liegi 2014

bradipus

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23 Luglio 2009
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qualunquemente
In parte sono d'accordo pero' bisogna essere coerenti,Domenica tutti hanno esaltato la prova di Caruso anch'egli coinvolto nel caso Fuentes oppure Basso dopo il ritorno dalla squalifica.Purtroppo molto spesso si ha un'idea in base alla nazionalità' e simpatia di un corridore.

mi sembra che sul forum sia molto più criticato Basso di Valverde.

tempo fa veniva stigmatizzato il fatto che Basso, dopo la squalifica, andasse più piano di prima, volendo con questo affermare (forse giustamente) che quello fatto prima non fosse tutta farina del suo sacco.
a me, il fatto che Valverde continui ad andare forte come prima, da' molto da pensare...

e ricordiamoci di come si sono comportate le autorità spagnole nei confronti delle varie vicende di doping, con una tolleranza molto prossima all'omertà.
a parer mio, è il caso più recente ed emblematico di doping di Stato.
 

Dogmafpx

Maglia Rosa
9 Ottobre 2006
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Dove una volta c'era un lago
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mi sembra che sul forum sia molto più criticato Basso di Valverde.

tempo fa veniva stigmatizzato il fatto che Basso, dopo la squalifica, andasse più piano di prima, volendo con questo affermare (forse giustamente) che quello fatto prima non fosse tutta farina del suo sacco.
a me, il fatto che Valverde continui ad andare forte come prima, da' molto da pensare...

e ricordiamoci di come si sono comportate le autorità spagnole nei confronti delle varie vicende di doping, con una tolleranza molto prossima all'omertà.
a parer mio, è il caso più recente ed emblematico di doping di Stato.

Da italiano non direi mai queste cose visto quello che abbiamo combinato negli anni 90 fino a poco tempo fa',tra l'altro proteggendo alcuni e condannando/perseguitando altri.Se il ciclismo e' in queste condizioni la colpa maggiore e' la nostra grazie ai vari Ferrari,Sassi,Conconi,Santuccione,ecc.o-o
 

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
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Udine
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5000 mt di dislivello.Sicuro? Comunque se fossero andati tanto forte
non sarebbe arrivato un gruppo cosi' numeroso sull'ultima salita
Guardiamo un po' di numeri,allora;
la liegi 2014 è una di quelle con il piu' alto numero di corridori che hanno tagliato il traguardo,136,(negli ultimi 30 anni solo l'anno scorso e nel 2010 sono arrivati piu' corridori,148 e 139).
La velocita' è praticamente in linea con la velocita' media degli ultimi 10 anni,(circa 39,7 km/h)e non è tra le piu' veloci.
Questo per riferirci solo ai numeri e non alle impressioni personali.
Si potrebbe considerare poi il meteo clemente di ieri(sole e credo anche temperature un po' piu' alte della media stagionale).
Poi bisognerebbe prendere in considerazione anche la direzione del vento.
40 all'ora non sono certo pochi,ma non è indice sufficente per definire una corsa tirata;(potrebbero benissimo esserci state meno variazioni di ritmo delle precedenti edizioni, anche questo rende la corsa meno dura pur mantenendo una rispettabile velocita' media)

Come riporta cyclingnews oggi non sarebbe sbagliato di rivedere anche il percorso della Liegi: qualsiasi sia il motivo il fatto è che attaccare prima dell'ultima cote è impossibile.

"All three Ardennes Classics this year ended in a similar scenario, with a huge bunch of favourites massing at the foot of the final climb after some minor or clearly doomed earlier attacks had fizzled out.

While that is pretty much what Fleche-Wallonne has always been about -the last time a break got to the top of the Mur de Huy ahead of the field was in 2003 with Igor Astarloa, it has to be said that Liege-Bastogne-Liege lacked any real sparkle and aggressive racing until the last 500 metres.

The 263 kilometre race earned itself just two stars out of five from L'Equipe this year. And even the venerable Belgian French language newspaper Le Soir, while praising Gerrans, called Liege-Bastogne-Liege "the most disappointing spring Classic of 2014 and the most disappointing Liege-Bastogne-Liege of recent years."

So why was so much of Liege-Bastogne-Liege such a controlled race?

It is possibly true, as Philippe Gilbert (BMC Racing) claimed afterwards, that the average performance level of all racers is much higher this year, making it difficult for anyone to excel. Or perhaps, as Alejandro Valverde reportedly pointed out, when you're racing at top speed - as was the case on the return leg of Liege, with a stiff tailwind aiding the riders yet further - then thinking about attacks is very hard.

It's also arguable that the current UCI WorldTour points system seems to favour more conservative racing, given that as Warren Barguil (Giant-Shimano) said after Liege-Bastogne-Liege, keeping your powder dry to be sure of a ninth place, for example, is often more amply rewarded than the all-out, risky breakaways he currently favours.

You could also mention that all the top Classics teams seem have a phalanx of domestiques almost as good as their leaders - like Samuel Sanchez at BMC and Pieter Weening at Orica-GreenEdge, who were ready to chase down the outsiders and control the racing.

But what seems even more certain is that the re-working of the Liege-Bastogne-Liege route this year into one of its hardest finales ever seems to have had the complete opposite of the desired effect.

Riders are already "scared of attacking," Gilbert said after the race. How much more so is that true when they know they have to face 4200 metres of climbing at Classics speed? Long gone are the days when the La Redoute and the Cote des Forges, hitherto two of Liege-Bastogne-Liege 'crunch moments.' used to be followed by a 30 kilometre descent to the Boulevard de la Sauveniere avenue in central Liege.

However, a more evenly balanced selection of climbs during the last part of the route is possible. You could introduce more cotes before the Redoute (rather than just the Vecquée) and then cut back on the ascents that follow. Is it too risky to experiment and create what could actually a more traditional and exciting race? This year's route confirms that the more climbs you have in a finale of a Classic makes it more interesting. Indeed, less can often mean more. Balance is the key, even at Liege-Bastogne-Liege."


Probabilmente nulla cambierà, al fiandre circuito finale per ripetere sempre gli stessi muri con i migliori che aspettano l'ultimo passaggio, la Sanremo con la Pompeiana (cambierà solo il "tipo" di ciclista vincitore, prima del Poggio non succederà nulla ugualmente, pensate che qualcuno scatti sulla cipressa o sui capi per farsi in fuga 3 salite e tre discese?), al Lombardia idem, muri al 25%, poi dopo il ghisallo 20 km di statale e il gruppo di 40-50 corridori che aspettano l'ultima salita.
 

alearc66

Apprendista Cronoman
9 Aprile 2013
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colnago master xlight bianchi boron xl
Da italiano non direi mai queste cose visto quello che abbiamo combinato negli anni 90 fino a poco tempo fa',tra l'altro proteggendo alcuni e condannando/perseguitando altri.Se il ciclismo e' in queste condizioni la colpa maggiore e' la nostra grazie ai vari Ferrari,Sassi,Conconi,Santuccione,ecc.o-o

Si',in effetti in Italia abbiamo dato slancio al doping ematico,( ai tempi del record dell'ora di Moser l'autoemotrasfusione era criticabile,ma non vietata).
La Spagna successivamente sembra non abbia fatto molto meglio.
Tra quelli che hai citato ci sono importanti artefici di questo,pero' il povero Sassi lo dobbiamo togliere,è vero che si era trovato nell'equipe con Conconi e gli altri,e li è finito nel posto sbagliato,pero' lui si occupava di metodologie di allenamento(ricordiamo le sfr),portando il suo importante contributo innovativo all'impresa di Moser.
E' anche vero che era giovane ed inesperto, quando ha visto,il suo errore ed ha capito veramente in che brutta compagnia era finito,ha preso molto,molto presto le distanze,ed è diventato uno dei piu' tenaci oppositori del doping!
Questo l'ha fatto con coraggio e determinazione (e soprattutto in tempi non sospetti)
Prima che scoppiasse il bubbone era uno dei pochi che parlava di prestazioni dubbie quando si superavano certi wattaggi/tempo,questo quando molti altri preparatori cercavano di screditare questa sua tesi.
Questo va detto per rispetto alla memoria del caro Sassi.
 

alearc66

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Come riporta cyclingnews oggi non sarebbe sbagliato di rivedere anche il percorso della Liegi: qualsiasi sia il motivo il fatto è che attaccare prima dell'ultima cote è impossibile.

"All three Ardennes Classics this year ended in a similar scenario, with a huge bunch of favourites massing at the foot of the final climb after some minor or clearly doomed earlier attacks had fizzled out.

While that is pretty much what Fleche-Wallonne has always been about -the last time a break got to the top of the Mur de Huy ahead of the field was in 2003 with Igor Astarloa, it has to be said that Liege-Bastogne-Liege lacked any real sparkle and aggressive racing until the last 500 metres.

The 263 kilometre race earned itself just two stars out of five from L'Equipe this year. And even the venerable Belgian French language newspaper Le Soir, while praising Gerrans, called Liege-Bastogne-Liege "the most disappointing spring Classic of 2014 and the most disappointing Liege-Bastogne-Liege of recent years."

So why was so much of Liege-Bastogne-Liege such a controlled race?

It is possibly true, as Philippe Gilbert (BMC Racing) claimed afterwards, that the average performance level of all racers is much higher this year, making it difficult for anyone to excel. Or perhaps, as Alejandro Valverde reportedly pointed out, when you're racing at top speed - as was the case on the return leg of Liege, with a stiff tailwind aiding the riders yet further - then thinking about attacks is very hard.

It's also arguable that the current UCI WorldTour points system seems to favour more conservative racing, given that as Warren Barguil (Giant-Shimano) said after Liege-Bastogne-Liege, keeping your powder dry to be sure of a ninth place, for example, is often more amply rewarded than the all-out, risky breakaways he currently favours.

You could also mention that all the top Classics teams seem have a phalanx of domestiques almost as good as their leaders - like Samuel Sanchez at BMC and Pieter Weening at Orica-GreenEdge, who were ready to chase down the outsiders and control the racing.

But what seems even more certain is that the re-working of the Liege-Bastogne-Liege route this year into one of its hardest finales ever seems to have had the complete opposite of the desired effect.

Riders are already "scared of attacking," Gilbert said after the race. How much more so is that true when they know they have to face 4200 metres of climbing at Classics speed? Long gone are the days when the La Redoute and the Cote des Forges, hitherto two of Liege-Bastogne-Liege 'crunch moments.' used to be followed by a 30 kilometre descent to the Boulevard de la Sauveniere avenue in central Liege.

However, a more evenly balanced selection of climbs during the last part of the route is possible. You could introduce more cotes before the Redoute (rather than just the Vecquée) and then cut back on the ascents that follow. Is it too risky to experiment and create what could actually a more traditional and exciting race? This year's route confirms that the more climbs you have in a finale of a Classic makes it more interesting. Indeed, less can often mean more. Balance is the key, even at Liege-Bastogne-Liege."


Probabilmente nulla cambierà, al fiandre circuito finale per ripetere sempre gli stessi muri con i migliori che aspettano l'ultimo passaggio, la Sanremo con la Pompeiana (cambierà solo il "tipo" di ciclista vincitore, prima del Poggio non succederà nulla ugualmente, pensate che qualcuno scatti sulla cipressa o sui capi per farsi in fuga 3 salite e tre discese?), al Lombardia idem, muri al 25%, poi dopo il ghisallo 20 km di statale e il gruppo di 40-50 corridori che aspettano l'ultima salita.
l'articolo che hai riportato è interessante,di alcune cose ne abbiamo gia' parlato.
Viene anche fatto notare che nel tratto verso Liegi c'era un forte vento di coda,qualcuno si contraddice dicendo che con queste condizioni era piu' difficile attaccare;io direi il contrario, gli attaccanti ci pensano 2 volte ad uscire dal gruppo soprattutto quando il vento è contro casomai.
Quindi mi sembra che i corridori cerchino un po' di alibi.
In effetti credo che la questione non sia tanto di percorso o altre condizioni ambientali,ma piu' di mentalita',(e vabe' anche di punteggi forse)infatti abbiamo visto che qualcuno ci ha comunque provato.
Che dire,speriamo che gli audaci prevalgano sui calcolatori!
 

bradipus

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Da italiano non direi mai queste cose visto quello che abbiamo combinato negli anni 90 fino a poco tempo fa',tra l'altro proteggendo alcuni e condannando/perseguitando altri.Se il ciclismo e' in queste condizioni la colpa maggiore e' la nostra grazie ai vari Ferrari,Sassi,Conconi,Santuccione,ecc.o-o
per carità, non nego certo che il nostro paese è stato precursore di tutti i fattacci, però da diversi anni il vento è cambiato almeno nell'opinione pubblica e nella magistratura (sportiva e non).
penso che oggi il nostro è uno dei paesi dove la lotta al doping viene fatta più seriamente, almeno nel ciclismo e nell'atletica; e questo, secondo me, in parte può spiegare il recente declino degli azzurri in campo internazionale.
almeno da noi non c'è mai stato nessun giudice che si è rifiutato di sentire un imputato che voleva fare i nomi, nè sono state fatte andare a male delle prove...
 

Dogmafpx

Maglia Rosa
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Tra quelli che hai citato ci sono importanti artefici di questo,pero' il povero Sassi lo dobbiamo togliere,è vero che si era trovato nell'equipe con Conconi e gli altri,e li è finito nel posto sbagliato,pero' lui si occupava di metodologie di allenamento(ricordiamo le sfr),portando il suo importante contributo innovativo all'impresa di Moser.
E' anche vero che era giovane ed inesperto, quando ha visto,il suo errore ed ha capito veramente in che brutta compagnia era finito,ha preso molto,molto presto le distanze,ed è diventato uno dei piu' tenaci oppositori del doping!
Questo l'ha fatto con coraggio e determinazione (e soprattutto in tempi non sospetti)
Prima che scoppiasse il bubbone era uno dei pochi che parlava di prestazioni dubbie quando si superavano certi wattaggi/tempo,questo quando molti altri preparatori cercavano di screditare questa sua tesi.
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Infatti la Mapei andava a pane e acqua,non mettiamo la testa sotto la sabbia.o-o
 

bradipus

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per quanto concerne Giampaolo Caruso, bisogna ricordare che inizialmente era stato coinvolto nell'Operacion Puerto e squalificato, ma successivamente era stato scagionato dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (dopo essersi fatto due anni di squalifica).
 

Dogmafpx

Maglia Rosa
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per quanto concerne Giampaolo Caruso, bisogna ricordare che inizialmente era stato coinvolto nell'Operacion Puerto e squalificato, ma successivamente era stato scagionato dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (dopo essersi fatto due anni di squalifica).

Ufficialmente e' cosi' ma il fatto che e' stato sotto la corte di Manolo Saiz non gioca sicuramente a suo favore,Contador e' stato suo compagno di squadra ma per lui i giudizi sono stati ben diversi.
 

alearc66

Apprendista Cronoman
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Infatti la Mapei andava a pane e acqua,non mettiamo la testa sotto la sabbia.o-o

Credo che fosse a sua insaputa,non voglio arrampicarmi sugli specchi,ma mi pare che quando anche li' è saltato fuori qualche caso (Musseuw),Sassi ha preteso di avere un controllo piu' approfondito sui suoi atleti per evitare che si facessero allenare da lui ed "elaborare" da qualcun'altro.
Della buona fede di quell'uomo non posso dubitare.
 

alearc66

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per carità, non nego certo che il nostro paese è stato precursore di tutti i fattacci, però da diversi anni il vento è cambiato almeno nell'opinione pubblica e nella magistratura (sportiva e non).
penso che oggi il nostro è uno dei paesi dove la lotta al doping viene fatta più seriamente, almeno nel ciclismo e nell'atletica; e questo, secondo me, in parte può spiegare il recente declino degli azzurri in campo internazionale.
almeno da noi non c'è mai stato nessun giudice che si è rifiutato di sentire un imputato che voleva fare i nomi, nè sono state fatte andare a male delle prove...

Questo è vero, c'è comunque una grande differenza tra chi si vuole ripulire e chi continua a far finta di niente.
 

albertop

Apprendista Scalatore
20 Aprile 2004
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E' anche vero che era giovane ed inesperto, quando ha visto,il suo errore ed ha capito veramente in che brutta compagnia era finito,ha preso molto,molto presto le distanze,ed è diventato uno dei piu' tenaci oppositori del doping!
Questo l'ha fatto con coraggio e determinazione (e soprattutto in tempi non sospetti)
Prima che scoppiasse il bubbone era uno dei pochi che parlava di prestazioni dubbie quando si superavano certi wattaggi/tempo,questo quando molti altri preparatori cercavano di screditare questa sua tesi.
Questo va detto per rispetto alla memoria del caro Sassi.

Concordo.
Era importante sottolinearlo, mi ha dato un certo fastidio vedere il povero Sassi accomunato a certa gente ....

Fra l'altro, visto che hai scritto "impresa di Moser", vorrei dire:
- Moser ha superato Merckx di 1,7 km in 1 h
- quanto hanno pesato le ruote lenticolari, la bici con la ruota davanti più piccola e l'effetto Conconi?