non quello era un colpo di mal di pancia da 1 minuto.......nessuna crisi.....poi e' ripartito pure niente fosse
Infatti ho parlato di crisi anomala, ma sempre di errore di alimentazione e conseguente default si trattava.
Nel calcio si dice che una partita perfetta, senza errori di nessuno, finisce con il risultato di 0-0. E magari il pubblico si annoia. E magari si diverte in un incontro che finisce 5-4 costellato di errori e da tattiche suicide alla Zeman. Cosa vogliamo? Che ciclisti e ds sbaglino? Oramai è palese che chi in una gara di 21 giorni vince non solo il più forte ma anche quello che sbaglia meno. E i corridori lo sanno e ci stanno attenti. Anche perché il livello si sta sempre più equilibrando. Vince sempre Froome ma sempre meno stravincendo. Forse è il più forte (di poco) ma è anche quello che sbaglia meno.
Una volta non era così. C'erano i campioni top che avevano margine e che azzardavano dando spettacolo e vincendo. Ma anche uno come Hinault (che ha insegnato a tutto il mondo a correre in bicicletta) ha commesso gravi errori. Vi ricordate la tappa di Luchon del Tour 1986 quando si suicidò attaccando in maglia gialla a 90 km dall'arrivo? Forse una delle tappe più entusiasmanti della storia, ma fu creata da un clamoroso errore del ciclista più forte e intelligente del suo periodo.
Certo, la partita perfetta è quella che finisce 0-0...che poi a ben vedere è perfetta per le difese, ma negli schemi d'attacco qualcosa che non ha funzionato c'è....quindi che facciamo? Allarghiamo le porte di 15 metri? li facciamo giocare 8 contro 8? magari con i lacci degli scarpini legati fra loro?
A tutti a parole piace Zeman, ma alla fine, presidente, giocatori, sponsor, tifosi, vogliono vincere, come è giusto che sia nel professionismo. E così è nel ciclismo. Quindi tutti volgono verso i tanto perculati marginal gain (perculati, ma poi lo stesso Landa nel discorso di congedo con la Sky, ammette che lì come da nessuna parte ha trovato la cura di certi importanti dettagli, come ad esempio la posizione a crono, e si è visto in quella al Tour come sia andato benino). Il perfezionamento di tutto porta a un livellamento, a una riduzione dei rovesci clamorosi. Ai tifosi i rovesci piacciono (specie quelli non del proprio beniamino, peraltro), ma poi sono i primi a criticare quando non si vince.
Io credo che certe dinamiche garibaldine o epiche non siano riproducibili ragionevolmente nella vita moderna (a meno di non allargare le porte di 15 metri) proprio perchè è cambiato il ciclismo. Ma lo spettacolo può esserci lo stesso, con dei percorsi un pò diversi e sperando che non vi siano squadre e soprattutto singoli tipo Froome così superiori alla concorrenza, perchè lo spettacolo alla fine più del gesto lo dà l'incertezza di chi può vincere....ma in ogni epoca ci sono stati periodi in cui uno forte toglieva questa incertezza e dunque lo spettacolo. Se poi quello così più forte non è un giocoliere brasiliano alla Ronaldinho, ma è un panzer alla Matthaus, la via non può essere quella di legargli i lacci degli scarpini.