News Operazione Aderlass: Stefan Denifl condannato

longjnes

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Bici
Gianni2
spiace, ma dall'immagine si capisce che i corridori che si dopano, spesso
si infilano in cose più grandi di loro che poi non riescono a gerstire
il penale sul doping dovrebbe scoraggiare alla radice, ma non sempre è cosi
piu che le conseguenze sanzionatorie dovrebbero scoraggiare il ritrovarsi spaesato e additato in un mondo che di colpo non ti considera più
 

Ser pecora

Diretur
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Più o meno secondo me. Dipende molto dal paese di provenienza e dal quadro legislativo in cui si muove l'indagine.
Dubito che Denifl sarebbe stato condannato penalmente in Italia, ad esempio. Petacchi nella stessa inchiesta non lo è stato.
Idem un Armstrong: in europa molti strumenti giudiziari usati contro di lui nemmeno esistono (whistleblowing, testimonianze giurate, reati federali, etc..)

Che poi il "loro mondo" non li consideri più non direi. Il 90% degli staff delle attuali squadre pro sono ex-corridori anni '90 e ben pochi sono quelli passati indenni all'antidoping. Senza contare varie figure in seno alle aziende del settore, dal marketing ad altro o i media (cronisti, telecronisti, etc.).
Persino l'appestato Armstrong fa il commentatore.
 

longjnes

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Gianni2
forse non mi ero spiegato bene....
a differenza di personaggi senza scrupoli che ne fanno di ogni pur di avere dei vantaggi magari con la minima fatica (delinquenti di ogni genere, affaristi ecc), i ciclisti sono gente umile, disposti alla fatica, al lavoro duro. e questa predisposizione ce la hanno tutti, altrimenti non sarebbero ciclisti.
Vederli poi coinvolti in certi affari spiace, si vede proprio che finiscono in un palcoscenico che non sanno getsire e per cui non hanno la predisposizione mentale. che poi magari qualcuno riesca a riemergere beh ci sta e credo che sia un bene.
 
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longjnes

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Gianni2
C'è gente che si dopa pure per vincere un prociutto alla granfondo di quartiere
si, ma non per vincere il prosciutto, ma per degli "strani" aspetti sociali e culturali legati all'ambiente della bici (specie in italia)
dopo 30 anni di bici e di pascolo nell'ambiente mi sono fatto una statistica e un idea
nel mondo della bici chi va forte è considerato, è uno autorevole, un modello, e questo ancora di più tra gli amatori.
quindi rientrare in questa nicchia sociale di elite spinge alcuni soggetti a farsi, più che per il motivo personale di mettere dietro l'avversario di sempre o per il prosciutto. Si parla comunque di soggetti che hanno delle fragilità e che vivono in parte il successo sportivo come un elevazione sociale (o un riscatto) da perseguire a tutti i costi. Una dinamica molto diversa da quella dei prof.
Ci sono al contrario amatori molto forti a pane e acqua con molta forza mentale e assoluta onesta intellettuale che sono molto umili nella loro forza e che rifiutano l'etichetta dell'ambiente di "autorevole", "modello", "influencer" ecc ecc
 
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