Ormai quello dell'aumento dei prezzi è un trend consolidato da quasi tutte le case, per un motivo o per l'altro. Devo però notare che i prezzi, da quando ho iniziato a pedalare, circa 10 anni fa, sono cresciuti esponenzialmente. E' vero che i materiali sono cambiati, la tecnologia è avanzata, c'è stata tanta ricerca e sviluppo, ecc. ma un top di gamma è sempre un top di gamma e rappresenta/rappresentava il massimo dell'espressione e dell'arte della bici, ciò è vero ora come 5 o 10 anni fa, solo che allora era venduto a prezzi che erano la metà o giù di li.
Quello che voglio dire, alla fine dei salmi, è che sicuramente ci sono degli aumenti nella filiera di produzione e commercializzazione, ma non sono così convinto che siano tali da dover ritoccare ogni volta i listini. Credo che i margini per limitarli ci siano ma semplicemente non gli interessa. Il nostro per certi versi è uno sport di "nicchia" (d'altronde non tutti hanno una o più bici da migliaia di euro in casa) e la mia sensazione è che non si paghi un valore reale in quello che compriamo, bensì un surplus legato alla passione viscerale che spesso abbiamo in questo sport.
evidentemente il Financial Times è un fogliaccio che spaccia balle colossali... https://www.ft.com/content/ad5e1a80-cecf-4b18-9035-ee50be9adfc6Quando la domanda supera l'offerta difficile che non ci siano aumenti specialmente in questo periodo più unico che raro.
Quella dei trasporti è una balla colossale se mai i prezzi del trasporto sono diminuiti .
Mentre invece alzando il listino come dici tu e imponendo i prezzi e dunque il margine farà si che tutti faranno la fila da te....forse perchè sei bello?Certo, al distributore che guarda a oggi e non a domani. Perchè domani con la guerra dei prezzi sputtani il brand e ti ritrovi a distribuire un brand che nessun negoziante vorrà rivendere in quanto il margine, al netto degli sconti che tutti si ritrovano a fare su quel brand, è inesistente.
E meno male che ciò accade. Se non si facessero concorrenza fra loro sarebbe finita. Dove non c'è concorrenza è il cliente a rimetterci.Oggi si assiste a delle differenze di sconto abnormi, a parità di modello e allestimento di bici venduto in due province adiacenti della stessa regione, in particolare per un marchio famosissimo.
E che gliene frega all'agente di zona di quel brand? Se è famosissimo, è interesse del venditore avere quel marchio per attirare clientela, non dell'agente le cui bici gliele vendono comunque gli altri e non gli interessa chi gliele vende. Sarebbe un problema se non avesse nessuno in una zona florida per l'acquisto di bici, ma se lui ha già due bene avviati che riescono a fare importanti sconti, sa che quelli gli venderanno più bici e a lui va bene così. Che poi loro ne vendano tante riducendo il loro margine, non è un problema suo. Quelli d'altro canto riducono il margine su quelle bici ben sapendo che poi lo recuperano in altra maniera, o fidelizzando più clienti che poi spendono da loro anche per altro, o semplicemente facendo lo stesso margine ma con numeri più grandi. Io negoziante, preferirei accontentare mille clienti guadagnando da loro 10 euro l'uno (= 10mila euro) che accontentarne 10 guadagnando da loro 1000 euro l'uno, perchè al di là del guadagno che sarà sempre 10mila euro, preferisco avere 1000 clienti a cui ho venduto la bici, a molti dei quali farò la manutenzione, venderò componenti, venderò abbigliamento e torneranno per altre bici perchè sanno che gli faccio un bel prezzo, piuttosto che 10 clienti che quando scoprono che gli ho fatto un prezzo capestro, non li vedo più.E già chi apre una nuova attività si guarda bene da prendere accordi con l'agente di zona di quel brand, in quanto sa che si ritroverà di fronte suoi clienti fidati che gli diranno: "guarda, la bici la compro da xyz perchè è troppa la differenza di prezzo a suo favore".
Prego? E quando costava oltre 150$ al barile le biciclette costavano di più? Poi questa primavera quando il barile pagavano le compagnie petrolifere per farselo portare via regalavano la roba?in realtà il petrolio, almeno per il momento, costerà sempre tanto perchè è proprio la variazione del prezzo al barile che fa variare tutto il resto
Esatto dice delle balle è stata una delle mie attività ( ora sono in pensione e faccio consuleze ) fino ad un anno fa ero nel settore come socio di un importante azienda del settore.evidentemente il Financial Times è un fogliaccio che spaccia balle colossali... https://www.ft.com/content/ad5e1a80-cecf-4b18-9035-ee50be9adfc6
C'entrano sempre i Cinesi....prima ci hanno mandato il virus e poi l'aumento dei prezzi...che siano malattie che siano biciclette lo prendiamo sempre nello stoppinoChe i telai si facessero in Cina/Taiwan, si sapeva da molto prima della pandemia. Con la pandemia abbiamo scoperto che senza la Cina non possiamo farci neanche le mascherine.
Sarà mica perché prendere la patente costa 6000 euro?Esatto dice delle balle è stata una delle mie attività ( ora sono in pensione e faccio consuleze ) fino ad un anno fa ero nel settore come socio di un importante azienda del settore.
So bene come è la situazione quelli là vivono su Marte.
Purtroppo anche inchieste fatte da persone serie ( non il Financial Times) che sono più a stretto contatto con la realtà fanno molta fatica a capire cose che non sono di loro pertinenza viste da fuori.
In Europa mancano 150000 autisti perché nessuno vuole più fare questo lavoro.
Basta così che siamo OT.
Non mischierei le due cose. La bassa gamma è in Cina (quantità a a scapito di qualità). Il top di gamma è a Taiwan (qualità a scapito di quantità)Questo mi sembra un discorso un po' troppo "sempliciotto", come se in Cina/Taiwan ci fossero solo aziende che fanno roba di bassa gamma e senza una progettazione interna. Una bici da 10K euro ha il uo perchè, poi prenderla o meno dipende da quanto sei disposto a spendere.
Poi il bello è che si fanno sempre i conti in tasca agli altri e ogni volta che ci sono degli aumenti si cerca (quasi) sempre di buttarla sul piano della speculazione.
Non ne sarei così sicuro. Un conto è se mi parli di quelle aziende che cercano di copiare spudoratamente i prodotti fatti nel resto del mondo, un'altro è quello di aziende che producono modelli propri che rivendono ad aziende europee, altro ancora di aziende che producono e vendono col proprio marchioNon mischierei le due cose. La bassa gamma è in Cina (quantità a a scapito di qualità). Il top di gamma è a Taiwan (qualità a scapito di quantità)
Spesso parliamo di Cina come fosse un paese come quelli che conosciamo, tipo il nostro, con qualche decina di milioni di abitanti... ma la Cina ha le dimensioni di un continente! Ha un miliardo e mezzo di abitanti, quasi ventiquattro volte l'Italia, più di tre volte l'Unione Europea.Non mischierei le due cose. La bassa gamma è in Cina (quantità a a scapito di qualità). Il top di gamma è a Taiwan (qualità a scapito di quantità)
Siamo sempre molto italocentrici. Trattare la Cina alla stregua di un Burundi, non esiste al mondo. Quelli ce se magnano.Spesso parliamo di Cina come fosse un paese come quelli che conosciamo, tipo il nostro, con qualche decina di milioni di abitanti... ma la Cina ha le dimensioni di un continente! Ha un miliardo e mezzo di abitanti, quasi ventiquattro volte l'Italia, più di tre volte l'Unione Europea.
In questo 'continente' ci trovi tutto e il contrario di tutto, dalle produzioni di bassa qualità a quelle top, una frase come quella che ho quotato è banalizzare una realtà estremamente grande, varia e complessa che forse conosciamo troppo poco.
Per raccontare un aneddoto, un mio amico torinese ha il figlio (architetto) che lavora da anni a Shanghai. Un bel giorno il figlio telefona al mio amico dicendo "volevo avvisarti che mi sono rotto un braccio giocando a basket".
Il mio amico subito si allarma e telefona ad un suo conoscente ortopedico (lui lavora nel settore sanitario) per vedere di farlo rimpatriare e curarlo in Italia. Risposta dell'ortopedico: "lascialo là, ci sono molte più probabilità che lo curino meglio là che qua".
mah non direi ho avuto 2 telai top di gamma di marchi notissimi che vedi nelle gare worldtour con l'adesivo sotto "made in china". stessa cosa per componenti sempre di livello top di marche note, confezione con su scritto made in chinaNon mischierei le due cose. La bassa gamma è in Cina (quantità a a scapito di qualità). Il top di gamma è a Taiwan (qualità a scapito di quantità)
Non ho detto che sia un paese arretrato, anzi è più avanzato di molti paesi europei in tanti temi. Anche io sarei rimasto lì a farmi sistemare il braccio.Spesso parliamo di Cina come fosse un paese come quelli che conosciamo, tipo il nostro, con qualche decina di milioni di abitanti... ma la Cina ha le dimensioni di un continente! Ha un miliardo e mezzo di abitanti, quasi ventiquattro volte l'Italia, più di tre volte l'Unione Europea.
In questo 'continente' ci trovi tutto e il contrario di tutto, dalle produzioni di bassa qualità a quelle top, una frase come quella che ho quotato è banalizzare una realtà estremamente grande, varia e complessa che forse conosciamo troppo poco.
Per raccontare un aneddoto, un mio amico torinese ha il figlio (architetto) che lavora da anni a Shanghai. Un bel giorno il figlio telefona al mio amico dicendo "volevo avvisarti che mi sono rotto un braccio giocando a basket".
Il mio amico subito si allarma e telefona ad un suo conoscente ortopedico (lui lavora nel settore sanitario) per vedere di farlo rimpatriare e curarlo in Italia. Risposta dell'ortopedico: "lascialo là, ci sono molte più probabilità che lo curino meglio là che qua".
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