La stretta dell’Antidoping sul calcio: controlli cresciuti del 500%
Test sempre più mirati, segnalazioni anonime ma aumenta anche il numero di atleti che sfuggono agli ispettori
Per 1130 volte nel corso del 2023 gli ispettori di Nado Italia (l’Agenzia Nazionale Antidoping) hanno bussato a sorpresa allo spogliatoio di una squadra di calcio o a casa di un calciatore per un prelievo di sangue o urina. In 10 anni (dal 2013) gli esami non programmati sullo sport più praticato e popolare sono aumentati del 500% passando anche dal 10% al 50% del totale.
Una delle chiavi della rivoluzione dell’antidoping nostrano (evidente nel report 2023 presentato ieri a Roma) è che non ci sono più sport o atleti intoccabili per «nobiltà acquisita» (come dimostra la pesante condanna dello juventino Paul Pogba) e nello stesso tempo non si pescano più a strascico facili prede tra culturisti e ciclisti 40-50enni per giustificare gli investimenti pubblici.
Accentrati dal marzo 2023 in Nado Italia (fuori gioco la Commissione di vigilanza Antidoping), i controlli sono stati rimodulati sulle fasce d’età a rischio (l’84% tra i 18 e i 34 anni) e «basati anche sulle segnalazioni dei whistleblower e di intelligence», spiega Alessia Di Gianfrancesco, direttore generale della struttura: la gestione di 769 segnalazioni anonime ha portato a 35 provvedimenti disciplinari. Da gennaio a dicembre sono stati controllati 5204 atleti di 135 discipline sportive per un totale di 9296 test, nel 64% dei casi con esami a sorpresa ed effettuando anche 134 prelievi per il passaporto biologico degli atleti di alto livello.
Controllatissimi, oltre ai calciatori (2174 esami), i fondisti dell’atletica (407 test) e gli stradisti del ciclismo (743).
Elevato il numero di test sui paralimpici, non immuni dal doping. La lista dei cattivi è come sempre guidata dai ciclisti (16 casi con ampia gamma sostanze, dalle eritropoietine agli steroidi) seguiti a distanza da pesisti e (sorpresa) dai giocatori di football americano. Ben 805 atleti hanno richiesto di poter usare sostanze proibite per curare malattie o presunte tali senza rischiare la squalifica ma solo 389 hanno avuto l’ok dalla commissione medica.
Nado Italia ha portato davanti al Tribunale Antidoping 144 casi motu proprio, rinviandone a giudizio sportivo altri 126 in collaborazione con le procure della Repubblica grazie a un mix di investigazioni e controlli mirati. In 75 casi gli atleti non si sono fatti trovare durante un controllo a sorpresa, in quattro (dopo il terzo cartellino giallo) è scattato il provvedimento disciplinare. Tra le sostanze (si fa per dire) più gettonate dell’anno l’inquietante GW1516, un modulatore genetico del consumo di grassi dagli effetti collaterali non controllabili.
FONTE: https://www.corriere.it/digital-edition/CS_ND/2024/03/30/16732339.shtml