Tour 2023 19a tappa venerdi 21.07 MOIRANS-EN-MONTAGNE - POLIGNY

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
10.152
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Udine
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delusione VDP
Premetto che ho dormito dai meno 40 ai meno 15 ma i due MvdP e JF mi sono sembrati sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Comunque MvdP non sta bene di salute ha fatto giorni di antibiotici e in vista del mondiale forse era meglio se si fosse ritirato. Mi riesce difficile immaginare che tra poco più di due settimane sia in grado di vincere un mondiale. Anzi forse è più probabile un dnf.
Philipsen ha una grande forma ma poca serenità (il che è strano per uno che ha vinto 4 tappe). Se il Belgio non vince a Glasgow si sa già chi finisce sulla pira.
 
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bonny92

Scalatore
16 Luglio 2017
5.916
5.475
32
Franciacorta, oddio un pò più in giù!
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Bici
Canyon ultimate cf sl disc 8.0 & Cannondale F29 team
Qualcuno insegni a Campenaerts come mettere gli occhiali, li indossa sempre dietro il casco, forse non ha capito bene come funzionano :))): :))): :))):
Deve aver visto quella puntata di bear grylls qualche decennio fa dove diceva di indossarli così per confondere i puma/leoni di montagna che potrebbero attaccarti.


Bear Grylls Decisions GIF by NETFLIX
 

Zugnajima#11

Team Lotus Camel Honda
14 Giugno 2010
11.614
13.290
49
Nußdorf am Inn, Bayern
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Corratec CCT EVO Ultegra, Wilier Triestina Cento1 SLR Dura Ace
Vista in diretta bellissima intervista!
Non ho capito però la piccola polemica di bettiol sul fatto che non si spiegava come avesse fatto ad arrivare la fuga dei 3
Pure a me è sembrata strana quella risposta.
Come mai è arrivata la fuga?
E, siamo al TdF...
Qualcosa cosi, non ricordo perfettamente, sembrava seccato...
 

Zugnajima#11

Team Lotus Camel Honda
14 Giugno 2010
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Corratec CCT EVO Ultegra, Wilier Triestina Cento1 SLR Dura Ace
Alla fine di questo video c’è l’intervista a Mohorič… oh a me è venuta la pelle d’oca, sarò in un periodo un po’ troppo sentimentale che vi devo dire..

Mi sono emozionato pure io, sarä perché sono da due anni al terzo mese ed il bimbo non esce, sarä perché non è neanche immaginabile la fatica che fanno e l'impegno che ci mettono, sarä perché ti amo...
Grande Matej!
 

Marmuel

Apprendista Scalatore
5 Novembre 2022
2.013
2.688
Brescia
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Orbea Orca, Cinelli Zydeco Lala
Alla fine di questo video c’è l’intervista a Mohorič… oh a me è venuta la pelle d’oca, sarò in un periodo un po’ troppo sentimentale che vi devo dire..
Credo sia una della interviste più belle e toccanti sentite recentemente, si discosta molto dall'immagine di superhuman che lo sport ci propina e ci ricorda che dietro c'è un uomo con le sue fragilità e debolezze.
Per chi non avesse dimestichezza con l'inglese riporto la traduzione di cicloweb


“Una vittoria che significa molto. A volte è difficile e crudele essere un ciclista professionista, si soffre molto nella preparazione, si fanno sacrifici per la propria famiglia, si fa tutto il possibile per arrivare qui pronti, e poi dopo pochi giorni ci si rende conto che tutti sono incredibilmente forti, e a volte diventa difficile stare al passo. L’altro giorno sul Col de La Loze ero completamente vuoto, ma sapevo di dover arrivare fino in cima e poi al traguardo, e poi farlo di nuovo il giorno dopo. Poi penso ai membri dello staff, che si alzano alle sei di mattina e finiscono di lavorare alle undici di sera o a mezzanotte, ai meccanici che lavorano per noi tutti i giorni tutto il giorno, ai fisioterapisti, ai massaggiatori, e a volte sento di non essere nel posto giusto. Tutti sono talmente forti che a volte si fa fatica a seguire le ruote: anche oggi per tutto il giorno ci pensavo, e sapevo che anche chi tirava stava facendo la stessa fatica che facevo io, ma a volte è dura riuscire a seguire l’azione decisiva. Quando è partito Kasper (Asgreen) è stato veramente forte, e a pensare che già ieri era all’attacco e ha vinto la tappa e oggi era di nuovo aveva ancora la forza e la determinazione per riprovarci, mi sono sentito di non essere all’altezza. Sono riuscito a seguirlo, sapevo di dover fare tutto alla perfezione e ho fatto del mio meglio, non solo per me stesso ma anche per Gino e per la squadra, e sentivo quasi che stavo per tradire la loro fiducia. Lo sport è questo, tutti vogliono vincere, e ovviamente per vincere dovevo seguire la ruota di Kasper e batterlo negli ultimi 50 metri, ma ora che l’ho fatto provo tante emozioni diverse". Non voglio mai avere rimpianti quando salgo sul bus: non vinco spesso perché non sono forte come altri, ma riesco a mantenere la calma nei momenti decisivi. Quando Kasper ha attaccato in salita stavo soffrendo, ma sapevo che era la mossa decisiva e ho trovato in qualche modo la forza per seguire e continuare a spingere fino in cima. Sono stato molto generoso per portare a termine l’azione, perché sapevo che altrimenti non ce l’avremmo fatta; a un certo punto mi è dispiaciuto per Ben (O’Connor), che continuava a tirare per potersi comunque giocarsi la vittoria, anche se era improbabile che vincesse. Negli ultimi metri quando è partito sapevo che era la sua unica chance e che Kasper lo avrebbe seguito, perché era nettamente il più veloce, così ho preso la sua ruota e mi ha praticamente tirato la volata. Non ho un buono sprint, ma sapevo che dopo una giornata così dura non si può mai sapere. Sono veramente felice per me e per il team dopo tutto quello che ci è successo nell’ultimo mese. Ho pensato solo a dare il massimo: ho già vinto due tappe al Tour, quindi so di essere abbastanza forte per rifarlo, ma ci sono altri centocinquanta corridori che possono vincere. So che tutti a questo punto meritano una vittoria, perché vedendo le facce nel gruppetto sul Col de la Loze capivo la fatica che stavano attraversando tutti, e considerando quanto cambia la vita una vittoria al Tour vorrei che tutti potessero farcela, ma non è possibile purtroppo, ed è ingiusto. Tutta la squadra ci credeva, e dopo i momenti difficile che abbiamo passato con quello che è successo sono veramente felice e orgoglioso”.
 

Zugnajima#11

Team Lotus Camel Honda
14 Giugno 2010
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13.290
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Nußdorf am Inn, Bayern
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Bici
Corratec CCT EVO Ultegra, Wilier Triestina Cento1 SLR Dura Ace
Credo sia una della interviste più belle e toccanti sentite recentemente, si discosta molto dall'immagine di superhuman che lo sport ci propina e ci ricorda che dietro c'è un uomo con le sue fragilità e debolezze.
Per chi non avesse dimestichezza con l'inglese riporto la traduzione di cicloweb


“Una vittoria che significa molto. A volte è difficile e crudele essere un ciclista professionista, si soffre molto nella preparazione, si fanno sacrifici per la propria famiglia, si fa tutto il possibile per arrivare qui pronti, e poi dopo pochi giorni ci si rende conto che tutti sono incredibilmente forti, e a volte diventa difficile stare al passo. L’altro giorno sul Col de La Loze ero completamente vuoto, ma sapevo di dover arrivare fino in cima e poi al traguardo, e poi farlo di nuovo il giorno dopo. Poi penso ai membri dello staff, che si alzano alle sei di mattina e finiscono di lavorare alle undici di sera o a mezzanotte, ai meccanici che lavorano per noi tutti i giorni tutto il giorno, ai fisioterapisti, ai massaggiatori, e a volte sento di non essere nel posto giusto. Tutti sono talmente forti che a volte si fa fatica a seguire le ruote: anche oggi per tutto il giorno ci pensavo, e sapevo che anche chi tirava stava facendo la stessa fatica che facevo io, ma a volte è dura riuscire a seguire l’azione decisiva. Quando è partito Kasper (Asgreen) è stato veramente forte, e a pensare che già ieri era all’attacco e ha vinto la tappa e oggi era di nuovo aveva ancora la forza e la determinazione per riprovarci, mi sono sentito di non essere all’altezza. Sono riuscito a seguirlo, sapevo di dover fare tutto alla perfezione e ho fatto del mio meglio, non solo per me stesso ma anche per Gino e per la squadra, e sentivo quasi che stavo per tradire la loro fiducia. Lo sport è questo, tutti vogliono vincere, e ovviamente per vincere dovevo seguire la ruota di Kasper e batterlo negli ultimi 50 metri, ma ora che l’ho fatto provo tante emozioni diverse". Non voglio mai avere rimpianti quando salgo sul bus: non vinco spesso perché non sono forte come altri, ma riesco a mantenere la calma nei momenti decisivi. Quando Kasper ha attaccato in salita stavo soffrendo, ma sapevo che era la mossa decisiva e ho trovato in qualche modo la forza per seguire e continuare a spingere fino in cima. Sono stato molto generoso per portare a termine l’azione, perché sapevo che altrimenti non ce l’avremmo fatta; a un certo punto mi è dispiaciuto per Ben (O’Connor), che continuava a tirare per potersi comunque giocarsi la vittoria, anche se era improbabile che vincesse. Negli ultimi metri quando è partito sapevo che era la sua unica chance e che Kasper lo avrebbe seguito, perché era nettamente il più veloce, così ho preso la sua ruota e mi ha praticamente tirato la volata. Non ho un buono sprint, ma sapevo che dopo una giornata così dura non si può mai sapere. Sono veramente felice per me e per il team dopo tutto quello che ci è successo nell’ultimo mese. Ho pensato solo a dare il massimo: ho già vinto due tappe al Tour, quindi so di essere abbastanza forte per rifarlo, ma ci sono altri centocinquanta corridori che possono vincere. So che tutti a questo punto meritano una vittoria, perché vedendo le facce nel gruppetto sul Col de la Loze capivo la fatica che stavano attraversando tutti, e considerando quanto cambia la vita una vittoria al Tour vorrei che tutti potessero farcela, ma non è possibile purtroppo, ed è ingiusto. Tutta la squadra ci credeva, e dopo i momenti difficile che abbiamo passato con quello che è successo sono veramente felice e orgoglioso”.
Semplicemente 100% ciclismo!
 
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Lucadb6

Apprendista Passista
27 Maggio 2021
989
769
35
Cesenatico
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Scott Addict
Credo sia una della interviste più belle e toccanti sentite recentemente, si discosta molto dall'immagine di superhuman che lo sport ci propina e ci ricorda che dietro c'è un uomo con le sue fragilità e debolezze.
Per chi non avesse dimestichezza con l'inglese riporto la traduzione di cicloweb


“Una vittoria che significa molto. A volte è difficile e crudele essere un ciclista professionista, si soffre molto nella preparazione, si fanno sacrifici per la propria famiglia, si fa tutto il possibile per arrivare qui pronti, e poi dopo pochi giorni ci si rende conto che tutti sono incredibilmente forti, e a volte diventa difficile stare al passo. L’altro giorno sul Col de La Loze ero completamente vuoto, ma sapevo di dover arrivare fino in cima e poi al traguardo, e poi farlo di nuovo il giorno dopo. Poi penso ai membri dello staff, che si alzano alle sei di mattina e finiscono di lavorare alle undici di sera o a mezzanotte, ai meccanici che lavorano per noi tutti i giorni tutto il giorno, ai fisioterapisti, ai massaggiatori, e a volte sento di non essere nel posto giusto. Tutti sono talmente forti che a volte si fa fatica a seguire le ruote: anche oggi per tutto il giorno ci pensavo, e sapevo che anche chi tirava stava facendo la stessa fatica che facevo io, ma a volte è dura riuscire a seguire l’azione decisiva. Quando è partito Kasper (Asgreen) è stato veramente forte, e a pensare che già ieri era all’attacco e ha vinto la tappa e oggi era di nuovo aveva ancora la forza e la determinazione per riprovarci, mi sono sentito di non essere all’altezza. Sono riuscito a seguirlo, sapevo di dover fare tutto alla perfezione e ho fatto del mio meglio, non solo per me stesso ma anche per Gino e per la squadra, e sentivo quasi che stavo per tradire la loro fiducia. Lo sport è questo, tutti vogliono vincere, e ovviamente per vincere dovevo seguire la ruota di Kasper e batterlo negli ultimi 50 metri, ma ora che l’ho fatto provo tante emozioni diverse". Non voglio mai avere rimpianti quando salgo sul bus: non vinco spesso perché non sono forte come altri, ma riesco a mantenere la calma nei momenti decisivi. Quando Kasper ha attaccato in salita stavo soffrendo, ma sapevo che era la mossa decisiva e ho trovato in qualche modo la forza per seguire e continuare a spingere fino in cima. Sono stato molto generoso per portare a termine l’azione, perché sapevo che altrimenti non ce l’avremmo fatta; a un certo punto mi è dispiaciuto per Ben (O’Connor), che continuava a tirare per potersi comunque giocarsi la vittoria, anche se era improbabile che vincesse. Negli ultimi metri quando è partito sapevo che era la sua unica chance e che Kasper lo avrebbe seguito, perché era nettamente il più veloce, così ho preso la sua ruota e mi ha praticamente tirato la volata. Non ho un buono sprint, ma sapevo che dopo una giornata così dura non si può mai sapere. Sono veramente felice per me e per il team dopo tutto quello che ci è successo nell’ultimo mese. Ho pensato solo a dare il massimo: ho già vinto due tappe al Tour, quindi so di essere abbastanza forte per rifarlo, ma ci sono altri centocinquanta corridori che possono vincere. So che tutti a questo punto meritano una vittoria, perché vedendo le facce nel gruppetto sul Col de la Loze capivo la fatica che stavano attraversando tutti, e considerando quanto cambia la vita una vittoria al Tour vorrei che tutti potessero farcela, ma non è possibile purtroppo, ed è ingiusto. Tutta la squadra ci credeva, e dopo i momenti difficile che abbiamo passato con quello che è successo sono veramente felice e orgoglioso”.
Un grande! E quante assonanze con la vita porta con se il ciclismo
 
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