Gli stessi capitali che hanno finanziato le realtà che ora ci sembrano gigantesche potevamo prenderceli noi presentando piani di crescita e sfruttando dei brand già affermati ma la cosa non ci è parsa interessante, non siamo stati capaci di pensare su larga scala perchè alla fine non è la nostra dimensione
Concordo.
Un conto è la realtà, un conto è come ci si è arrivati. Sicuramente c'è stata una mancanza di investimenti in patria.
Ma è anche un po' riduttivo dare la colpa solo a quello.
In Asia il motore del successo è stato l'avvento del carbonio, che però non è stato frutto solo di investimenti da parte del settore ciclo, ma di tutti i settori (e sono tanti).
Anche se in Italia si fosse provato con più convinzione ad investire in quel settore non credo che si sarebbe riusciti a fare concorrenza.
Un solo dato:
tutta la produzione di carbonio del settore ciclo asiatica in percentuale è uguale alla produzione di
3 Boeing 787 Dreamliner. La Toray (carbonio) ha un contratto di fornitura con la Boeing di 6 miliardi di dollari.
Tanto per dare un'idea, il fatturato annuo della
Shimano è di 2 miliardi.
Oggi "lavorare poco sul valore aggiunto" è una necessità per l'Italia. Anzi, sono probabilmente le sole cose che funzionano.
Un ingegnere di Columbus mi ha detto: "
Una volta l'Italia era la Taiwan del mondo ciclo..."
E poi il mondo è cambiato....