Il ciclismo robotico ed il ciclismo dei giovani

BDC-MAG.COM

Passista
18 Febbraio 2014
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Negli ultimi 10 anni il ciclismo sembra sia entrato nel programma centrifuga, scombinando tutti una lunga serie di regole e consuetudini di questo sport. Innanzitutto cercando di lasciarsi alle spalle le decadi del doping, prima selvaggio e massiccio, poi scaltro e microdosato. Che ci sia riuscito è un tema che...
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fabiopon

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Specialized Roubaix SL2 + Olmo Zeffiro VCT + Rockraider 5.1
"Giovani che possono contare appunto su squadre che non li lasciano crescere contornati da veterani gelosi dei loro segreti o stregoni vari, ma da gente che gli dice cosa e come fare, secondo criteri scientifici, per farli rendere al meglio. E con pure il supporto di psicologi per preservarli mentalmente"

Il succo è tutto qui.
Benvenuti nel terzo millennio.
 

samuelgol

Flughafenwächter
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Eppure c'è a chi piace l'atteggiamento un pò naif dei Pinot (con tutto il rispetto per l'atleta). Invece l'approccio "marginal gain" nello sport moderno è ineluttabile.
 
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stambecco

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cane sciolto
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si
"Giovani che possono contare appunto su squadre che non li lasciano crescere contornati da veterani gelosi dei loro segreti o stregoni vari, ma da gente che gli dice cosa e come fare, secondo criteri scientifici, per farli rendere al meglio. E con pure il supporto di psicologi per preservarli mentalmente"

mah non saprei se dagli una lettura positiva o negativa, soprattutto la questione psicologi. Solo il tempo ci darà se anche questa generazione sarà in grado di reggere (con questi ritmi di adesso in cui ti spremono come limoni) carriere lunghe oppure se dopo qualche anno scoppiano come palloncini, fisicamente o mentalmente. La presenza costante di psicologi qualche indicazione potrebbe darla....
 

pedalone della bassa

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modena, ma col cuore, ed originario, di Reggio Emi
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(advanced pro nox, argon 18 gallium), ora Cervèlo S3
I nuovi fenomeni sono liberi di esprimersi anche grazie al vuoto lasciato dalla generazione del 1990. Sarebbe interessante approfondire come i vari Aru, Bardet, Pinot, Quintana si siano eclissati, lasciando, di fatto, un vuoto enorme fra la generazione di Nibali e Froome e quella di Bernal e Pogacar.

beh Nairo non lo paragonerei agli altri
nel bene o nel male, 1 Giro (+ 1 podio), 1 Vuelta, 3 podi al Tour…...
anche l'anno scorso, pre blocco covid mi sembrava bello competitivo
 

pedalone della bassa

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chiedo a @Ser pecora ed a quelli più esperti: quanto puo' aver influito il Covid *** in questo "ricambio generazionale"?

***
inteso come, l'anno scorso una annata tutta compressa in 100 gironi, con allenamenti fatti solo "in solitaria", senza le corse preparatorie
magari, a chi ha una certa età, proprio fisicamente, avere una stagione così "compressa" e con meno corse di preparazione, può aver nociuto
 
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Mauro1988

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Cannondale SystemSix
"cercando di lasciarsi alle spalle le decadi del doping, prima selvaggio e massiccio, poi scaltro e microdosato"......non saprei, il fatto è che l'antidoping è talmente indietro che scopriremo se hanno barato solo quando avranno smesso di correre e sarà andato tutto in prescrizione, forse! al momento il doping "scaltro e microdosato" e aggiungo scientifico, e complice di federazioni e stati che vogliono il loro spazio nel ciclismo, è veramente difficile da smascherare.
 
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silvershadow

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"cercando di lasciarsi alle spalle le decadi del doping, prima selvaggio e massiccio, poi scaltro e microdosato"......non saprei, il fatto è che l'antidoping è talmente indietro che scopriremo se hanno barato solo quando avranno smesso di correre e sarà andato tutto in prescrizione, forse! al momento il doping "scaltro e microdosato" e aggiungo scientifico, e complice di federazioni e stati che vogliono il loro spazio nel ciclismo, è veramente difficile da smascherare.
Concordo. Troppi interessi in ballo e troppa voglia di tenere le cose nascoste. Ai miei tempi mentre la maggior parte si concentravano sull'EPO i piu' avanguardisti lavoravano a spron battuto sul doping a base genetica. Non mi stupirei se la cosa fosse stata gia' implementata sulle nuove generazioni. Ma lo sapremo solo tra anni...
 
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Ser pecora

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chiedo a @Ser pecora ed a quelli più esperti: quanto puo' aver influito il Covid *** in questo "ricambio generazionale"?

***
inteso come, l'anno scorso una annata tutta compressa in 100 gironi, con allenamenti fatti solo "in solitaria", senza le corse preparatorie
magari, a chi ha una certa età, proprio fisicamente, avere una stagione così "compressa" e con meno corse di preparazione, può aver nociuto

Mah, il ricambio c'era già da prima a mio avviso. Sagan, Pinot & c. sono abbastanza "bloccati" già dalla stagione precedente a quella covid.
Poi ci sono pure i Fuglsang che hanno vinto il Lombardia in pieno covid o Valverde che pare inossidabile.

Ma in generale sono cambiate tante cose. La polivalenza ad esempio, che non credo dipenda dal covid. E non solo per l'essere competitivi tra GT e classiche, ma anche proprio tra specialità. Pogačar, Evenepoel ed altri vanno forte praticamente ovunque, dalle crono, in salita, ed hanno pure spunto (battere Alaphilippe vuol dire averne parecchio, direi).

Questo mi pare piuttosto un ritorno alle decadi pre-'80. Merckx, Hinault, e compagnia erano cosi. Vedremo se le preparazioni specifiche solo ai GT sono state una parentesi o meno. Ma c'è stata tutta una serie di vincitori di GT che erano al massimo "bidimensionali" (salita-crono), ma praticamente fermi per il resto (Basso, Contador, Froome, Wiggins, Quintana).

Quindi i cambiamenti da qualche parte o per qualche motivo ci sono stati.
 

Shinkansen

Xeneize
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Colnago 50 Anniversary
Articolo molto bello e interessante.
Partiamo col dire che - doping a parte - il confronto con gli anni 80/90 a mio parere è incongruo. Il chilometraggio con cui si correvano i grandi giri allora è notevolmente superiore a quello attuale. Credo sia intorno ai mille chilometri. Non so quanto un giovane li possa amministrare al meglio, considerando che fino a ieri si diceva che un pro' raggiungeva la maturità fisica intorno ai 27 anni.
È indubbio che la scienza alimentare applicata al ciclismo abbia fatto più che bene. Non più le "bistecche che fanno sangue" ma un'alimentazione che supporti il ciclista abbia fatto fare un salto di qualità. Lo stesso dicasi per la scienza preparatoria, i misuratori di potenza sono uno strumento molto potente per gestire gli allenamenti.
Anche se so di essere in minoranza (quasi in solitaria) non li vedo benissimo in gara, come non vedo benissimo il ruolo dei direttori sportivi in ammiraglia che teleguidano gli atleti, non lasciando loro spazio all'intelligenza tattica. Per chi se fosse perso si veda il documentario sulla Movistar su Netflix. È un po' gareggiare a carte scoperte. Per me la gara non è solo numeri su un dispositivo, ma anche capacità di bluffare, di spingere all'errore l'avversario. Psicologia.
Ritengo che sia troppo presto per dire se ci troviamo di fronte ad un nuovo corso, ma vedo di buon occhio non solo la vittoria di Pogačar, ma la sua partecipazione alle classiche. Negli ultimi anni chi correva i grandi giri faceva le classiche per allenamento o non le correva affatto. Non può che essere di grande aiuto al ciclismo sapere che i più forti si confrontano per tutta la stagione, come avveniva ai tempi di Hinault.
 

Ser pecora

Diretur
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Articolo molto bello e interessante.
Partiamo col dire che - doping a parte - il confronto con gli anni 80/90 a mio parere è incongruo. Il chilometraggio con cui si correvano i grandi giri allora è notevolmente superiore a quello attuale. Credo sia intorno ai mille chilometri.

1000km in più negli anni '80'-90?!

Le distanze totali erano di forse qualche centinaio di km in più di media. Sono cresciuti i dislivelli piuttosto.
Per trovare GT con una media di 1000km in più bisogna andare negli anni '60 e prima quando correvano con le semitappe o con 15 tappe totali.
Lasciando perdere quelli degli anni '20 da 5000km.
Tra i più corti Tour ci sono stati quelli del 1988-1989 con 3200km e rotti (il Tour 2021 3383km).

Il tutto al netto delle medie, che sono incomparabili pre e post '80.

Schermata 2021-04-27 alle 14.38.18.jpg
 

pierluigi

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Tarmac PRO
ho corso ormai già un paio di volte con Christopher Froome. Il tizio ha vinto 4 Tour de France e non ce le faceva più. Se lui era già alla canna del gas, cosa ci faccio io lì?”.

Chissà cosa ne pensa il tizio.
Che avrebbe voluto incontrarlo il 14 luglio del 2013.........
 

alespg

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scapin eos 3
I nuovi fenomeni sono liberi di esprimersi anche grazie al vuoto lasciato dalla generazione del 1990. Sarebbe interessante approfondire come i vari Aru, Bardet, Pinot, Quintana si siano eclissati, lasciando, di fatto, un vuoto enorme fra la generazione di Nibali e Froome e quella di Bernal e Pogacar.
di quella generazione, fanno parte anche Alaphilippe e Demare, che non sono troppo eclissati...
 

ildiavolorosso

Novellino
15 Maggio 2020
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bologna
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ridley noah + cannondale six13 + carrera1993
Una regola che col tempo non è cambiata è che è più facile vincere la prima volta piuttosto che rivincere, sia per motivi tecnici (controllo e marcamento) che psicologici. Quando Ulrich ha vinto il primo Tour tutti dicevano che i successivi sarebbero stati tutti suoi e poi sappiamo com'è andata; più o meno la stessa frase l'ho sentita per Bernal due anni fa, e in parte per Quintana quando aveva cominciato a fare podi al Tour e vittoria al Giro. Un altro che è ancora fortissimo ma non si è riconfermato agli stessi livelli è Thomas.
 
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