Ovviamente non sapendo le cause si possono fare solo delle ipotesi. Come detto da altri però e stato ampiamente dimostrato che quando parliamo di attività fisica vale il principio della “curva gaussiana”. Tempo fa leggevo che chi fa “troppa” attività fisica soprattutto negli sport di endurance tipo maratone, lunghi in bici oltre tot km e triathlon ha un’aspettativa di vita pari ai sedentari che fanno zero sport. Questo deve far riflettere. Ci sono dottori dello sport che sostengono che certe, e ripeto SOLO certe sostanze!!!!, che consideriamo dopanti negli atleti professionisti dovrebbero essere legalizzate perché a certi livelli servono più a preservare la salute dell’atleta che a dargli dei significativi vantaggi nelle prestazioni. Ovviamente uno studio serio e legalizzato su un “doping controllato” non è e non sarà mai approvato, ma il concetto di considerare atleti che portano il proprio corpo al limite, e come vediamo spesso anche oltre, come dei “malati” non è un’idea completamente campata per aria. Secondo me però da questi casi noi semplici amatori possiamo trarre delle grandi lezioni. Prima di usare le gambe andrebbe usata la testa. Sempre, ma soprattutto dopo una certa età evitare certe cose tipo 5-6-7 ore in bici, uscire anche se fuori ci sono 40°, fare salite al 20% e “crepare ma non mollare” finisse il mondo, uscire anche se non si sta bene ecc.ecc.… Non ho una e-bike, ma chi la denigra e non la considera più “sport” dovrebbe considerare che molti escono per il puro piacere di stare sereni all’aria aperta e non hanno il demone della competizione e della sfida contro gl’altri o anche semplicemente contro se stessi ad ogni giro.
Intanto sono contento che ,pare, i primi test cardiologici non hanno rilevato compromissioni della capacita' cardiaca, e che Sonny sia fuori pericolo e sta' bene. Poi stanno cercando di capire la causa.
Io banalizzo il tutto dicendo che abbiamo dei limiti, e penso che se facciamo sport da un po' , possiamo conoscerli abbastanza bene (dico abbastanza,perche' ci sara' sempre un margine di errore).
Ognuno di noi dovrebbe cercare di conoscersi per sapere se certi sforzi sono alla nostra portata(a seconda dell'eta',allenamento,stato di salute del momento, impegni vari)oppure se è piu' prudente fermarsi prima.
Col tempo dovremmo avere un po' piu conoscenze di noi stessi e capire fin dove ci possiamo spingere senza rischiare troppo.
Penso che molti di noi si rendano conto quando stiamo entrando in zona gialla-rossa.
Chiaro che piu' viaggiamo a lungo oltre i nostri limiti, e piu' rischiamo con la salute.
Poi sempre meglio fare qualche esame in piu' (mi riferisco soprattutto per un atleta a cuore e polmoni), consapevoli che magari ci dia un responso negativo e ci obblighi a fermarci o limitare lo sport (anche solo temporaneamente,magari), che non ignorare qualche campanello d'allarme e rischiare.
A me viene da pensare ,che Sonny abbia saltato qualche passaggio dopo la malattia, per rientrare in tempo per le classiche del Nord alle quali (giustamente) puntava tantissimo. Lo capisco e magari avrei fatto lo stesso. La tappa di ieri poi, con un'impegno del genere(soprattutto nel finale), non l'ha sicuramente aiutato,sia come percorso che come dinamica. Anche perche' Sonny voleva vincere a tutti i costi,ma Matthews in quegli arrivi,quando è in forma, è micidiale, e quel testa a testa è stata una mazzata. Ho letto anche che il tempo è stato brutto e mi pare abbiano anche preso l'acqua. Tanti fattori anche imprevisti, che si sono sommati nella peggiore delle combinanzioni.
Questa è la mia opinione ,per quello che conta