Le vittorie di Balsamo e Girmay

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Passista
18 Febbraio 2014
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Elisa Balsamo (Trek-Segafredo) sembra imbattibile in questo momento, avendo collezionato ben 3 vittorie in una settimana. Dopo le vittorie al Trofeo Binda ed alla classica Bruges-La Panne, la campionessa del mondo ha anche alzato per prima le braccia sul traguardo della Gand-Wevelgem ieri. Una gara con molti attacchi negli ultimi...
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Tizlook

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9 Dicembre 2008
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Focus Izalco, Bianchi Nirone, Mtb Radon 29r
Mi hanno esaltato entrambe le vittorie, chiaramente quella di Girmay per la sua portata storica ma anche perchè giovane e davvero forte a prescindere. Per me sui 4 era strafavorito su 20 volate ne vinceva 19 sicuro tra quelli. Laporte si è portato dietro un cliente troppo scomodo.

La Balsamo è diventata campionessa con la maglia iridata addosso, prima era solo una buona promessa. Bravissima.
 

maxtor70

Apprendista Velocista
27 Agosto 2010
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Cervélo R5
Per galanteria inizierei dalla Balsamo, 3 vittorie in 8 giorni parlano da sole, squadra stratosferica che ha chiuso tutti i tentativi negli ultimi 30 km. e poi Lei che in volata, oggi, è semplicemente imbattibile ed onora al meglio la maglia che indossa.....capitolo "maschietti": gara bella, combattuta specialmente sui "muri" dove Van Aert fa davvero "paura", domenica al Fiandre Lo vedo come il grandissimo favorito, gran squadra la Jumbo Visma, bella l'azione di Laporte che si è portato dietro altri 3 bei pedalatori e, secondo me, ha peccato un pochino nella volata finale, partendo davanti e rimanendo sorpreso da Girmay e tentennando quell'attimo fatale, successo del 22enne che ha fatto storia (pare che venga al Giro) ma personalmente ho visto un Laporte che già ottimo corridore, quest'anno sta trovando la consacrazione in un team davvero competitivo in ogni corsa che affronta, ora, come dicevo, ci aspetta un Fiandre pirotecnico...
 
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Luca38

Passista
6 Maggio 2012
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Canyon
Ma considerato che gli atleti di colore vincono con molta facilità nell'atletica da una vita i 100 metri e le maratone, come mai nel ciclismo tolto lui sono sempre stati praticamente assenti sia nella volate che nei grandi giri ?!
Capisco tolto hamilton non abbiano mai vinto in formula 1 visto che ci vogliono soldi fin dall'inizio, kart ed etc, ma nel ciclismo dove basta una bici con le loro qualità fisiche come giustificate la loro totale assenza nel ciclismo ?!
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Ma considerato che gli atleti di colore vincono con molta facilità nell'atletica da una vita i 100 metri e le maratone, come mai nel ciclismo tolto lui sono sempre stati praticamente assenti sia nella volate che nei grandi giri ?!
Capisco tolto hamilton non abbiano mai vinto in formula 1 visto che ci vogliono soldi fin dall'inizio, kart ed etc, ma nel ciclismo dove basta una bici con le loro qualità fisiche come giustificate la loro totale assenza nel ciclismo ?!
C'è chi dice mancanza di atavica cultura ciclistica da parte della loro comunità e/o degli stati dove sono in maggior parte e chi dice che essendo muscolarmente diversi dai bianchi, il loro fisico si adatti molto (e lo vediamo ampiamente) in determinati sport e meno in altri.
Forse un fisiologo (credo sia lui lo specialista corretto) potrebbe dare una risposta motivata scientificamente. Io propendo più per la mancanza di cultura ciclistica, intesa come numero che si dedica a quel determinato sport, sia numero inteso come atleti che come allenatori e tutto quel che ruota attorno al tipo di sport.
 
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Il Trattore

Maglia Rosa
14 Luglio 2017
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con due ruote
Ma considerato che gli atleti di colore vincono con molta facilità nell'atletica da una vita i 100 metri e le maratone, come mai nel ciclismo tolto lui sono sempre stati praticamente assenti sia nella volate che nei grandi giri ?!
Capisco tolto hamilton non abbiano mai vinto in formula 1 visto che ci vogliono soldi fin dall'inizio, kart ed etc, ma nel ciclismo dove basta una bici con le loro qualità fisiche come giustificate la loro totale assenza nel ciclismo ?!
Mancanza di “strutture” per allenarsi.
Nell’atletica è facile, basta una pista o comunque un percorso di pochi km (e infatti i keniani stanno tutti a Eldoret/Iten e gli etiopi ad Addis Abeba (che già è a 2400m di quota)).
Nel ciclismo serve qualcosa in più, io non girerei per i parchi del Kenya in bici con certi animali in giro oppure con le tribù che vivono di auto-sussistenza.
Già vedi come i sudamericani spesso girano con la scorta (Froome aveva proprio la polizia con se quando pascolava per il Sud America, evidentemente se lo poteva permettere).

La genetica incide ma in minima parte, quando hai un bacino di utenza grande i fenomeni li trovi. Vedi, per fare un paragone ancora nell’atletica, il movimento giapponese di maratona: non hanno avuto nessuno per un centinaio d’anni, hanno deciso di investire nel movimento e nel 2021 hanno piazzato 42 (sì, QUARANTADUE) atleti sotto le 2h10’ in una sola gara :shock: È cambiata improvvisamente la genetica? No, è cambiato il modo di lavorare in un determinato sport.
 

samuelgol

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Mancanza di “strutture” per allenarsi.
Nell’atletica è facile, basta una pista o comunque un percorso di pochi km (e infatti i keniani stanno tutti a Eldoret/Iten e gli etiopi ad Addis Abeba (che già è a 2400m di quota)).
Nel ciclismo serve qualcosa in più, io non girerei per i parchi del Kenya in bici con certi animali in giro oppure con le tribù che vivono di auto-sussistenza.
Già vedi come i sudamericani spesso girano con la scorta (Froome aveva proprio la polizia con se quando pascolava per il Sud America, evidentemente se lo poteva permettere).

E' anche vero che i neri non stanno solo in Africa. Stanno in Francia, in Inghilterra, negli USA. Lì in teoria dovrebbero aver accesso alle stesse strutture dei bianchi. Io penso ci sia anche un fattore culturale se non proprio di caratteristiche fisiche, che negli sport dove è palese, sembrerebbero sempre nettamente privilegiarli.
La genetica incide ma in minima parte, quando hai un bacino di utenza grande i fenomeni li trovi. Vedi, per fare un paragone ancora nell’atletica, il movimento giapponese di maratona: non hanno avuto nessuno per un centinaio d’anni, hanno deciso di investire nel movimento e nel 2021 hanno piazzato 42 (sì, QUARANTADUE) atleti sotto le 2h10’ in una sola gara :shock: È cambiata improvvisamente la genetica? No, è cambiato il modo di lavorare in un determinato sport.
Oppure hanno assunto Conconi & Ferrari :==
 

Doctor Speck

Ötztalnauta
18 Settembre 2004
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E' anche vero che i neri non stanno solo in Africa. Stanno in Francia, in Inghilterra, negli USA. Lì in teoria dovrebbero aver accesso alle stesse strutture dei bianchi. Io penso ci sia anche un fattore culturale se non proprio di caratteristiche fisiche, che negli sport dove è palese, sembrerebbero sempre nettamente privilegiarli.
Sicuramente incide il fattore culturale riguardo chi vive in paesi occidentali, ma per l'Africa (oltre al già citato filtro culturale) non vedo come ci si possa stupire che non ci sia una tradizione ciclistica... trovare una bici da corsa e delle strade adatte credo siano l'ultimo dei problemi.
Io ho girato un po' il Kenia e constatate le condizioni di vita (da "turista" ho frequentato comunque zone con un minimo di infrastrutture) mi sarei veramente stupito di vedere un ragazzino su una qualunque bicicletta, figuriamoci su una bici da corsa.
Girando per Mombasa (parlo di 12-13 anni fa, non 100) vedi gente che lava i panni nei canali di scolo della città... è vero che non tutta l'africa è uguale, ma onestamente non credo che in Eritrea, in Congo, in Namibia in Senegal il ragazzino dica al papà "voglio fare ciclismo"... è già tanto se sa cos'è.
Per fare un paragone, credo che sia molto più facile che il figlio di una famiglia in cassaintegrazione in una zona disagiata d'Italia diventi pilota di automobilismo piuttosto che un qualunque bimbo africano abbia una carriera ciclistica... se qualcuno emerge probabilmente ha avuto la fortuna di nascere in una zona adatta, in una famiglia benestante e con qualcuno che l'ha preceduto nella stessa zona. Dove corrono il Tour de Rwanda credo sia più parecchio facile trovare un giovane ciclista che non in Tanzania.
 

samuelgol

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Sicuramente incide il fattore culturale riguardo chi vive in paesi occidentali, ma per l'Africa (oltre al già citato filtro culturale) non vedo come ci si possa stupire che non ci sia una tradizione ciclistica... trovare una bici da corsa e delle strade adatte credo siano l'ultimo dei problemi.
Io ho girato un po' il Kenia e constatate le condizioni di vita (da "turista" ho frequentato comunque zone con un minimo di infrastrutture) mi sarei veramente stupito di vedere un ragazzino su una qualunque bicicletta, figuriamoci su una bici da corsa.
Girando per Mombasa (parlo di 12-13 anni fa, non 100) vedi gente che lava i panni nei canali di scolo della città... è vero che non tutta l'africa è uguale, ma onestamente non credo che in Eritrea, in Congo, in Namibia in Senegal il ragazzino dica al papà "voglio fare ciclismo"... è già tanto se sa cos'è.
Per fare un paragone, credo che sia molto più facile che il figlio di una famiglia in cassaintegrazione in una zona disagiata d'Italia diventi pilota di automobilismo piuttosto che un qualunque bimbo africano abbia una carriera ciclistica... se qualcuno emerge probabilmente ha avuto la fortuna di nascere in una zona adatta, in una famiglia benestante e con qualcuno che l'ha preceduto nella stessa zona. Dove corrono il Tour de Rwanda credo sia più parecchio facile trovare un giovane ciclista che non in Tanzania.
Come detto, sicuramente in Africa il problema è oltre che culturale, infrastrutturale, economico e tutto quel che ne segue, però i neri d'America, d'Inghilterra, di Francia soprattutto, dovrebbero avere il medesimo accesso dei bianchi alle strutture sportive e vivono nello stesso contesto socio-economico. Eppure siamo qui a parlare di una prima assoluta di un nero in una gara WT. Ora, non so se sia anche un fattore fisico, ma un caso non può essere.
 

Fill

Apprendista Cronoman
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Sicuramente incide il fattore culturale riguardo chi vive in paesi occidentali, ma per l'Africa (oltre al già citato filtro culturale) non vedo come ci si possa stupire che non ci sia una tradizione ciclistica... trovare una bici da corsa e delle strade adatte credo siano l'ultimo dei problemi.
Io ho girato un po' il Kenia e constatate le condizioni di vita (da "turista" ho frequentato comunque zone con un minimo di infrastrutture) mi sarei veramente stupito di vedere un ragazzino su una qualunque bicicletta, figuriamoci su una bici da corsa.
Girando per Mombasa (parlo di 12-13 anni fa, non 100) vedi gente che lava i panni nei canali di scolo della città... è vero che non tutta l'africa è uguale, ma onestamente non credo che in Eritrea, in Congo, in Namibia in Senegal il ragazzino dica al papà "voglio fare ciclismo"... è già tanto se sa cos'è.
Per fare un paragone, credo che sia molto più facile che il figlio di una famiglia in cassaintegrazione in una zona disagiata d'Italia diventi pilota di automobilismo piuttosto che un qualunque bimbo africano abbia una carriera ciclistica... se qualcuno emerge probabilmente ha avuto la fortuna di nascere in una zona adatta, in una famiglia benestante e con qualcuno che l'ha preceduto nella stessa zona. Dove corrono il Tour de Rwanda credo sia più parecchio facile trovare un giovane ciclista che non in Tanzania.
Ci sono ragioni socio economiche, infrastrutturali come quelle da te descritte.
Ma come ha scritto qualcun altro.. forse non è solo questo.
Se andiamo a vedere la Francia, nel calcio e atletica oramai primeggiano Giocatori di colore provenienti dalle ex colonie, magari di 2, 3 generazione ecc..
Nel Ciclismo questo non è avvenuto..
 

Doctor Speck

Ötztalnauta
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Come detto, sicuramente in Africa il problema è oltre che culturale, infrastrutturale, economico e tutto quel che ne segue, però i neri d'America, d'Inghilterra, di Francia soprattutto, dovrebbero avere il medesimo accesso dei bianchi alle strutture sportive e vivono nello stesso contesto socio-economico. Eppure siamo qui a parlare di una prima assoluta di un nero in una gara WT. Ora, non so se sia anche un fattore fisico, ma un caso non può essere.
Per i paesi occidentali credo sia solo un discorso statistico.
Io credo che i praticanti di colore siano una frazione infinitesimale rispetto al totale.. e soprattutto lo sono in paesi senza una grande cultura ciclistica, o quantomeno con una cultura ciclistica in via di sviluppo come gli USA. Dal punto di vista fisico credo non si possa assolutamente generalizzare, ci sono etnie troppo diverse anche accomunate dallo stesso colore:un Ivoriano o un abitante del Masai Mara hanno strutture fisiche diversissime... infatti i primi notoriamente nell'atletica sono velocisti e i secondi dei fondisti.

Ps. la vittoria di Girmay per l'africa e altre realtà come LegionOfLosAngeles ( l39ion) credo saranno un punto di partenza nel ciclismo per le persone di colore, tireremo le somme fra 10-15 anni..
 

samuelgol

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Per i paesi occidentali credo sia solo un discorso statistico.
Io credo che i praticanti di colore siano una frazione infinitesimale rispetto al totale.. e soprattutto lo sono in paesi senza una grande cultura ciclistica, o quantomeno con una cultura ciclistica in via di sviluppo come gli USA. Dal punto di vista fisico credo non si possa assolutamente generalizzare, ci sono etnie troppo diverse anche accomunate dallo stesso colore:un Ivoriano o un abitante del Masai Mara hanno strutture fisiche diversissime... infatti i primi notoriamente nell'atletica sono velocisti e i secondi dei fondisti.

Ps. la vittoria di Girmay per l'africa e altre realtà come LegionOfLosAngeles ( l39ion) credo saranno un punto di partenza nel ciclismo per le persone di colore, tireremo le somme fra 10-15 anni..
Diverse etnie ci sono anche fra i bianchi......tendenzialmente un ivoriano sarà un velocista alla Greipel, uno del Masai Mara lo vedo più stile Pantani. E non dimentichiamo che anche Froome è della zona Maasai Mara. Lui lo vedo più stile samuelgol :))):
 

tubus

Apprendista Passista
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Là, dove osano le nutrie
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Made in Taiwan ma velò francais
La prendo larga: sono stato in Eritrea 3 settimane nel 1991, ad Asmara e pur essendo passato tanto tempo ho ancora dei bellissimi ricordi. Poi occasionalmente mi è capitato di incontrare in qualche gara in circuito un eritreo , con il quale si scambiava volentieri qualche chiacchiera anche del suo paese. Ed è gia da tanto tempo che mi mi dice che la bicicletta, in Eritrea, è un movimento molto attivo e che ha presa enorme sulla gente, vengono organizzate un sacco di corse tutti i fine settimana, i corridori sono popolari come rock star. Insomma dietro la vittoria di Girmay alla Gand - Wevelgen non c'è il vuoto ma vera passione e un movimento in piena espansione.

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Maiella

Biker Maiellensis
28 Gennaio 2015
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Abruzzo
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Focus Izalco Max
La vittoria di Girmay é il risultato di un lavoro che viene da lontano. Non ci dimentichiamo che ci sono state squadre WT africane, che alcune loro gare iniziano a registrare la partecipazione di squadre e corridori di primo piano, che alcuni ragazzi africani si dedicano al ciclismo riuscendo a diventare professionisti, quindi invogliando il movimento e potenziando l'interesse del pubblico.
Inoltre, a mio modo di vedere, il ciclismo é stato per tantissimi anni "eurocentrico", con l'incursione di campioni statunitensi a partire dalla seconda metà degli anni '80. Oggi, anche grazie alla riforma delle categorie elite, il ciclismo ha assunto una dimensione planetaria che é superiore a tutti gli altri sport.
 

pedalone della bassa

Otztaler inside
9 Ottobre 2013
14.202
19.360
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modena, ma col cuore, ed originario, di Reggio Emi
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(advanced pro nox, argon 18 gallium), ora Cervèlo S3
Come detto, sicuramente in Africa il problema è oltre che culturale, infrastrutturale, economico e tutto quel che ne segue, però i neri d'America, d'Inghilterra, di Francia soprattutto, dovrebbero avere il medesimo accesso dei bianchi alle strutture sportive e vivono nello stesso contesto socio-economico. Eppure siamo qui a parlare di una prima assoluta di un nero in una gara WT. Ora, non so se sia anche un fattore fisico, ma un caso non può essere.

probabilmente perchè, quelli che ora hanno successo in sport "più famosi" sono quelli cosiddetti di seconda/terza generazione, che appena arrivati, avevano in primis l'immagine del calcio/atletica leggera, e si sono "buttati" in primis in quegli sport. ora, con le nuove generazioni, che hanno accesso a vedere un numero diverso di sport, anche nel ciclismo ci sarà un evoluzione in quel senso
 

samuelgol

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La vittoria di Girmay é il risultato di un lavoro che viene da lontano. Non ci dimentichiamo che ci sono state squadre WT africane,
Quali?;nonzo% Non ne ricordo.

............. Oggi, anche grazie alla riforma delle categorie elite, il ciclismo ha assunto una dimensione planetaria che é superiore a tutti gli altri sport.
Mi sa proprio di no. Di certo non il ciclismo come sport. L'andare in bicicletta, forse, ma mi sa nemmeno. Gli sport più diffusi sono altri. Il ciclismo credo non sia nemmeno nei primi 10.
 

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