Come descrizione ci puo' anche stare, ma mi sembra rappresenti piu' altri sport. Il ciclismo è sempre stato "corri o muori": cadi? Ti tiri su e pedali, poi si vedrà.
E' proprio nella natura del ciclismo. Anche perché lunghi stop portano a distruggere la forma e poi a rifarla su non è un attimo. E non essendoci gran componente tecnica se non sei in forma vai da nessuna parte.
Gli sport da questo punto di vista sono tutti uguali, per lo meno dove il risultato (per le cifre che sono in gioco) è il solo obiettivo.
Non è questione di "cadi o muori" perchè se fosse una totale scelta dell'atleta, in casi ove ci sia un reale danno, nessuno continuerebbe, lo fanno solo perchè sanno come funziona e talvolta perchè spinti da decisioni altrui.
E la condizione atletica è giust'appunto una conseguenza di questa logica, deve esser sempre presente.
E se il calciatore, cosi come il ciclista, continua a giocare/correre con una contusione, andrà incontro ad un peggioramento del danno, con conseguenze maggiori (distrazioni muscolari, fratture da stress, fratture, calcificazioni muscolo/tendinee) ma a chi di dovere non importa.
Difatti normalmente, vengono tutti trattati, inizialmente, con un leggero riposo (che non ha la benchè minima incidenza sul recupero fisiologico del danno) e farmacologicamente; l'atleta deve! essere disponibile quanto prima. Solo i pochi eletti (atleti di elitè) verranno preservati e talvolta manco loro, che però a differenza dei "normali" possono e fanno sentire la loro