Estratti da un'intervista con il sito olandese NRC, da cui emerge ancora una volta come Tom sia un corridore ed una persona non banale:
« Sto per divorziare, l'abbiamo deciso la settimana scorsa. Ho sempre sperato di non diventare uno di quei ciclisti che si separano dopo la fine della carriera, ma purtroppo andrà così.»
«Per la prima volta nella mia vita posso decidere tutto da solo. Ho davanti a me una pagina completamente bianca e non ho idea della direzione che prenderò. Ma va bene che sia così. Mi piace.»
«Agli ultimi mondiali, in Australia, ho visto il gruppo passarmi accanto. Ho capito che non avrei più pedalato lì in mezzo. Che la botta che ti dà stare davanti a tutti su una salita non mi arriverà mai più. Ma per ora tutto questo non mi manca, per niente.»
«Il fuoco si è spento. Non sento più il bisogno di spingermi costantemente al limite. Voglio essere diverso nella vita, diventare migliore per me stesso. Voglio avvicinarmi alla persona che sono.»
«Ero un ragazzo pieno di energie, avevo bisogno dello sport come sfogo. Quando ho iniziato a pedalare, ho scoperto che mi piaceva. Ma non ho mai sognato una carriera da ciclista professionista. Era soltanto un modo per mostrare al mondo e a me stesso quanto ero bravo a farlo.»
«Quando ho vinto il Giro d'Italia non sapevo quello che so adesso, cioè che avevo appena ottenuto tutto quel che cercavo nel ciclismo. Lo sport al più alto livello è bellissimo, ma devi avere qualche rotella fuori posto per continuare a farlo a lungo.»
«Parte della mia vita da ciclista mi è sempre sembrata un sacrificio. Pensavo: faccio tutto questo ora per poter avere una vita normale dopo. Forse non sono mai stato la persona ideale per vivere quindici anni da ciclista professionista. Infatti è finita dopo undici anni.»
«Per molti anni durante la mia carriera ho cercato di pensare il meno possibile. Chi sono? Dove voglio portare la mia vita? Cosa voglio essere per gli altri? Sono contento che queste domande non mi siano venute in mente qualche anno fa, perché non avrei vinto il Giro».
«Sono orgoglioso della mia carriera. Il 90 percento l'ho trovato fantastico. Al restante 10 percento per un po' non voglio pensarci. Ma non ho chiuso col ciclismo. Amo ancora la bici. Forse un giorno diventerò un preparatore, o un consulente. Non subito, però.»
«Recentemente ho viaggiato per un mese e mezzo da solo tra Fiji e Costa Rica, dormendo in ostello. Mi è piaciuto molto. Il contatto umano e anche le conversazioni sono diverse. Non c'è più la dinamica fan/eroe. Ciascuno fa il suo viaggio e, se non si sente a suo agio, va oltre.»
(fonte: Leonardo Piccione, twitter)