News Tom Pidcock va al Q36.5 Pro Cycling Team

Doctor Speck

Ötztalnauta
18 Settembre 2004
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Mi sembra strano che possa andare oltre visto che il titolare della Q36.5 è il maggiore azionista (credo 81% circa) della Pinarello.
Il conflitto tra gli interessi di Scott e Pinarello è nato ora con Pidcock, mentre quello che era (o è) il termine del contratto tra Scott e Q35.5 è stato stabilito lo scorso anno invece.
Che poi gli accordi cambino è vero, ma lo è da entrambe le parti: se il contratto Q36.5 con Scott è pluriennale come diceva @Ser pecora , può essere sia che la squadra rescinda anticipatamente con Scott, sia che Pinarello rescinda anticipatamente con Pidcock.
Tanto più che quest'ultimo ha dichiarato di puntare grosso sulla strada, non sull'offroad dove è supportato da Pinarello.
Lo scopriremo a fine 2025
 

Petgold969

pistorium opus chef
29 Dicembre 2010
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COSA VA A FARE PIDCOCK ALLA Q36.5? MIRALBONS (Spagna) – Un punto imprecisato lungo la AP-7 che corre lungo il sud della Spagna. Una sosta per scrivere questo editoriale, sulla strada verso Calpe e dei primi ritiri di stagione. Come ha scritto Emiliano Neri nel nostro gruppo ristretto (del team è parte preziosa anche Luciano Crestani), con questo viaggio inizia il nuovo anno. Mancano 30 chilometri al traguardo, ma è meglio fermarsi per tempo e finire il lavoro con calma. Il titolo ci frulla da qualche chilometro per la testa: cosa va a fare Pidcock alla Q36.5? Uscendo da Valencia, poco dopo l’aeroporto, un immenso cumulo di auto infangate ci ricorda quello che è accaduto da queste parti poco più di un mese fa. Nei media non se ne parla da tempo, come del terremoto del Centro Italia, ma questo non significa che le ferite siano sanate e dimenticate. Proprio no. Dalla Sardegna arrivano i messaggi di Filippo Lorenzon, che ieri avrebbe dovuto raccontarci una gara di cross e si è trovato invece nel bel mezzo della bufera di vento che ha portato all’annullamento della gara. Oggi è al lavoro per bici.STYLE, l’ultimo nato, poi tornerà a casa. Qui si comincia invece nel pomeriggio con la Jayco-AlUla, in attesa dell’incontro con Pogacar programmato per domani. Il cross e Pidcock alla Q36.5 Ci sono due pensieri che si accavallano nella mente mentre si guida verso Calpe. Uno è il sincero dispiacere per il danno subito dall’amico Luca Massa, che per organizzare la Coppa del mondo di cross a Is Arutas ha messo in secondo piano ogni altro aspetto della sua vita e ora è lì a contare le perdite. Un altro è il passaggio di Pidcock alla Q36.5 Pro Cycling, che ci ha dato tanto da ragionare. Sono due aspetti slegati, distanti fra loro anni luce, per cui forse il solo link potrebbe essere il fatto che il britannico corre anche nel cross. Eppure, sotto questo sole accecante, con le curve che si infilano fra le montagne e il mare sulla sinistra, i puntini si uniscono e compongono un quadro. Schurter non c’entra La notizia che Pidcock sarebbe andato alla Q36.5 girava da mesi. Era convinzione comune che il ritiro di Nino Schurter dalla mountain bike avesse spinto Scott ad accaparrarsi l’astro nascente, l’unico in grado di tenere testa nel palmares al gigante svizzero. Con due Olimpiadi e tre mondiali, l’associazione veniva facile. Quando poi Schurter ci ha ripensato, la pista svizzera sembrava essersi raffreddata, fino all’annuncio di pochi giorni fa e quello odierno di Pinarello da cui si è capito che il motore dell’operazione non è Scott. Si dice infatti che Pidcock sarebbe da tempo il pallino di Ivan Glasenberg, proprietario di Pinarello come pure azionista di Q36.5 e alla fine avrebbe garantito lui per il contratto milionario (si parla di 8 milioni all’anno) del campione. Tom era il corridore più pagato della Ineos, bravo lui e bravo il suo procuratore, per cui forse di là non avranno lottato troppo per trattenerlo. A questo punto però, l’uomo del bar che c’è in ciascuno di noi, è portato a chiedersi: cosa troverà Pidcock nella nuova squadra che non poteva avere alla Ineos Grenadiers? Il mercato delle bici Andiamo al contrario: partiamo da quello che non troverà. Di certo l’ossessione del Tour, che gli si è cucita addosso da quando vinse il Giro d’Italia U23 del 2021 e si decise che sarebbe stato l’erede di Froome. A Pidcock le corse a tappe di tre settimane non piacciono, non le regge e forse trova noioso anche prepararle. Alla Q36.5, che da quando è nata non è stata ancora invitata in un Grande Giro, il problema probabilmente almeno nell’immediato non si porrà. Sfortunatamente per lui però non potrà dare per scontati neppure gli inviti per le classiche del Nord che più gli piacciono. Si può sperare che gli organizzatori belgi avranno un occhio di riguardo, allo steso modo in cui l’arrivo di Alaphilippe potrebbe aprire alla Tudor le porte del Tour, ma non ci sono certezze. E in che modo la Q36.5 si sta attrezzando per sostenerlo? Nelle sue dichiarazioni, Tom appare molto contento per l’opportunità di lavorare con dei nuovi materiali, anche se in un comunicato appena uscito, Pinarello fa sapere che il britannico continuerà a usare le sue bici per il fuoristrada. Anche il mercato delle bici infatti è in subbuglio. Si sussurra, ma è da confermare, che Scott avrebbe rinunciato al Team DSM Firmenich per concentrarsi sulla Q36.5 e al suo posto in Olanda già dal 2025 potrebbe sbarcare Lapierre, uscita dalla FDJ Suez in cui Specialized ha seguito Demi Vollering. I diritti dei più piccoli E’ tutto un ribollire di soldi, del resto si chiama mercato e così deve essere. Tuttavia, pensando a Luca Massa e alla sua Crazy Wheels che ha organizzato il cross in Sardegna (avendo alle spalle Flanders Classics e PPEvents), viene da chiedersi se in questo mondo così assetato di euro ci sia ancora posto per i piccoli. E’ un discorso che si estende ai team giovanili e sale fino ai vertici del movimento, coinvolgendo chiaramente anche gli organizzatori. E’ notizia delle ultime settimane che la Zalf Fior non ripartirà, che la Hopplà corra lo stesso rischio, così come rischierebbe lo stop la Work Service fra gli juniores (speriamo di no). Nelle scorse settimane, Luca Guercilena aveva posto una domanda cui cercheremo presto di dare una risposta. Se si parla di salary o budget cap per le squadre, perché non fare lo stesso con gli organizzatori? Perché non immaginare una lega in cui si condividano gli utili, in modo che i piccoli abbiano altre (provvidenziali) entrate? Perché ASO ed RCS possono drenare risorse dal territorio nel nome della loro storia? E perché invece i piccoli organizzatori come quello sardo, la stessa PPEvents e la SC Alfredo Binda della Tre Valli Varesine, rischiano di non ripartire per gli effetti di una calamità naturale? Perché i giganti non dovrebbero versare parte dei diritti televisivi o degli sponsor che rastrellano in virtù della loro forza, dato che lo stesso viene chiesto ai team WorldTour? Destinazione Calpe Sono i pensieri di un giorno di sole in questo primo viaggio che lancia il 2025. Chi governa il ciclismo sta lasciando correre da troppi anni e, come la tempesta di Valencia e quella che ieri ha fermato il cross in Sardegna, la marea rischia di spazzare via quel che trova sulla sua strada. Se non si mette mano al sistema, il ciclismo agonistico rischia di subire danni incalcolabili. La scomparsa delle società giovanili fa calare la probabilità che nascano campioni: è un semplice dato numerico, niente di misterioso. Chissà che non sia il gigante Red Bull, nel momento in cui capirà l’andazzo, a portare la sua esperienza di altri settori e suggerire un cambiamento di rotta. Ad andare avanti come si è sempre fatto, la storia insegna, non si va più da nessuna parte. Perciò adesso pubblichiamo questo articolo e poi ci rimettiamo sulla strada. Nonostante tutto, l’incontro con i corridori resta uno dei momenti più magici del mestiere.
by Enzo Vicennati from bici pro urly.it/31399s
 

bad

Apprendista Cronoman
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Il conflitto tra gli interessi di Scott e Pinarello è nato ora con Pidcock, mentre quello che era (o è) il termine del contratto tra Scott e Q35.5 è stato stabilito lo scorso anno invece.
Che poi gli accordi cambino è vero, ma lo è da entrambe le parti: se il contratto Q36.5 con Scott è pluriennale come diceva @Ser pecora , può essere sia che la squadra rescinda anticipatamente con Scott, sia che Pinarello rescinda anticipatamente con Pidcock.
Tanto più che quest'ultimo ha dichiarato di puntare grosso sulla strada, non sull'offroad dove è supportato da Pinarello.
Lo scopriremo a fine 2025
ma se il proprietario della Q36.5 è anche il maggiore azionista di Pinarello... perchè hanno fatto un accordo con Scott lo scorso anno?

indipendentemente da avere ora Pidcock in squadra
 

Ser pecora

Diretur
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Perché ASO ed RCS possono drenare risorse dal territorio nel nome della loro storia?
;nonzo% "Drenano risorse"? Si fanno pagare per un prodotto che offre visibilità al territorio. E chi paga lo fa perché spera nel ritorno. Non vedo proprio cosa centri il drenare...fosse a discapito dei "piccoli" poi...mi sembra la solita retorica populista. Come se il "territorio" fosse pronto a girare i soldi alla garetta di cx in sardegna in mancanza di Rcs...:roll:

Ad andare avanti come si è sempre fatto,

In realtà a me pare che non si stia andando per niente avanti come sempre fatto. Nel ciclismo stanno entrando una marea di soldi come mai prima d'ora, cosa che fa contenti i twittaroli di 15 anni, ma che secondo me è miope nel non vedere quale sia il rovescio della medaglia, ovvero che sono cifre totalmente sproporzionate rispetto al ritorno che da questo sport. Se fosse vero che Pidcock prende 8 milioni l'anno (secondo me è una boiata) sarebbe pura follia. Sarebbe poco meno del budget di una Intermarché intera. Per avere cosa?!

Il tutto in un momento in cui l'intero settore è in crisi e con problemi finanziari. Io mi concentrerei sul da dove vengono tutti sti'soldi a pioggia e quale sia l'end game che si prospetta. Aziende che stanno a galla impiccandosi per sponsorizzare a costi assurdi atleti e squadre dovrebbero rendersi conto che l'orizzonte è quello di trovarsi un giorno, alla prima, inevitabile, difficoltà, a dover vendere a chi i soldi a pioggia li sta mettendo.

Senza contare aziende che si trovano i consumatori contro perché alzano i prezzi, ma hanno come concorrenti gente che offre lo stesso prodotto gratis (sempre grazie alle risorse illimitate)....gli stessi consumatori che poi si lamentano che "eh non ci sono più Wt italiane"...

Avere tanti "piccoli" a cui dare le bricioline ripartite favorisce solo questo gioco.
 

Doctor Speck

Ötztalnauta
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ma se il proprietario della Q36.5 è anche il maggiore azionista di Pinarello... perchè hanno fatto un accordo con Scott lo scorso anno?
Che io sappia Glasemberg di Q36.5 è solo azionista, e Q36.5 è sponsor della Squadra.
Essere azionista di uno sponsor non vuol dire essere proprietario della squadra.. ad ogni modo Glasemberg ha acquisito la maggioranza di Pinarello a metà 2023 quando magari la squadra di Ryder aveva già mezzo piede in Scott per il 2024.
Non vedo tutta questa consequenzialità nel fatto che sia azionista di due sponsor della squadra e che per forza le due aziende devono sponsorizzare la stessa squadra, l'unico punto di contatto tra la Ditta Q36.5 e la Ditta Pinarello è Tom Pidcock, ma abbiamo visto che non basta un corridore di talento e i suoi capricci a rompere i contratti di n° aziende
 

Maremonti76

Apprendista Velocista
20 Gennaio 2018
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Un po' dal mare e un po' dai monti
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COSA VA A FARE PIDCOCK ALLA Q36.5? MIRALBONS (Spagna) – Un punto imprecisato lungo la AP-7 che corre lungo il sud della Spagna. Una sosta per scrivere questo editoriale, sulla strada verso Calpe e dei primi ritiri di stagione. Come ha scritto Emiliano Neri nel nostro gruppo ristretto (del team è parte preziosa anche Luciano Crestani), con questo viaggio inizia il nuovo anno. Mancano 30 chilometri al traguardo, ma è meglio fermarsi per tempo e finire il lavoro con calma. Il titolo ci frulla da qualche chilometro per la testa: cosa va a fare Pidcock alla Q36.5? Uscendo da Valencia, poco dopo l’aeroporto, un immenso cumulo di auto infangate ci ricorda quello che è accaduto da queste parti poco più di un mese fa. Nei media non se ne parla da tempo, come del terremoto del Centro Italia, ma questo non significa che le ferite siano sanate e dimenticate. Proprio no. Dalla Sardegna arrivano i messaggi di Filippo Lorenzon, che ieri avrebbe dovuto raccontarci una gara di cross e si è trovato invece nel bel mezzo della bufera di vento che ha portato all’annullamento della gara. Oggi è al lavoro per bici.STYLE, l’ultimo nato, poi tornerà a casa. Qui si comincia invece nel pomeriggio con la Jayco-AlUla, in attesa dell’incontro con Pogacar programmato per domani. Il cross e Pidcock alla Q36.5 Ci sono due pensieri che si accavallano nella mente mentre si guida verso Calpe. Uno è il sincero dispiacere per il danno subito dall’amico Luca Massa, che per organizzare la Coppa del mondo di cross a Is Arutas ha messo in secondo piano ogni altro aspetto della sua vita e ora è lì a contare le perdite. Un altro è il passaggio di Pidcock alla Q36.5 Pro Cycling, che ci ha dato tanto da ragionare. Sono due aspetti slegati, distanti fra loro anni luce, per cui forse il solo link potrebbe essere il fatto che il britannico corre anche nel cross. Eppure, sotto questo sole accecante, con le curve che si infilano fra le montagne e il mare sulla sinistra, i puntini si uniscono e compongono un quadro. Schurter non c’entra La notizia che Pidcock sarebbe andato alla Q36.5 girava da mesi. Era convinzione comune che il ritiro di Nino Schurter dalla mountain bike avesse spinto Scott ad accaparrarsi l’astro nascente, l’unico in grado di tenere testa nel palmares al gigante svizzero. Con due Olimpiadi e tre mondiali, l’associazione veniva facile. Quando poi Schurter ci ha ripensato, la pista svizzera sembrava essersi raffreddata, fino all’annuncio di pochi giorni fa e quello odierno di Pinarello da cui si è capito che il motore dell’operazione non è Scott. Si dice infatti che Pidcock sarebbe da tempo il pallino di Ivan Glasenberg, proprietario di Pinarello come pure azionista di Q36.5 e alla fine avrebbe garantito lui per il contratto milionario (si parla di 8 milioni all’anno) del campione. Tom era il corridore più pagato della Ineos, bravo lui e bravo il suo procuratore, per cui forse di là non avranno lottato troppo per trattenerlo. A questo punto però, l’uomo del bar che c’è in ciascuno di noi, è portato a chiedersi: cosa troverà Pidcock nella nuova squadra che non poteva avere alla Ineos Grenadiers? Il mercato delle bici Andiamo al contrario: partiamo da quello che non troverà. Di certo l’ossessione del Tour, che gli si è cucita addosso da quando vinse il Giro d’Italia U23 del 2021 e si decise che sarebbe stato l’erede di Froome. A Pidcock le corse a tappe di tre settimane non piacciono, non le regge e forse trova noioso anche prepararle. Alla Q36.5, che da quando è nata non è stata ancora invitata in un Grande Giro, il problema probabilmente almeno nell’immediato non si porrà. Sfortunatamente per lui però non potrà dare per scontati neppure gli inviti per le classiche del Nord che più gli piacciono. Si può sperare che gli organizzatori belgi avranno un occhio di riguardo, allo steso modo in cui l’arrivo di Alaphilippe potrebbe aprire alla Tudor le porte del Tour, ma non ci sono certezze. E in che modo la Q36.5 si sta attrezzando per sostenerlo? Nelle sue dichiarazioni, Tom appare molto contento per l’opportunità di lavorare con dei nuovi materiali, anche se in un comunicato appena uscito, Pinarello fa sapere che il britannico continuerà a usare le sue bici per il fuoristrada. Anche il mercato delle bici infatti è in subbuglio. Si sussurra, ma è da confermare, che Scott avrebbe rinunciato al Team DSM Firmenich per concentrarsi sulla Q36.5 e al suo posto in Olanda già dal 2025 potrebbe sbarcare Lapierre, uscita dalla FDJ Suez in cui Specialized ha seguito Demi Vollering. I diritti dei più piccoli E’ tutto un ribollire di soldi, del resto si chiama mercato e così deve essere. Tuttavia, pensando a Luca Massa e alla sua Crazy Wheels che ha organizzato il cross in Sardegna (avendo alle spalle Flanders Classics e PPEvents), viene da chiedersi se in questo mondo così assetato di euro ci sia ancora posto per i piccoli. E’ un discorso che si estende ai team giovanili e sale fino ai vertici del movimento, coinvolgendo chiaramente anche gli organizzatori. E’ notizia delle ultime settimane che la Zalf Fior non ripartirà, che la Hopplà corra lo stesso rischio, così come rischierebbe lo stop la Work Service fra gli juniores (speriamo di no). Nelle scorse settimane, Luca Guercilena aveva posto una domanda cui cercheremo presto di dare una risposta. Se si parla di salary o budget cap per le squadre, perché non fare lo stesso con gli organizzatori? Perché non immaginare una lega in cui si condividano gli utili, in modo che i piccoli abbiano altre (provvidenziali) entrate? Perché ASO ed RCS possono drenare risorse dal territorio nel nome della loro storia? E perché invece i piccoli organizzatori come quello sardo, la stessa PPEvents e la SC Alfredo Binda della Tre Valli Varesine, rischiano di non ripartire per gli effetti di una calamità naturale? Perché i giganti non dovrebbero versare parte dei diritti televisivi o degli sponsor che rastrellano in virtù della loro forza, dato che lo stesso viene chiesto ai team WorldTour? Destinazione Calpe Sono i pensieri di un giorno di sole in questo primo viaggio che lancia il 2025. Chi governa il ciclismo sta lasciando correre da troppi anni e, come la tempesta di Valencia e quella che ieri ha fermato il cross in Sardegna, la marea rischia di spazzare via quel che trova sulla sua strada. Se non si mette mano al sistema, il ciclismo agonistico rischia di subire danni incalcolabili. La scomparsa delle società giovanili fa calare la probabilità che nascano campioni: è un semplice dato numerico, niente di misterioso. Chissà che non sia il gigante Red Bull, nel momento in cui capirà l’andazzo, a portare la sua esperienza di altri settori e suggerire un cambiamento di rotta. Ad andare avanti come si è sempre fatto, la storia insegna, non si va più da nessuna parte. Perciò adesso pubblichiamo questo articolo e poi ci rimettiamo sulla strada. Nonostante tutto, l’incontro con i corridori resta uno dei momenti più magici del mestiere.
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8 mln l'anno a Pidcock?!
In una Continental... ;nonzo%
 

martin_galante

Nel Gruppetto
24 Ottobre 2017
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I Canyonero, come li chiama un famoso cronoman, ormai hanno una squadra sbilenca. Due passistoni eccezionali, Ganna e Tarling, imbattibili su certi terreni, ma di fatto per 350 giorni l'anno gli manca l'asso (o gli assi) da calare. Le partenze di Narvaez e Pidcock sono due belle tegole. In teoria i soldi per i rimpiazzi ci sono, ma non so chi sia ancora sul mercato a questo punto.
 
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