- 31 Dicembre 2008
- 6.146
- 164
- Bici
- Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Dallaltro ieri sono entrata anchio nel fantastico mondo del titanio, e lo faccio con un singolare progetto realizzato con un po di coraggio e tanta buona volontà. Un progetto nato da un telaio acquistato sulla Baya, diventato così la mia nuova bicicletta da randonnèe.
Titanio infatti fa rima con Audax, e le sue caratteristiche di comodità, longevità, relativa leggerezza e spartana semplicità (quasi sempre i telai sono privi di vernice, dunque non patiscono gli sbattimenti dei lunghi viaggi) ne fanno tipicamente il materiale delezione per una perfetta randonneuse.
Perchè coraggio e buona volontà? Semplicemente perchè questo telaio di pre-montato aveva solamente la serie sterzo. Io mi sono fatta carico personalmente di smontare i componenti dalla precedente bici, ordinare su Internet i pezzi mancanti, e soprattutto rimontare il tutto. Gli inconvenienti e le bucce di banana durante le operazioni non sono certo mancati: ho dovuto fare i conti con errori di consegna dei pezzi , ritardi , inesperienza mia , attrezzatura talvolta inadeguata , paura di non farcela , ma alla fine ho saputo rimediare a tutto e la mia testardaggine ha avuto la meglio.
Le foto che vi mostro sono del primo montaggio da considerarsi provvisorio, in quanto devono ancora arrivarmi il manubrio e le ruote nuove. :rosik:
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Uno sguardo sui pedali Exustar, leggeri ed eleganti:
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Dettaglio della fascetta reggisella KCNC, impreziosita dalla vite in titanio:
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Uno sguardo ravvicinato al telaio: si tratta di un telaio da ciclocross no brand, di probabile provenienza Estremo Oriente, predisposto per ben tre standard di freni: caliper, cantilever e persino dischi!
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Le periferiche tutte rigorosamente Ritchey WCS in alluminio:
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Ieri l'ho provata, oltre 90 km con tutto quello che si può testare: salita, discesa, pianura, persino un pezzettino di sterrato. Che dire? Mi aspettavo un telaio "molliccio", invece non è così. Ma non è neppure "spaccaschiena", anzi: è quella bella sensazione di "setosa solidità" tipica dei telai in acciaio o in titanio. A pedalarla sembra che abbiano riasfaltato a nuovo le strade.
Soprattutto sono molto soddisfatta del mio montaggio, dato che non vi nascondo che le prime pedalate sono state mooolto timorose ("Avrò stretto bene tutte le viti? Ne avrò mica stretta TROPPO qualcuna? E se il cannotto forcella in carbonio (tagliato da me) cede di schianto in discesa?" :afraid:). Invece è andato tutto bene, a parte la regolazione di fino del cambio e la registrazione della tensione di sgancio dei pedali direi che ora ho per le mani una gran bella "regina dell'asfalto" che promette tanti, tanti km.
Quando arriveranno il manubrio nuovo e le nuove ruote artigianali con mozzi Dura Ace provvederò anche al taglio definitivo del cannotto forcella. E a mettere il VERO nastro manubrio, che non sarà bianco, ma... sorpresa!
Okay, "sparate": sentiamo i vostri pareri! :rosik:
Titanio infatti fa rima con Audax, e le sue caratteristiche di comodità, longevità, relativa leggerezza e spartana semplicità (quasi sempre i telai sono privi di vernice, dunque non patiscono gli sbattimenti dei lunghi viaggi) ne fanno tipicamente il materiale delezione per una perfetta randonneuse.
Perchè coraggio e buona volontà? Semplicemente perchè questo telaio di pre-montato aveva solamente la serie sterzo. Io mi sono fatta carico personalmente di smontare i componenti dalla precedente bici, ordinare su Internet i pezzi mancanti, e soprattutto rimontare il tutto. Gli inconvenienti e le bucce di banana durante le operazioni non sono certo mancati: ho dovuto fare i conti con errori di consegna dei pezzi , ritardi , inesperienza mia , attrezzatura talvolta inadeguata , paura di non farcela , ma alla fine ho saputo rimediare a tutto e la mia testardaggine ha avuto la meglio.
Le foto che vi mostro sono del primo montaggio da considerarsi provvisorio, in quanto devono ancora arrivarmi il manubrio e le ruote nuove. :rosik:
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Uno sguardo sui pedali Exustar, leggeri ed eleganti:
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Uno sguardo ravvicinato al telaio: si tratta di un telaio da ciclocross no brand, di probabile provenienza Estremo Oriente, predisposto per ben tre standard di freni: caliper, cantilever e persino dischi!
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Le periferiche tutte rigorosamente Ritchey WCS in alluminio:
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Ieri l'ho provata, oltre 90 km con tutto quello che si può testare: salita, discesa, pianura, persino un pezzettino di sterrato. Che dire? Mi aspettavo un telaio "molliccio", invece non è così. Ma non è neppure "spaccaschiena", anzi: è quella bella sensazione di "setosa solidità" tipica dei telai in acciaio o in titanio. A pedalarla sembra che abbiano riasfaltato a nuovo le strade.
Soprattutto sono molto soddisfatta del mio montaggio, dato che non vi nascondo che le prime pedalate sono state mooolto timorose ("Avrò stretto bene tutte le viti? Ne avrò mica stretta TROPPO qualcuna? E se il cannotto forcella in carbonio (tagliato da me) cede di schianto in discesa?" :afraid:). Invece è andato tutto bene, a parte la regolazione di fino del cambio e la registrazione della tensione di sgancio dei pedali direi che ora ho per le mani una gran bella "regina dell'asfalto" che promette tanti, tanti km.
Quando arriveranno il manubrio nuovo e le nuove ruote artigianali con mozzi Dura Ace provvederò anche al taglio definitivo del cannotto forcella. E a mettere il VERO nastro manubrio, che non sarà bianco, ma... sorpresa!
Okay, "sparate": sentiamo i vostri pareri! :rosik: