ma dico anche che l'idealtipo di bimbo, che credo sia anche abbastanza vero (dipende dalle età ovvio), sia quello di "essere ancora puro", o meglio, immacolato nel senso di non troppo condizionato, che vive di sentimenti totali, quali la gioia il pianto l'entusiasmo e la disperazione senza la capacità (dite voi se positiva o negativa) di prevedere/razionalizzare/analizzare ecc..
insomma sul bambino si proietta la nostra voglia di purezza e di totale appartenenza al mondo. per questo uno stronXo di adulto che entra e lo spintona per "rubargli" il sogno di una borraccia per me è aberrante. Perche' l'adulto dovrebbe aver oramai imparato a fare senza. E a realizzarsi cercando di far vivere i sogni ai bambini appunto
L'idealtipo del bambino si basa appunto suull'essere
ancora puro (puro?!), dove la purezza sta nel non avere ancora vissuto, nel non essere ancora o forse nel non essere affatto. Non essendo visibilmente caratterizzato da un'individualità specifica ma corrispondendo più o meno bene a un comune denominatore buono per tutti, il bambino finisce per essere un telo bianco, indistinto, fatto apposta per le proiezioni di chi in quel bambino non vede
quel bambino. Si riesce a proiettare sul bambino perché il bambino è poco, è vicino al nulla, non ha particolare segni che disturbino la proiezione; la bontà del bambino è precisamente questo essere poco.
Non sono d'accordo invece sull'idea per cui uno abbia un'esperienza del mondo più totale da bambino che dopo. Forse più immediata, ma non più totale, non più completa, proprio perché il bambino, come si evince dai "non ancora" utilizzati, è una mancanza.
L'adulto che lo spintona è certamente aberrante (non albergasse in sé qualcosa di aberrante, come avrebbe mai potuto finire lì?) ma non sono di nuovo d'accordo sull'idea per cui gli adulti dovrebbero realizzarsi cercando di far vivere i sogni ai bambini, e non cito Nietzsche (che, anzi, nello
Zarathustra scrive di pensare solo ai propri figli) ma uno psicologo:
Quando trascuri il tuo benessere per quello dei figli, lasci loro una pessima eredità, un'orribile impressione del passato. [...] Quindi piantiamola con questa idiozia. E' tutto sbagliato, dice il bambino, e commette l'errore opposto. Se ti prepari sempre per la felicità dei tuoi figli, non saprai prenderti cura della tua, e i tuoi figli non impareranno a prendersi cura della propria. A loro volta potrebbero andare avanti sulla medesima strada e preparare la felicità dei tuoi nipoti, i nipoti quella dei tuoi pronipoti, e così la felicità finirà sempre per spostarsi da qualche altra parte del futuro. Pensi che essa sia raggiungibile nel futuro, qualcosa che tu non potrai avere, ma i tuoi figli sì. Così imbottisci la tua vita di ambizioni da realizzare in quel regno di là da venire che non giunge mai. Ogni generazione cade nella medesima trappola. Ci mettiamo tutti in croce per consentire ai figli di agguantare il miraggio, ma i figli crescono si comportano da sciocchi proprio come noi. Sono vittime dello stesso insegnamento malefico. (C. G. Jung)
La domanda è mal posta: non è che è meglio rendere felice un bambino. Il fatto è che Voigt la borraccia l'aveva data a lui, al bambino, e non all'altro. A Voigt non è piaciuto che l'altro l'avesse rubata, o sfilata, a chi voleva darla lui.
No, la domanda non era mal posta, visto che non era rivolta direttamente a Voigt ma a questo post:
E' UN GESTO BELLISSIMO, soprattutto perchè rende felice una bambino !!!!