L'ultimo problema che si può avere alla PBP, è proprio quello di pedalare in una moltitudine di ciclisti a stretto contatto.
Appena dopo la partenza, si vedono scene che richiamano l'apertura della caccia quando i cani appena sciolti dai loro legacci, corrono a perdifiato in cerca delle loro prede.
A Parigi è lo stesso, orde di scalmanati pensano che il traguardo si trovi dopo la prima curva, corrono che è un piacere, ogni tanto una caduta e qualche testa rotta, ma dopo questo brutto periodo di transizione, passata la sfuriata, la calma arriva e ognuno, se non l'ha fatto prima (cosa saggia da attuare subito), ritrova il suo benessere con un'andatura che può evitare l'infarto.
La PBP è questa, con le sue contraddizioni e le sue gioie, essa si può amare ma anche odiare, sta ad ognuno interpretarla e viverla secondo i suoi sogni
e le sue aspettative; l'importante è essere vigili e padroni del proprio destino e vivere veramente una straordinaria lezione di vita.
Il ricordo più bello del pedalare assieme a tanti altri, poco dopo la partenza, é la moltitudine delle luci dei fanali che illuminano la strada appena incomincia a fare buio...