190.5 kmFin dall'inizio sembra chiaro che il presente Tour intende continuare la linea creativa inaugurata alcune stagioni fa. Come una vecchia spada che si rifà il filo, la corsa delle corse rivisita i vecchi e ripassati canovacci, affinandone le trame, alla ricerca del nuovo, rivisitando la ricetta con spezie esotiche. Per il secondo anno la partenza è su un'isola, con un microtour nel Tour, un antipasto ricercato. Anche questa volta, nell'antipasto sono inserite tre tappe vivaci, variegate, piene di punti di accensione. Lo Yorkshire ad esempio. Possiede un inedito sapore arcaico, duro, scuro come i suoi manieri. Sono ondulazioni, ma su queste non crescono viti e ulivi come nelle fertili terre collinari mediterranee, sono sferzate dai gelidi venti del mare del Nord. I costruttori di strade obbediscono a un gusto austero, tracciano su ripidi pendii a dorso di mulo, senza alcuna gentilezza, senza giri di parole, come rispettosi dei grandi silenzi di queste selvagge lande. Il Tour va ad attraversare nelle sue due prime tappe il cuore di questa regione, trovando sotto le
ruote tutte le asprezze di questa terra. Alcune strade strette, a dorso di mulo, cambi di pendenza improvvisi, seguiti da scorbutiche discese, poca aderenza di un asfalto granuloso, ruvido. La prima tappa prende avvio all'ombra del monumentale complesso vittoriano del vecchio palazzo municipale di Leeds, in pieno stile Tour. Poi, si prende la via del nord e ci si inoltra in questo territorio mosso, per l'aspirante corridore da classifica, pieno di insidie. Gli stessi immancabili muretti di pietra a secco a bordo strada costituiscono un compagno di viaggio poco rassicurante, come via di fuga laterale in una caduta di gruppo. Sono segnate tre côtes, Cray, Buttertubs e Griton Moor, prima dei 50 ultimi e più pianeggianti chilometri. In tutte si trovano pendenze oltre il 15% per lo più su impietosi rettilinei. Dopo Leyburn la carreggiata torna gradualmente alla normalità. Due cose vanno osservate: la velocità delle discese, con pochissime curve e strada stretta, incute qualche timore. Inoltre, i 190 km della tappa sono totalmente allo scoperto, salita, discesa e pianura battute dal vento. Non sicuro, ma possibile: il gruppo inoltre, tra strappi, salitelle, e la costringente ristrettezza della sede stradale, già di suo sarà molto allungato.
Finale di tappa quasi diritto, ma c'è un tratto al 5-6% a cavallo dell'ultimo chilometro ad accorciare il lavoro degli ultimi uomini, che dovranno tarare diversamente i loro calcoli per cominciare il lavoro più avanti rispetto al solito
http://www.cicloweb.it/analisi_percorso/tour-de-france-2014.html