Non conosco la vela quindi non sono in grado di valutare il paragone, però nella bici la "certezza" non esiste nemmeno lontanamente: non sempre cadi perché ti stai prendendo dei rischi, non sempre cadi perché non sei capace di guidare la bici, non sempre correre "bene" (davanti, attorniato dallla squadra) ti mette al riparo dalle cadute....io mica tanto... soprattutto una corsa a tappe.
Premetto di essere ciclista men che mediocre ma me la cavo in barca a vela ed ho trent'anni di agonismo e svariati campionati italiani sulle spalle da poter dire che in queste competizioni non importa tanto puntare ad arrivare primo magari prendendosi qualche rischio anche agonisticamente accettabile, quanto essere certi di arrivare nei primi tre sempre. A meno che non ci sia (molto difficile) qualcuno che arrivi secondo o primo sempre, si vince (nella vela hai di solito anche la possibilità di scartare un risultato negativo al fine del computo finale del punteggio).
Puoi cadere in discesa per un tuo errore e tornare in gruppo dopo qualche minuto senza conseguenze (vedi Scarponi) oppure davanti a te si toccano, ti tirano giù e ti fai male alla vigilia di una tappa importante senza che sia colpa tua (vedi Froome).
Chiaro che è un fatto, come è chiaro che le "abilità" che servivano per eccellere in quel contesto (dove rispetto ai w/kg contano più altri aspetti) sono decisamente più proprie di Nibali che degli altri due.Nibali al di la di fanatismi che non mi appartengano mi è sembrato l'unico fino ad oggi ad avere tutte queste caratteristiche. Froome e Contador forse sarebbero usciti più avanti ma fintanto che sono stati in corsa erano dietro. Questo è un fatto.
Tradotto: Nibali ha accumulato vantaggio in quello che sulla carta era un terreno a lui più favorevole, gli altri due non hanno potuto rispondere su quello che, sulla carta, doveva essere il terreno a loro più favorevole.