La soluzione sarebbe semplicissima... continuare ad organizzare granfondo etc... ma SENZA CLASSIFICA...
e vedrete la gente darsi battaglia lo stesso, ma senza classifica né premi (se non a sorteggio) la gente all'inizio si doperà magari uguale, ma la gloria che ne ricaverebbe sarebbe veramente limitata e ad un certo punto il gioco non varrebbe più la candela...
Vuoi correre anche se sei pieno di bentelan? prego, nessun problema, tanto non vinci nulla...
Un paio di benefici aggiuntivi:
- stop definitivo agli pseudo professionisti delle GF che sono spesso rimborsati in nero, solo per dirne una.
Chi vuole dimostrare qualcosa, se ne ha le capacità, lo fa tra i 20 e i 40 anni tra i pro, gli altri, tutti, pedalano per il piacere di farlo ma senza pretendere nulla in cambio (se non a sorteggio)
- minori costi di iscrizione (non più chip, controlli antidoping...) oppure più tutele a parità di investimento
Volete la classifica? Segmento Strava della corsa/salita, filtro per data, voilà la classifica pronta (per chi ci tiene ovviamente). Volete il confronto con l'anno scorso? Idem...
Come dite? le società di chipping dovranno trovarsi un altro lavoro? Poco male, imho al di fuori del professionismo non hanno senso.
Per quelli di "eh ma senza classifica non c'è competizione", chiedete in Francia/Belgio dove le cyclosportives sono numerosissime, oppure anche solo a chi fa rando "corte" da 200-300 anche qui in Italia, se non c'è la "competizione" propria di una gara...
Just my 2 cents
io invece credo che una classifica in una manifestazione sportiva serva a mantenere un sano agonismo. da sempre mi sono confrontato con gli altri e mai ho fatto uso di sostanze dopanti... credo che come me siano in tanti... quindi il problema (o la soluzione) non stia nel non mettere una classifica...
il problema secondo è solo di responsabilità.
più in generale la mia idea (già illustrata qualche mese fa) sarebbe quella di istituire una sorta di patente a punti per il cicloamatore e per le società che regoli le iscrizioni e le attività in base ai comportamenti ed alle azioni di tali soggetti.
il tesserato ha dei punti "sulla propria tessera". alla prima positività c'è la squalifica per l'atleta e la sottrazione di punti a lui ed alla società (io metterei anche una bella multa salata ad entrambi i soggetti, ma questa può essere già fatta obbligando gli atleti e le squadre a firmare una penale in caso di positività ad un evento sportivo vedi la 9colli).
passata la squalifica, prima di tornare a gareggiare l'atleta deve recuperare i punti persi. può farlo o pagando (tanto) o partecipando ad almeno 3 eventi fci/enti come cicloturista, giusto per fargli capire lo spirito che deve avere un amatore. recuperati i punti può tornare a gareggiare normalmente. alla seconda squalifica scatta invece come per i prof la radiazione.
se lo fa, bene, altrimenti può starsene con gli amici in bici per strada.
per le società discorso simile. alla prima positività di un proprio atleta (oltre alla multa per responsabilità oggettiva) vengono tolti dei punti alla squadra. alla seconda squalifica invece scatta la "sospensione" della squadra, ovvero tutti i suoi tesserati possono solo partecipare come cicloturisti ad eventi fci/enti.
per recuperare i punti o si paga (tanto) o almeno 3/4 dei tesserati devono partecipare ad almeno 2 manifestazioni come cicloturisti. poi tutto torna come prima.
inoltre gli organizzatori di eventi potrebbero mettere come requisito di partecipazione per gli atleti quello di essere tesserati con squadre che abbiano tutti i punti o tot numero di punti sulla propria patente.
questo sistema genererebbe automaticamente gli anticorpi contro i furbi.
le società avrebbero interesse a garantirsi gli atleti più seri ed affidabili (per non incorrere in problemi).
e gli atleti che puntano alla vittoria a loro volta ad andare in squadre sane e serie che non gli possano creare problemi di partecipazione alle gare di spicco.
di fatto poi sparirebbero anche gli amatori "rimborsati" (di fatto stipendiati e sponsorizzati), altra piaga di un movimento AMATORIALE da sempre sottovalutato.
resterebbe solo il sano agonismo che in uno sport non può certo mancare!