Guarda che i risultati migliori della sua carriera, lei li ha ottenuti DOPO la maternità. Di che stiamo parlando?E chi ha parlato di impedire, essenzialmente se sei una professionista non puoi dire al tuo datore di lavoro, lo sponsor, mi alleno meno perché ho famiglia. E per gli atleti è un mondo a parte, puoi anche saltare le Olimpiadi per la recita del figlio, ma non è che le rimandano, come una pratica di ufficio che può essere fatta domani invece che oggi. Se salti troppi allenamenti non hai risultati, nessun collega può fare il lavoro per te."La mia idea del ciclismo FEMMINILE non è la sua", io da queste parole capisco che la Bastianelli vorrebbe un ciclismo femminile, non lo sport in generale, meno esasperato, che permetta di bilanciare lavoro e famiglia, scelte che ho sempre personalmente fatto, ma nello sport significa che vuoi una dimensione più amatoriale. Mi sembra che, invece, si voglia uno trattamento più professionistico per le ragazze. Sui datori di lavoro generici che ostacolano la maternità, non sono solo a Teheran, te l'assicuro.
La vita è una sola e una atleta che per la sua attività rinuncia ad avere un figlio, probabilmente rinuncerà per sempre ad averlo. La Van Vleuten ha 37 anni. Verosimilmente una volta finita la carriera dovrà trovarselo un qualcuno (di affidabile magari) con cui farlo e sarà magari già il momento di non provarci più, vista l'età, per tante ragioni non solo fisiologiche ma di opportunità, non ultima quella di avere col proprio figlio 45 anni di differenza che potresti essere sua nonna più che sua mamma. Sua legittima scelta. Di qui a criticare chi fa quella opposta ce ne corre.