Certo che tutte le volte che c'è da fare il paragone con una professione si sceglie sempre quello che asfalta le strade, il minatore, lo schiavo che ha costruito le piramidi, il soldato in guerra ecc... ma tutti quelli che in ufficio davanti al computer un pò lavorano un pò cazzeggiano su internet?, i vari nei negozi che se entra qualcuno lavorano se no telefonino e social network? quelli con l'azienda già tirata su dai "vecchi" che stanno li ad occupare l'ufficio? i vari che per strada stanno in 4 a fare il lavoro di 2? i vari in esubero che devi tenerli li a inventarsi qualcosa da fare perchè non si possono lasciare a casa?....ce ne sono tanti di esempi di gente che si fa il culo ma anche altrettanti che non fanno quasi nulla e ripeto che fatta la tua giornata poi stacchi.
Io ad un giovane che ha i numeri per passare prof. almeno consiglierei di studiare o imparare comunque una professione perchè non è di certo una vita facile, cosi come gli consiglierei di pensarci bene qualora volesse fare un lavoro duro!
Apprezzo le tue considerazioni e non posso che darti ragione.
Il mio era un semplice esempio perché se da un lato ci sono persone fortunate e capaci che riescono a fare della propria passione un lavoro, e magari sono anche dotate per fare questo lavoro, dall'altro ce ne sono altrettante che hanno semplicemente avuto meno occasioni per fare della propria passione un lavoro, e forse queste ultime fanno più sacrifici di un ciclista professionista.
L'esempio del minatore era solo per paragonare un lavoro "duro" che difficilmente uno sceglie di fare per passione. Non credo che fare l'insegnante o l'infermiere sia meno duro, ma credo (e spero) che queste persone lo facciano anche per passione.
Alla fine, nessuno di noi è costretto a scalare il Mortirolo, ma noi arriviamo a pagare una granfondo per far fatica, cosa che vista da persone "neutrali" sarebbe demenziale. Eppure le emozioni e il benessere che ne traiamo è certamente superiore al costo di iscrizione, perché a noi piace così. Credo sia così anche per uno che si dedica totalmente allo sport.
Ritengo che chi ha scelto di fare il ciclista professionista è perché ne aveva la capacità e la voglia di farlo. Se poi queste motivazioni per il grande Dumoulin sono venute meno, è giusto che si valutino delle alternative, ma dire che il ciclismo professinistico richiede dei sacrifici mi sembra un po' eccessivo, soprattutto detto in un forum dove molti di noi "sacrificano" del tempo per dedicarlo alla bici.
Ma sta proprio lì il punto di vista: io non vado in bici sentendolo un impegno, uno stress o un immolarmi sull'altare della fatica. Lo faccio perché mi piace, ho la possibilità di farlo perché lavoro e famiglia e lo permettono, e mi da benessere che poi posso applicare anche al resto della mia vita.
Spero lo sia per tutti quelli che che si dedicano a qualcosa per passione.