News Tom Dumoulin mette la propria carriera in pausa

bicimix

Ammiraglia
6 Agosto 2009
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ABRUZZO all’ombra del Blockhaus
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7 Tour de France consecutivi!
Insomma...

Roglic quest'anno ha perso un Tour che sembrava quasi scontato, si è rifatto con Liegi e Vuelta.
Alaphilippe ha buttato la Liegi e in una settimana ha vinto la Freccia del Brabante e fatto un ottimo Fiandre... prima di cadere.
Sagan ha alternato parecchi alti e bassi nella sua carriera, gli unici ad abbattersi per i bassi sono i commentatori dal divano.
Van Aert e Van Der Poel sono anni che se le suonano, ciclicamente (sempre per i commentatori dal divano) uno sta eclissando l'altro, intanto macinano entrambi vittorie su vittorie, il belga pure passando per l'infortunio notevole dell'anno scorso.
Pinot è la personificazione della sofferenza, ma qualcosa poi porta sempre a casa, che sia una tappa al Giro, o al Tour, o un Lombardia

Poi c'è tutta una serie di corridori meno vincenti che di sfighe ne hanno avute parecchie ma mica si son mai particolarmente abbattuti.
Certo che ci sono prof con un certo carattere, ma c’è ne sono molti che si abbattono facilmente sopratutto dal punto di vista psicologico ma noto anche una certa “fragilità” fisica.
Mi sembra che oggi per andare forte debbano essere in tutto al top e che non riescono a “pedalare” sopra le difficoltà mentali e fisiche, ma più in generale non reggono lo stress.
Poi è una mia idea non vuole essere di certo la verità assoluta.
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Certo che ci sono prof con un certo carattere, ma c’è ne sono molti che si abbattono facilmente sopratutto dal punto di vista psicologico ma noto anche una certa “fragilità” fisica.
Non mi sembra una cosa dell'oggi....ci sono sicuramente sempre stati i deboli di carattere o fragili fisicamente.
Mi sembra che oggi per andare forte debbano essere in tutto al top e che non riescono a “pedalare” sopra le difficoltà mentali e fisiche, ma più in generale non reggono lo stress.
Sicuramente al giorno d'oggi l'esasperazione è maggiore, i dettagli più curati ed estremizzati e le risorse mentali importanti come e di più di quelle fisiche. I tempi pane e salame sono finiti e oggi non pagherebbero.
 
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jan80

Ammiraglia
3 Marzo 2008
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bassano del grappa
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Colnago
reggere a livello prof se hai qualche problema e' quasi impossibile,la depressione e' una brutta malattia,se aveva un psicologo messo dalla squadra per lui,lo si faceva perche' si credeva nel suo talento,ma purtroppo e' difficile uscine.
Io ricordo che gia' prima di vincere il Giro 2017 si parlava della depressione di Tom.
Adesso bisogna vedere cosa fa',se ritorna in Olanda e continua ad allenarsi,oppure se lascia completamente la bici per qualche mese sara' dura poi rientrare
 
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Francutio

Apprendista Velocista
2 Marzo 2014
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Coming soon
Certo che ci sono prof con un certo carattere, ma c’è ne sono molti che si abbattono facilmente sopratutto dal punto di vista psicologico ma noto anche una certa “fragilità” fisica.
Mi sembra che oggi per andare forte debbano essere in tutto al top e che non riescono a “pedalare” sopra le difficoltà mentali e fisiche, ma più in generale non reggono lo stress.
Poi è una mia idea non vuole essere di certo la verità assoluta.

Nel paragonare epoche diverse secondo me c'è un problema di percezione dato dal fatto che su certi temi ora se ne parla molto, molto più apertamente. E per fortuna eh, perché se prima certe problematiche rimanevano più spesso "sommerse" non significava che non esistessero, con un maggiore rischio che, non venendo affrontate, potessero degenerare ulteriormente.

Poi certo, il livello medio (in praticamente qualsiasi sport) sempre più alto può accentuare alcune problematiche tipiche del professionismo, i social garantiscono un'esposizione mediatica (nel bene ma anche nel male) senza precedenti, però considerando tutto quanto penso comunque stiano meglio ora che non 20 o 40 anni fa.
 

Valerio_S

Cronoman
8 Febbraio 2017
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Torre del Lago Puccini
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L
io conosco personalmente amatori che fanno 40mila annui,non sono i sacrifici tante volte a pesare ( ok conta anche non essere mai a casa) ma molte volte di fondo non esiste un grandissimo amore per la bici ( non tutti i prof lo sono )
40mila annui, senza essere retribuiti.. faccio fatica a chiamarla passione/amore. è altro secondo me. Considerato che probabilmente a 40mila anno ci arrivano pochi o pochissimi prof. Sono oltre 100 km di media al giorno e sai meglio di me che non si pedala tutti i giorni o almeno non si dovrebbe pedalare tutti i giorni per 3/4 h ini media.

Ovviamente vale per tutto, non solo per il ciclismo. Opinione personale, beninteso.
 

pedalone della bassa

Otztaler inside
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modena, ma col cuore, ed originario, di Reggio Emi
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(advanced pro nox, argon 18 gallium), ora Cervèlo S3
dal punto di vista sportivo mi dispiace tantissimo. mi piaceva tantissimo come "tipologia" di corridore
a quei livelli (ovvero tra i primissimi) credo che "perdere" 1-2 anni non sia poi recuperabile (sempre parlando di livelli top). probabilmente, ad oggi, il livello è veramente molto alto, e per tenere quel livello si è costretti a sacrifici e sforzi non così semplici (come può sembrare a chi è al di fuori)*
spero per lui, che ritrovi serenità, qualsiasi sia la sua scelta

*questo credo che evidenzia ancora di più la straordinarietà di alcuni atleti, che riescono a stare "sulla breccia" dopo molti e molti anni
 

Shinkansen

Xeneize
20 Giugno 2006
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Colnago 50 Anniversary
Io tutti questi "sacrifici", tutti questi "martiri" dello sport faccio fatica a comprenderli.
In primo luogo devono ringraziare madre natura di averli dotati di un ottimo motore, e poi le circostanza che gli hanno permesso di arrivare dove sono arrivati.
Quelli che sul podio della medaglia d'oro olimpica dichiarano "un successo che mi ripaga di tutti i sacrifici fatti", li caccerei a calci! Perché uno che asfalta le strade sulla Salerno-Reggiocalabria ad agosto per far studiare i figli non sta facendo sacrifici? E da cosa viene ripagato? Da 1200 euro a fine mese e tanto catrame respirato?
Se hai avuto la fortuna di nascere col motore buono, se qualcuno ha scoperto le tue capacità, se ti sei trovato in una situazione dove poter emergere per coltivare le tue passioni, certo con impegno, ma facendo quello che ti piace fare, perché anziché pedalare avresti potuto benissimo stare sulla Salerno-Reggio, devi solo ringraziare chi ti ha dato questi talenti e chi ti ha permesso di utilizzarli.
Post molto demagogico. Certo, madre natura ha dotato di doti sopra la media i corridori di punta, ma il talento non basta per emergere. I risultati arrivano solo con l'impegno, lo studio, l'allenamento. E questo vale non solo per lo sport, ma anche per emergere nelle professioni. Non tutti i dottori sono uguali, ci sono i geni e ci sono quelli che avrebbero fatto meglio ad andare ad asfaltare le strade, per rimanere in argomento.
Tendiamo a dimenticare che dietro l'eccellenza ci sia la fatica e l'impegno, la dedizione. E di conseguenza i sacrifici, qualsiasi essi siano.
Per rimanere in tema di talento Bobby Fischer era considerato un genio negli scacchi. Parlo degli scacchi perché sono una via di mezzo fra il gioco e lo sport. Quasi nessuno sa che si allenava 8/10 ore al giorno. Qualcuno dirà: «Sai che roba, stare seduto e vedere i pezzi sulla scacchiera.» Se qualcuno non ha mai fatto un torneo non può sapere lo sforzo mentale a fine giornata dopo una partita che ti lascia esausto.
Forse l'asfaltatore che sta sulla Salerno-Reggio Calabria (ma perché sulla Milano-Varese no?) non gli piaceva studiare, ha preferito mollare dopo la terza media e si è consegnato ad una vita di lavori non qualificati (lasciamo da parte le considerazioni sulla situazione economica attuale), mentre i suoi amici studiavano o studiavano un mestiere e non vedevano un quattrino lui preferiva guadagnare subito con lavori che non offrivano sbocco. Magari dello sport non gli importava niente, se non qualche partita a pallone con gli amici.
Per concludere, per un Tom Dumoulin che si può permettere di lasciare lo sport con un bel gruzzolo in banca, ce ne sono 50 che vorrebbero mollare per lo stesso motivo ma che devono resistere perché non hanno lo stesso ingaggio e non trovano un'alternativa.
 

jan80

Ammiraglia
3 Marzo 2008
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Colnago
40mila annui, senza essere retribuiti.. faccio fatica a chiamarla passione/amore. è altro secondo me. Considerato che probabilmente a 40mila anno ci arrivano pochi o pochissimi prof. Sono oltre 100 km di media al giorno e sai meglio di me che non si pedala tutti i giorni o almeno non si dovrebbe pedalare tutti i giorni per 3/4 h ini media.

Ovviamente vale per tutto, non solo per il ciclismo. Opinione personale, beninteso.
se non sono pagati allora perche' li fanno se non per passione??
 

Passe87

Pignone
8 Marzo 2014
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Colnago
Come ogni cosa da una notizia si creano teorie.....dispiace ?? Sicuramente perché era uno forte . Per lui che smette arrendendosi a qualsiasi motivazione si crea lo spazio per uno che ha più voglia di lui ....il tempo dirà se è stato sostituito da uno più forte o uno più scarso . Gli si augura il meglio sperando che non ci ripensi che poi ce lo troviamo alle gran fondo ...
 
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Mauro1988

Passista
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Cannondale SystemSix
Certo che tutte le volte che c'è da fare il paragone con una professione si sceglie sempre quello che asfalta le strade, il minatore, lo schiavo che ha costruito le piramidi, il soldato in guerra ecc... ma tutti quelli che in ufficio davanti al computer un pò lavorano un pò cazzeggiano su internet?, i vari nei negozi che se entra qualcuno lavorano se no telefonino e social network? quelli con l'azienda già tirata su dai "vecchi" che stanno li ad occupare l'ufficio? i vari che per strada stanno in 4 a fare il lavoro di 2? i vari in esubero che devi tenerli li a inventarsi qualcosa da fare perchè non si possono lasciare a casa?....ce ne sono tanti di esempi di gente che si fa il culo ma anche altrettanti che non fanno quasi nulla e ripeto che fatta la tua giornata poi stacchi.

Io ad un giovane che ha i numeri per passare prof. almeno consiglierei di studiare o imparare comunque una professione perchè non è di certo una vita facile, cosi come gli consiglierei di pensarci bene qualora volesse fare un lavoro duro!
 
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samuelgol

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se non sono pagati allora perche' li fanno se non per passione??
Perchè sono malati. Uno che non per lavoro si fa 40mila km in bicicletta all'anno, PER ME, è uno che ha qualche rotella non a posto, oltre a essere terribilmente solo o irresponsabile verso chi dovrebbe godere della sua presenza. Non per passione.
Ripeto, PER ME.
 

Mauro1988

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Cannondale SystemSix
Perchè sono malati. Uno che non per lavoro si fa 40mila km in bicicletta all'anno. PER ME, è uno che ha qualche rotella non a posto, oltre a essere terribilmente solo o irresponsabile verso chi dovrebbe godere della sua presenza.
Ripeto PER ME.

magari a casa son contenti di non averlo tra le balle :-)xxxx, alcuni diventano pesanti senza nulla da fare.
 
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Mauro1988

Passista
31 Gennaio 2011
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Cannondale SystemSix
L'ipotesi era già contemplata. Se quelli che dovrebbero essere i tuoi cari non ti vogliono fra i piedi, sei terribilmente solo.

Dai su, ero ironico...sai la classica situazione della coppia su di età dove la moglie è contenta se il marito se ne sta mezza giornata in giro in bici almeno può fare quello che gli pare tranquilla.

ps.
Alcuni soffrono la solitudine altri invece hanno bisogno di prendersi del tempo solo per se stessi anche se stanno in coppia.
 

samuelgol

Flughafenwächter
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
............
ps.
Alcuni soffrono la solitudine altri invece hanno bisogno di prendersi del tempo solo per se stessi anche se stanno in coppia.
Prendersi un pò di tempo per se stessi è corretto, 40mila km all'anno non è un pò di tempo per se stessi. O sei solo o sei malato. E se sei solo vuol dire che qualcosa non quadra lo stesso.
 
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EliaCozzi

Scalatore
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Certo che tutte le volte che c'è da fare il paragone con una professione si sceglie sempre quello che asfalta le strade, il minatore, lo schiavo che ha costruito le piramidi, il soldato in guerra ecc... ma tutti quelli che in ufficio davanti al computer un pò lavorano un pò cazzeggiano su internet?, i vari nei negozi che se entra qualcuno lavorano se no telefonino e social network? quelli con l'azienda già tirata su dai "vecchi" che stanno li ad occupare l'ufficio? i vari che per strada stanno in 4 a fare il lavoro di 2? i vari in esubero che devi tenerli li a inventarsi qualcosa da fare perchè non si possono lasciare a casa?....ce ne sono tanti di esempi di gente che si fa il culo ma anche altrettanti che non fanno quasi nulla e ripeto che fatta la tua giornata poi stacchi.

Io ad un giovane che ha i numeri per passare prof. almeno consiglierei di studiare o imparare comunque una professione perchè non è di certo una vita facile, cosi come gli consiglierei di pensarci bene qualora volesse fare un lavoro duro!
Apprezzo le tue considerazioni e non posso che darti ragione.

Il mio era un semplice esempio perché se da un lato ci sono persone fortunate e capaci che riescono a fare della propria passione un lavoro, e magari sono anche dotate per fare questo lavoro, dall'altro ce ne sono altrettante che hanno semplicemente avuto meno occasioni per fare della propria passione un lavoro, e forse queste ultime fanno più sacrifici di un ciclista professionista.

L'esempio del minatore era solo per paragonare un lavoro "duro" che difficilmente uno sceglie di fare per passione. Non credo che fare l'insegnante o l'infermiere sia meno duro, ma credo (e spero) che queste persone lo facciano anche per passione.

Alla fine, nessuno di noi è costretto a scalare il Mortirolo, ma noi arriviamo a pagare una granfondo per far fatica, cosa che vista da persone "neutrali" sarebbe demenziale. Eppure le emozioni e il benessere che ne traiamo è certamente superiore al costo di iscrizione, perché a noi piace così. Credo sia così anche per uno che si dedica totalmente allo sport.

Ritengo che chi ha scelto di fare il ciclista professionista è perché ne aveva la capacità e la voglia di farlo. Se poi queste motivazioni per il grande Dumoulin sono venute meno, è giusto che si valutino delle alternative, ma dire che il ciclismo professinistico richiede dei sacrifici mi sembra un po' eccessivo, soprattutto detto in un forum dove molti di noi "sacrificano" del tempo per dedicarlo alla bici.

Ma sta proprio lì il punto di vista: io non vado in bici sentendolo un impegno, uno stress o un immolarmi sull'altare della fatica. Lo faccio perché mi piace, ho la possibilità di farlo perché lavoro e famiglia e lo permettono, e mi da benessere che poi posso applicare anche al resto della mia vita.

Spero lo sia per tutti quelli che che si dedicano a qualcosa per passione.
 
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Shinkansen

Xeneize
20 Giugno 2006
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Ritengo che chi ha scelto di fare il ciclista professionista è perché ne aveva la capacità e la voglia di farlo. Se poi queste motivazioni per il grande Dumoulin sono venute meno, è giusto che si valutino delle alternative, ma dire che il ciclismo professionistico richiede dei sacrifici mi sembra un po' eccessivo, soprattutto detto in un forum dove molti di noi "sacrificano" del tempo per dedicarlo alla bici.
Fai un errore di fondo nel considerare il mondo professionistico un divertimento. Il fatto che alcuni di loro guadagnino un sacco di soldi non toglie che anche loro facciano dei sacrifici. Certo, rispetto a chi fa un lavoro umile o pesante, il sacrificio è ben ricompensato, ma si tratta sempre di un sacrificio.
Per restare nel ciclismo, fare sacrifici non è solo allenarsi (e già qui si potrebbe aprire un mondo, visto che devono uscire ogni giorno, anche quando piove o quando sono stanchi o mentalmente non ci stanno con la testa e potrei continuare o sono mezzi infortunati, perché il professionista non recupera mai appieno come fa - dovrebbe fare - un amatore, ma appena può riprende ad allenarsi.), ma tutto quello che ci sta dietro. È noto che lo sport professionistico abbia poco a che vedere con il benessere fisico. Spesso, per gareggiare devono assumere medicinali per sopportare il dolore. Lo stress per la ricerca del risultato, lo stress per fare una buona prestazione. Insomma, tutte situazioni che che alla lunga logorano sia il fisico che la mente. Senza contare il regime ferreo di dieta che devono sostenere. C'era una bella intervista di un ex-pro' proprio qui sul forum, che lamentava il continuo senso di fame durante la carriera. Una cosa questa con cui gli appassionati sportivi non abbiamo a che fare. Salvo coloro che frequentano la sezione alimentazione di questo forum.
Ma sta proprio lì il punto di vista: io non vado in bici sentendolo un impegno, uno stress o un immolarmi sull'altare della fatica. Lo faccio perché mi piace, ho la possibilità di farlo perché lavoro e famiglia e lo permettono, e mi da benessere che poi posso applicare anche al resto della mia vita.
Perché tu pratichi lo sport nel modo corretto, con le giuste ambizioni e le giuste soddisfazioni. Conosci i tuoi limiti, sai fin dove devi spingerti e sai come ti devi regolare.
Ma lo sport professionistico è un'altra cosa. Perché anche chi corre nelle squadre Continental si impegnano sempre per poter salire di categoria, guadagnare di più, avere maggiore visibilità e riconoscimenti.
 
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Reactions: EliaCozzi