Si è piazzato bene, ma non è la stessa cosa che fare quello che hanno fatto Alaphilippe e Lampaert, che hannno portato degli attacchi che MvdP e Van Aert sono dovuti andare a chiudere loro, non Vermeersch e Van Hooydonk.
.........
Esatto. Il piazzamento finale non conta. Conta ciò che fai durante una gara. C'è chi vivacchia e alla fine ben si piazza e chi lavora per il proprio capitano (o comunque per un suo compagno) e quando ha finito si sfila e magari arriva dopo mezz'ora. Alla maniera dei vari Kwiat, Moscon, Poels del trenino Sky, che sventravano mezzo gruppo e una volta finito il lavoro salivano in surplace senza stare a guardare il distacco.
Diciamo che al Fiandre è normale vedere gente che cerca forza anche nei gomiti. Il Paterberg l'ha fatto comunque molto bene, è stato Asgreen che ha tenuto benissimo.
A me non sembra che VDP il Paterberg lo abbia fatto bene. Asgreen lo ha fatto bene. Bici bella dritta, azione composta, e traiettoria più breve. VDP era lì che arrancava cercando una canaletta strettissima, non riuscendo nemmeno a seguirla bene. E' in quel momento che ho pensato che Asgreen ce la poteva fare (mentre qualcuno diceva che la partita era persa, che stava regalando la gara a VDP, che non doveva collaborare, che doveva fare il furbo, ma magari addirittura aspettare il gruppo dietro).
Vabbeh ma quello è show, figlio dell'esaltazione del momento.
Il valore del campione lo vedi nella sconfitta.
Io sono pienamente d'accordo. Dovresti dirlo a chi lo ha criticato come spaccone per una esultanza tutto sommato normale.
“Ni”, nel senso che il vizio tipicamente Italico di fare il processo alle sconfitte è stucchevole ed è il primo limite per non creare una cultura sportiva vincente (Velasco diceva queste cose trent’anni fa...). Poi, il forum è bello perché vario e se non interessa si legge oltre...
Concordo in pieno. E' vero che quando uno non vince, il primo passo per far meglio la prossima volta è autoanalizzare cosa si poteva far meglio...e possibilmente farlo meglio la volta dopo. Però quando vince uno più forte, non per forza si è sbagliato o si poteva fare meglio. A volte, per non dire spesso, semplicemente ha vinto l'altro perchè è più forte in assoluto o lo era quel giorno. Fine.
Il ragionamento di cui parli è figlio dell'esaltazione smodata nella vittoria e la depressione esagerata nella sconfitta, clichè di cui siamo campioni del mondo. Mai che si riconosca il valore e il merito dell'avversario. Perdi e sei finito, vinci e sei Dio.