Trovo in rete queste pagelle che tutto sommato mi sembrano condivisibili, a parte forse il voto un pò stretto a Mohoric:
Dylan VAN BAARLE. 10 e lode. Per lui le pietre non sono rotolanti, ma amanti da soddisfare, chilometro dopo chilometro. Pietre che gli battono il tempo, ma non lo abbattono, perché oggi il 29enne olandese non è solo uno dei componenti dei “Fab Seven” della Ineos, ma è chiaramente il più in palla, il più intonato. L'olandese della Ineos Grenadiers corre con grande intelligenza, ed è bravo a lanciarsi all'inseguimento di Mohoric, Lampaert e Devriendt a 30 km dalla conclusione, prima di staccarli sul pavé. Non è un caso che Dylan le suoni a tutti, con apparente facilità, con indiscutibile ferocia. Divora asfalto e pietre, chilometri e avversità: si lascia tutto alle spalle, per un trionfo pieno e meritato, colto alla media record di 45,792 kmh. La prima Roubaix per la sua Ineos, la prima per Fausto
Pinarello e i suoi gioielli. La Regina ha il suo Re: è quello che al Fiandre ha fatto secondo. Non era un caso.
Wout VAN AERT. 9. Ci manca solo che un meteorite gli sbatta in testa e poi il programma era completo. Due inseguimenti, di quelli veri e difficili, non gli impediscono di essere tra i grandi protagonisti di una Roubaix asciutta e velocissima. Il campione belga si conferma grande atleta, grandissimo pedalatore. Ottiene l’ennesimo podio, ma non scherziamo: questo non è un eterno secondo. Wout è eternamente lì, sempre.
Stefan KÜNG. 8,5. Anche lo svizzero della Groupama si porta a casa un podio e un bel sacchetto di malasorte. Però nulla da dire sulla sua corsa, sulla sua primavera, riassumibile grosso modo così: 3° alla E3 Saxo Banc Classic; 6° alla Dwars door Vlaanderen; 5° al Giro delle Fiandre; 8° all’Amstel, 3° alla Roubaix. Insomma, da buon cronoman, la regolarità è la sua cifra distintiva.
Tom DEVRIENDT. 7. Il 30enne belga della Intermarché porta a casa un 4° posto che vale tantissimo e conferma il livello altissimo del suo team (ne hanno piazzati sei nei primi 23).
Matej MOHORIC. 7,5. Corre da 10, non lesinando watt e accelerazioni. Forse è anche fin troppo generoso, ma in una corsa come la Roubaix non si fanno i calcoli, è solo un costante e continuo esercizio di addizione e alla fine si tirano le somme. Il suo 5° posto: stretto, molto stretto. Sono più generoso io.
Adrien PETIT. 7,5. Alla faccia del suo cognome, il 31enne transalpino è grande, e completa la giornata di gloria targata Intermarché con un buonissimo 6° posto.
Jasper STUYVEN. 8. È tra i grandi protagonisti di questa Roubaix. Pedala con grande facilità e sembra essere uno dei più in palla in questa giornata infernale. Poi la foratura, quando era all’inseguimento dei primi con Van Aert e Küng. Arriva con Van der Poel, ma avrebbe meritato molto di più.
Mathieu VAN DER POEL. 6. È il grande favorito della vigilia, ma sin dal mattino si fa sorprendere dall’attacco di un gruppetto di attaccanti comprendenti Philippe Gilbert, Mike Teunissen, Filippo Ganna, Dylan Van Baarle, Yves Lampaert, Matej Mohoric e Niki Terpstra. Non si dà per vinto, ma alla fine è vinto: non in giornata.
Yves LAMPAERT. 7. Potrebbe rivalutare la campagna del Nord e la primavera dei lupacchiotti della Quick-Step, ma quando le cose vanno male, proseguono peggio. A 7 km dal traguardo bruttissima caduta a causa di un tifoso plaudente, che non viene letteralmente visto dal corridore belga. Finisce per terra e lì finisce il suo pensiero stupendo.
Davide BALLERINI. 7. Coglie l’attimo, con Matej Mohoric, Casper Pedersen, Tom Devriendt e Lauren Pichon. Poi resta appiedato da una foratura. Ci vuole pazienza, certo, ma girano…
Filippo GANNA. 6. La sua Ineos è in palla, lui sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda. Poi però viene rallentato da forature e guasti meccanici. La prima riesce a tamponarla da par suo, la seconda la patisce. Quando succede questo ci sarebbe tempo per rimediare, ma bisognerebbe essere Wout Van Aert.
Matteo TRENTIN. 6. Ha la gamba buona ma la buona sorte si dimentica di lui: nella foresta di Arenberg gli salta la catena, insegue, rientra e poi una foratura lo costringe di nuovo allo stop. «Questo è il ciclismo» commenta. Questa è la Roubaix, aggiungiamo noi.
Andrea PASQUALON. 6. Il 34enne corridore veneto della Intermarché Wanty Gobert è il primo degli italiani. Un 19° posto che in una corsa come la Roubaix vale, perché chi conclude la regina è comunque un vincitore (ecco il perché delle mie sufficienze). Per la cronaca: l’hanno terminata 107 corridori. Gli italiani: Filippo Ganna (35°), Davide Ballerini (41°), Matteo Trentin (43°), Daniel Oss (72°), Edoardo Affini (82°), Luca Mozzato (83°) e Manuele Boaro (97°)