Ciao ragazzi, avendo aperto il post metto il riassunto della mia prima esperizenza.
Peccato che non abbia potuto fare il Gavia ma contento di aver portato a termine il percorso lungo!
Partenza molto fredda, già bagnati e temperature intorno ai 6 gradi al mattino con pioggia.
Le condizioni hanno spaventato tanti partecipanti che hanno deciso di non partire e Tornare a casa o passare direttamente al pasta party.
Il gruppo del “lungo” con il doppio mortirolo, il primo Mortirolo da Monno e il secondo Mortirolo da Mazzo era il piu numeroso.
I primi 15 chilometri tutti in diescesa con passo controllato da Moto, già tutti bagnati e tremanti dal freddo, non vedevo l’ora che arrivasse la salita per riscaldarmi. È stato un bel concerto live di trombette e trombettine (I fischi dei freni a disco sul bagnato) con acqua che schizzava da tutte le parti.
Arrivata la salita dopo edolo, le gambe erano due cubetti di ghiaccio che dopo un po hanno ripreso a girare discretamente. Bella salita con strate tutte bagnate ma buone con molti pezzi asfaltati nuovi. Arrivati su discesa super tecnica presa con molta cautela e con tanto frenare, peccato, con l’asciutto il divertimento sarebbe stato molto di più, ma oggi era importante non esagerare e rischiare per niente.
I freni classici con i cerchi in alluminio si sono comportati benissimo, pero bisognava gestire la frenata con anticipo e la modulazione era tutto sommato ottima.
Arrivati giù a Tiolo, qualche chilometro veloce con vento e acqua fino a Mazzo fatto abbastanza tranquillo in un gruppetto di 5. Arrivati a Mazzo ognuno con il tuo passo su per il temuto e Mortirolo da Mazzo. Importantissimo il pacing che mi è riuscito abbastanza bene per le mie potenzialità, di piu non andava. Faccio praticamente tutta la salita solo, in pace totale io la strada la pioggia e il bosco, bellissimo. Riprendo giusto qualche ciclista nella seconda meta.
Arrivati su è fatta, c’è falsopiano di alcuni chilometri e qualche strappo tutto fattibile. Prendo una foratura alla ruota davanti, continuo a pedalare e per fortuna il liquido tubeless chiude il buco dopo diversi metri. Fermarsi in altura con la pioggia e al freddo per riparare sarebbe stato un martirio.
Tiro nel falso piano e sullo strappo dopo il falsopiano arriva il primo crampo alla coscia che quasi mi fa fermare, ma non mollo, poco piu avanti crampo all’altra coscia. Per fortuna arriva la discesa e riesco a fare stretching e controllare i crampi perdendo poco tempo.
Il resto della discesa molto tecnico, con finale pieno di buche, pietre e pozzanghere, bisogna leggere attentamente la strada e non prendere rischi. Ci sono anche le tabelle che indicano: “attenzione, asfalto dissestato”. Ma nel 2024, è ancora cosi difficile fare le strade come si deve ??
Fatta la discesa senza rischi, arriviamo giu in tre, mancano due chilometri ad Aprica, l’ultimo è in salita
Do tutto quello che mi rimane nell' ultimo km soprattuto gli ultimi 500m, ed è fatta, giro portato a termine. Bella ma dura esperienza, la più lunga sotto la pioggia. Alla prossima forse, con il Gavia !
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