2) Sicurezza passiva: casco, sistemi tipo airbag sull'abbigliamento dei ciclisti
3) Sicurezza attiva: ABS, su cui in ambito ciclistico Bosch ci sta seriamente ragionando sopra.
Alcune di queste cose sono più vicine, altre lontane, ma la direzione è questa. E se guardiamo da dove veniamo (degli affari rigidissimi, con gomme larghe un mignolo e freni dei flinstones, niente casco o occhiali), stiamo anche andando nella direzione giusta.
Conosci le dimensioni e il peso di un motre che fa esplodere l'airbag? Lo mettiamo tutto sulla nostra testa, sopra o dentro al casco?
Conosci le dimensioni e il peso di un sistema ABS? Lo mettiamo tutto sull'avantreno, tanto per appesantire di più un lato della forcella?
La direzione non è affatto questa: la direzione è andare più piano ed essere più coscienziosi e rispettare la semplicità
di un mezzo come la bicicletta.
Se pretendiamo di andare sempre più veloce e le
ruote rimangono 2, oltretutto fatte girare dalla forza muscolare,
ci schianteremo e moriremo anche con l'ABS, l'ESP, la frenata d'emergenza, il mantenimento di corsia, il cruise control adattivo,
l'E-DiFF della Ferrari, il pre-safe della Mercedes, il differenziale autobloccante, le sospensioni a smorzamento automatico.
Bisogna stare in sella coscienti che quello è un mezzo che sta in equilibrio,
sul quale l'essere umano per la sua natura fisiologica neanche dovrebbe salire, figurati se è lecito che lo usi per
scendere a 100 km.
Io in discesa vado abbastanza veloce, ho fiducia nel mio telaio, nei mie freni dual pivot, nelle mie ruote di alluminio, ma se mai dovessi caderre e farmi male, non darò la colpa al mezzo e alla dotazione meccanica, sarà stata colpa/responsabilità mia che ho toccato velocità che non dovevo toccare.