News André Drege morto tragicamente al giro d'Austria

JamesHunt

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Questo lo sostieni tu...
Fatti narrare da chi c'era al campionato del Mondo di Duitama
A che velocità scendevano, con Tubolari da 19.21 incollati su cerchi in alluminio, spesso non rettificati.. Con la pioggia e freni coi tappi in gomma.. e di cadute non ne ricordo..
Tanto per fare esempio...

Non sto dicendo che andavano piano una volta. In discesa andavano forte uguale e rischiando molto di più.

E' cambiato il modo di correre, generalmente le medie sono più alte ovunque. Quindi i corridori sono più stanchi, in gruppo c'è più nervosismo.
 

JamesHunt

Apprendista Scalatore
6 Luglio 2020
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Sono aumentate parecchio anche le gare.
Ora si corre 365 giorni l'anno contemporaneamente in vari punti del mondo.

Cadono molto comunque. Non ricordo periodi come quello di questa primavera dove 4/5 dei più forti ciclisti erano infortunati.

Credo sia un mix di cose appunto. Velocità medie altissime, tanto nervosismo in gruppo, materiali che permettono di tenere velocità più alte e che forse danno l'idea di spostare più avanti i limiti.

Purtroppo rimane il discorso che la strada non è un circuito e non può essere messa in sicurezza.

Le morti sono una conseguenza delle maggiori cadute.

Non credo comqunque ci sia una soluzione semplice e pratica.

Anche io ho corso, probabilmente andavo più veloce in discesa 20 anni fa, eppure pensare di fare una discesa con quelle bici oggi mi terrorizza. Quindi i nuovi materiali, almeno nelle vere discese centrano poco.

Sicuramente dove non conta la tecnica, le nuove bici sono molto più veloci permettendo di raggiungere velocità pazzesche, sia in pianura che in discese poco ripide. Idem le rapportature. Basta guardare quanti si mettono ancora in posizioni "aero" e quanti invece scalciano sui pedali nonostante siano già a 80 Km/h.
 

Ser pecora

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Le cadute e la gravità delle cadute
Presentano dei numeri poco giustificabili...

La mia idea è che non siano tanto le velocità a fare la differenza, ai fini di una caduta mortale cadere a 66 o 63kmh non è che cambia la sostanza, ma sono cambiate molto le strade, in particolare con gli arredi urbani. Il grande numero di cadute infatti non avviene in discesa, ma ovunque, in particolare in occasione di restringimenti e rotonde. 30 anni fa non c'erano 1 miliardo di rotonde come oggi*. Oltre a dissuasori, paletti, etc...poi c'è il caso della maxi-caduta ai paesi baschi, ma li il problema era la condizione del manto stradale ad aver mandato per terra 15 corridori.

*i rischi di questo poi peggiorano esponenzialmente se si sommano al traffico veicolare, aumentato vertiginosamente. Rendendo gli allenamenti un incubo, a meno di non migrare tutti alle Canarie o Girona. Questo è un oggettivo problema per le giovanili. Per me sono fattori che rendono il ciclismo sempre meno attrattivo. Perché cadere a 100kmh è molto meno probabile di essere tirati sotto dal vecchio non vedente col pandino.

Al netto di tramadolo e altre sostanze che ormai da anni sono indiziate di tremori e svarioni vari.
Ruote, freni e altri fattori tecnici per me contano zero.
 

jacknipper

Diversamente scalatore
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Giusto una statistica. Tra tutti i professionisti morti in competizione nel ciclismo dal 1891 ad oggi, i morti per cadute in discesa sono 9:

Richard Deporter
Orfeo Ponsin
Michel Goffin
Fabio Casartelli
Juan Barrero
Wouter Weylandts
Randall Fox
Gino Mäder
André Drege

La grande maggioranza sono morti in pista (soprattutto fino a prima della 2^guerra mondiale) e per collisioni con veicoli.

tra l'altro alcuni non avevano il casco (per motivi "storici")
 

Rick_86

Pedivella
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Prima cosa: RIP.

Per il resto, just my two cent.

Sabotare i freni: follia. Nessuno in F1 o in MotoGP ha mai pensato di sabotare i freni per far andar più piano le macchine. Nessuno ha mai detto di limitare i freni delle macchine perchè tanto oltre 130 in autostrada non si va. Il freno deve funzionare al meglio in ogni condizione perchè in caso di emergenza (imprevedibile) serve. Punto. E penso anche che nessun ciclista professionistico accetterebbe mai una limitazione all'efficienza del suo principale sistema di sicurezza. Francamente, lascia anche meravigliato leggere queste cose, immagino si tratti dei postumi della purtroppo mai finita diatriba rim/disco.

Limitatori di velocità, autovelox etc.. sono teoricamente ma non realisticamente possibili. Possibile invece limitare i rapporti massimi, per esempio ad un 54/11 o equivalente.

Ma le soluzioni più importanti secondo me sono tecnologiche, e seguono lo stesso trittico di quanto fatto sulle auto moderne:
1) Consapevolezza del guidatore: segnali luminosi sui punti pericolosi delle discese etc.. (per le auto sono le spie di stanchezza, segnali limite velocità ecc..)
2) Sicurezza passiva: casco, sistemi tipo airbag sull'abbigliamento dei ciclisti
3) Sicurezza attiva: ABS, su cui in ambito ciclistico Bosch ci sta seriamente ragionando sopra.

Alcune di queste cose sono più vicine, altre lontane, ma la direzione è questa. E se guardiamo da dove veniamo (degli affari rigidissimi, con gomme larghe un mignolo e freni dei flinstones, niente casco o occhiali), stiamo anche andando nella direzione giusta.
 
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Giau

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17 Settembre 2012
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Non si tratta di peso in più ma di praticità. La piccola differenza è che negli sport come moto e auto il pilota fa solo piccoli movimenti.
Prova ad indossare le protezioni da DH e il casco integrale e vai a scalare i quattro passi se ci riesci.
Quando leggo queste cose mi piacerebbe capire se chi scrive ci va in bici perchè io ieri mi sarei tolto anche la pelle per quanto era caldo, figuriamoci indossare una tuta con le protezioni. o-o
Vado in bici da circa 20 anni ma non è questo il punto, del mio messaggio non hai capito proprio un cacchio. Lo so benissimo che in bici non si può indossare la tuta in pelle o in casco di Hamilton. Quello che volevo dire è che non si studiano ad esempio delle salopette con inserti tipo kevlar
Non si tratta di peso in più ma di praticità. La piccola differenza è che negli sport come moto e auto il pilota fa solo piccoli movimenti.
Prova ad indossare le protezioni da DH e il casco integrale e vai a scalare i quattro passi se ci riesci.
Quando leggo queste cose mi piacerebbe capire se chi scrive ci va in bici perchè io ieri mi sarei tolto anche la pelle per quanto era caldo, figuriamoci indossare una tuta con le protezioni. o-o
Vado in bici da 20 anni e del mio messaggio non hai capito proprio un cacchio... mi chiedevo ad esempio perché non studiano delle salopette con inserti in kevlar o altri materiali che proteggano la zona del femore o maglie con le medesime protezioni nella zona clavicole. Se investissero milioni di euro li troverebbero il sistema e i materiali che non danno fastidio e se li usassero 1 anno i pro dopo li useremmo tutti. Poi se tu sei uno di quelli che non usa il casco perché gli fa caldo allora mi taccio. Buona giornata.
 

Mauro85

Apprendista Velocista
7 Aprile 2012
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Pinarello
2) Sicurezza passiva: casco, sistemi tipo airbag sull'abbigliamento dei ciclisti
3) Sicurezza attiva: ABS, su cui in ambito ciclistico Bosch ci sta seriamente ragionando sopra.

Alcune di queste cose sono più vicine, altre lontane, ma la direzione è questa. E se guardiamo da dove veniamo (degli affari rigidissimi, con gomme larghe un mignolo e freni dei flinstones, niente casco o occhiali), stiamo anche andando nella direzione giusta.

Conosci le dimensioni e il peso di un motre che fa esplodere l'airbag? Lo mettiamo tutto sulla nostra testa, sopra o dentro al casco?

Conosci le dimensioni e il peso di un sistema ABS? Lo mettiamo tutto sull'avantreno, tanto per appesantire di più un lato della forcella?

La direzione non è affatto questa: la direzione è andare più piano ed essere più coscienziosi e rispettare la semplicità
di un mezzo come la bicicletta.

Se pretendiamo di andare sempre più veloce e le ruote rimangono 2, oltretutto fatte girare dalla forza muscolare,
ci schianteremo e moriremo anche con l'ABS, l'ESP, la frenata d'emergenza, il mantenimento di corsia, il cruise control adattivo,
l'E-DiFF della Ferrari, il pre-safe della Mercedes, il differenziale autobloccante, le sospensioni a smorzamento automatico.

Bisogna stare in sella coscienti che quello è un mezzo che sta in equilibrio,
sul quale l'essere umano per la sua natura fisiologica neanche dovrebbe salire, figurati se è lecito che lo usi per
scendere a 100 km.

Io in discesa vado abbastanza veloce, ho fiducia nel mio telaio, nei mie freni dual pivot, nelle mie ruote di alluminio, ma se mai dovessi caderre e farmi male, non darò la colpa al mezzo e alla dotazione meccanica, sarà stata colpa/responsabilità mia che ho toccato velocità che non dovevo toccare.
 

Ser pecora

Diretur
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. mi chiedevo ad esempio perché non studiano delle salopette con inserti in kevlar o altri materiali che proteggano la zona del femore o maglie con le medesime protezioni nella zona clavicole. Se investissero milioni di euro li troverebbero il sistema e i materiali che non danno fastidio e se li usassero 1 anno i pro dopo li useremmo tutti. Poi se tu sei uno di quelli che non usa il casco perché gli fa caldo allora mi taccio. Buona giornata.

Ci sono anche dei vestiti con inserti in materiali antisfregamento, ma un conto è evitare di grattuggiarsi (Assos ne fa(ceva) con dei pads sulle anche per Xc che ho e sono insopportabili da usare) un conto è l'energia di una caduta ad alta velocità. Per evitare fratture hai voglia a mettere inserti.
 

alearc66

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Fatti narrare da chi c'era al campionato del Mondo di Duitama
A che velocità scendevano, con Tubolari da 19.21 incollati su cerchi in alluminio, spesso non rettificati.. Con la pioggia e freni coi tappi in gomma.. e di cadute non ne ricordo..
Tanto per fare esempio...
Ai tempi di Savoldelli ,ma anche di Moser, c'era chi veniva giu' molto forte, pero' adesso fanno tutti quanti le discese molto piu' forte.
Hai fatto l'esempio particolare di Duitama, ma mediamente le discese erano piu' lente. D'altronde al giorno d'oggi, praticamente tutti i prof in qualche gara recente han passato i 100 all'ora (recenti giri della Svizzera o della California.
Il Falco poi , probabilmente uno dei migliori discesisti di sempre, era uno solo, gli altri dovevano lasciarlo andare se non volevano stamparsi, ed in fondo ad una lunga discesa arrivavano un bel po' dopo
 
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Ser pecora

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ma mediamente le discese erano piu' lente.

Su questo concordo, d'altronde basta vedere i tempi su Strava delle varie gare per vedere come i tempi in discesa migliorino costantemente.
Guardare la velocità di punta conta poco per stabilire se una volta "si andasse veloci". Questo è un mio Kuhtai di anni fa alla Oetzy:

Screenshot 2024-07-08 alle 12.37.16.jpg

la velocità media però non è niente di che (e mi stavo pure schiantando).

Poi si, la velocità di punta conta se uno cade proprio in quel momento. A 120kmh ti vaporizzi.
 
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martin_galante

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Sabotare i freni: follia. Nessuno in F1 o in MotoGP ha mai pensato di sabotare i freni per far andar più piano le macchine. Nessuno ha mai detto di limitare i freni delle macchine perchè tanto oltre 130 in autostrada non si va. Il freno deve funzionare al meglio in ogni condizione perchè in caso di emergenza (imprevedibile) serve. Punto. E penso anche che nessun ciclista professionistico accetterebbe mai una limitazione all'efficienza del suo principale sistema di sicurezza. Francamente, lascia anche meravigliato leggere queste cose, immagino si tratti dei postumi della purtroppo mai finita diatriba rim/disco.
Infatti il pericolo viene soprattutto dalla scarsa previdibilita' della frenata, non dalla sua efficacia. Un ciclista prende rischi quando il rapporto vantaggio/rischio e' molto alto. Una frenata poco prevedibile (es in caso di pioggia) fa si che rischiare paga molto (si guadagna molto tempo prendendo qualche rischio in piu'). Invece in condizioni di grande prevedibilita', e' abbastanza chiaro dove sta il limite, e basta tenersi poco sotto di esso per evitare errori. Per me l'idea che freni migliori rendano per se' la corsa piu' pericolosa e' sbagliata. Infatti le gare si sospendono quando piove ed in discesa si va piu' piano. Imagginate il comunicato "a causa delle condizioni di strada asciutta ed asfalto ideale, la tappa odierna e' annullata perche' la discesa e' in condizioni troppo buone".


Limitatori di velocità, autovelox etc.. sono teoricamente ma non realisticamente possibili. Possibile invece limitare i rapporti massimi, per esempio ad un 54/11 o equivalente.
Secondo me questa e' un'idea. Semplicissima da attuare, anche se implica un certo controllo sulle posizioni aero estreme, perche' ci sarebbero molte occasioni per utilizzarle. E' anche un fattore che va contro la anoressizzazione del ciclismo.

Ma le soluzioni più importanti secondo me sono tecnologiche, e seguono lo stesso trittico di quanto fatto sulle auto moderne:
1) Consapevolezza del guidatore: segnali luminosi sui punti pericolosi delle discese etc.. (per le auto sono le spie di stanchezza, segnali limite velocità ecc..)
2) Sicurezza passiva: casco, sistemi tipo airbag sull'abbigliamento dei ciclisti
3) Sicurezza attiva: ABS, su cui in ambito ciclistico Bosch ci sta seriamente ragionando sopra.
Su questi punti sono meno d'accordo. 2) e 3) come dici, sono lontane dall'essere praticabili. per la 1), un conto e' il tour de france (cui si puo' chiedere di intervenire anche sull'arredamento urbano, di avere mezzi e uomini per mettere in sicurezza il percorso) o magari un UAE tour (che dispone di fondi ma soprattutto di strade di per se' ideali dal punto di vista sicurezza). Un conto sono la miriade di corse minori, c'e' il rischio di separare il ciclismo in due, con gli organizzatori che fanno gia' un gran fatica a tenere in piedi tante gare, e di conseguenza i ciclisti amatori o i pro meno quotati a partecipare ad eventi molto diversi da quelli che vanno in tv, e dove si continua a rischiare l'osso del collo.
 
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Ser pecora

Diretur
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Leggendo alcuni commenti mi è sorto un dubbio: come si misura il nervosismo in gruppo e come si fa a dire che è maggiore adesso?

Penso che per nervosismo si intenda che non ci sono più le consuetudini e sceriffi del passato a controllare la gara.
Ad esempio adesso ci sono le squadre dei corridori di GC che stanno in testa a tirare e sgomitare fino ai -5km (alcune in modo abbastanza fastidioso, tipo la Ineos, imho).
Se tutti sgomitano per stare davanti, in pianura, prima delle salite, in salita, chiaro che ci sia più "nervosismo". O meglio, basta una distrazione e sei per terra.
 

Rick_86

Pedivella
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Allora, al momento un sistema ABS esiste, ma per le e-bike. https://www.bosch-ebike.com/it/prodotti/abs Dal video si vede chiaramente come funziona.

Pesa 800gr (fonte: https://gepida.com/sites/default/files/2019-08/2019-Bosch-eBike-ABS.pdf), ed essendo pensato per un mezzo motorizzato (dove il peso conta poco) esiste margine per diminuire questo valore. Ovviamente non è adatto ad una bdc: credo il problema principale sia quello di avere freni idraulici compatibili con ABS nelle leve di una bdc, cosa non facile ma neanche tecnicamente impossibile. Arriverà per primo sulle MTB muscolari (dove invece l'unico problema, oltre al peso, è quello di dover integrare la batteria per l'ABS nel telaio).

Airbag integrati in una sorta di gilet esistono, per esempio:
Affari al momento pesanti, scomodi ed adatti a chi va al lavoro in bici. Ma anche qui non ho dubbi che dei bravi ingegneri potrebbero integrare un sistema di questo tipo in un jersey ad un peso e comodità ragionevole, se l'UCI desse un input in questa direzione.
 

JamesHunt

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Leggendo alcuni commenti mi è sorto un dubbio: come si misura il nervosismo in gruppo e come si fa a dire che è maggiore adesso?

Guardati la velocità media delle gare, guardati una qualsiasi partenza di una qualsiasi tappa di un GT, guarda come a volte la corsa esplode a 70/80 km dal traguardo con i big che se le suonano.

Una volta tante cadute le vedevi solo nelle prima tappe del Tour dove più o meno tutti cercavano di fare corsa. Oggi si va forte e si combatte così praticamente in ogni gara.

Inoltre il livello dei team è molto alto, i corridori quasi sempre sono alle corse quando hanno una forma molto buona e non ultimo ci sono i punti world tour che servono a tutti.
 
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alearc66

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Per il resto, just my two cent.

Sabotare i freni: follia. Nessuno in F1 o in MotoGP ha mai pensato di sabotare i freni per far andar più piano le macchine. Nessuno ha mai detto di limitare i freni delle macchine perchè tanto oltre 130 in autostrada non si va. Il freno deve funzionare al meglio in ogni condizione perchè in caso di emergenza (imprevedibile) serve. Punto. E penso anche che nessun ciclista professionistico accetterebbe mai una limitazione all'efficienza del suo principale sistema di sicurezza. Francamente, lascia anche meravigliato leggere queste cose, immagino si tratti dei postumi della purtroppo mai finita diatriba rim/disco.
Tu citi la F1 ,quindi dovresti anche sapere che ad un certo punto hanno ridotto la larghezza dei pneumatici per limitarne la velocita' in curva (e questo è un'altro punto che ho citato).
Poi i freni della F1 devono consentire delle continue decelerazioni estreme di 100 - 200km/h, niente di paragonabile alla bici da corsa.
A te sembrera' una follia, ma contare su freni molto piu' potenti (e per la sicurezza sarei daccordo a permetterli con la pioggia,ma non con l'asciutto) è davvero un'arma a doppio taglio; vediamo sempre piu' spesso corridori staccare all'ultimo per entrare davanti alla strettoia, ma anche per recuperare posizioni (e quindi non sempre a basse velocita'), le velocita' di percorrenza in discesa sono sicuramente piu' alte ,proprio perche' sanno che possono contare su spazi di arresto ridotti.
Ma c'è un problema; un conto è quando è tutto prevedibile e puoi impostare assetto bici per la frenata, ed un conto è quando sei a 90 all'ora in discesa e vedi all'ultimo secondo un'ostacolo, la maggior parte delle volte vediamo quei prof che se la cavano perche' riescono a a schivare l'ostacolo o passando sull'erba o facendo acrobazie assurde,e non perche' si fermano prima dell'ostacolo (sto parlando delle discese). A quelle velocita' con i freni a disco ci puoi fare una sega. Guardate le ultime rovinose cadute (es. paesi Baschi) cosa ci hanno fatto in discesa coi freni a disco (4 o 5 all'ospedale).
Lo sanno anche loro,in quelle situazioni l'unica cosa da fare è cercare di correggere la traiettoria e non hai tempo (e modo)di rallentare
Una formula 1 o le moto hanno delle gomme cosi' larghe che gli consentono margini di correzione estremi. Una bdc in piega a 90 all'ora che inchioda con gomme da 20 o 30mm parte per la tangente
 

golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
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Ruote, freni e altri fattori tecnici per me contano zero.
Secondo me invece hanno la loro importanza sopratutto ai fini psicologici-realizzativi (nel senso che realizzi di avere maggior controllo del mezzo proprio perchè il mezzo è più conforme alle aspettative > dicasi più stabile, più controlabile, più redditizio.

Diversamente non avremmo ciò che anche tu scrivi:

Su questo concordo, d'altronde basta vedere i tempi su Strava delle varie gare per vedere come i tempi in discesa migliorino costantemente.

Sono però anch'io dell'idea che spesso è legato più alla fatalità che non al resto di cui si discute, c'è chi cade da fermo e batte la testa e resta in coma perenne.. tra l'altro uno che ha vissuto anche situazioni incidentali non indifferenti.. certo Michael :-|
 

Petgold969

pistorium opus chef
29 Dicembre 2010
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Vado in bici da circa 20 anni ma non è questo il punto, del mio messaggio non hai capito proprio un cacchio. Lo so benissimo che in bici non si può indossare la tuta in pelle o in casco di Hamilton. Quello che volevo dire è che non si studiano ad esempio delle salopette con inserti tipo kevlar

Vado in bici da 20 anni e del mio messaggio non hai capito proprio un cacchio... mi chiedevo ad esempio perché non studiano delle salopette con inserti in kevlar o altri materiali che proteggano la zona del femore o maglie con le medesime protezioni nella zona clavicole. Se investissero milioni di euro li troverebbero il sistema e i materiali che non danno fastidio e se li usassero 1 anno i pro dopo li useremmo tutti. Poi se tu sei uno di quelli che non usa il casco perché gli fa caldo allora mi taccio. Buona giornata.
Sinceramente quando vado in bici il casco l'ho sempre messo e mi ha salvato la capoccia ben tre volte. Purtroppo tutte e tre le volte ci ho lasciato una clavicola quindi qualcosa ne so.
Gli indumenti da bici con protezioni esistono, si usano nel downhil e nell'enduro, hanno inserti sui fianchi, spalle, gomiti e ginocchia ma lì non devono pedalare x 4/5 ore sotto il sole. o-o

 

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